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Come diventare insegnante di sostegno?

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(@carlos-arija-garcia)
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Di che cosa si occupa questa figura professionale all’interno delle classi. Che cos’è e come si fa il tirocinio formativo attivo.

L’insegnante di sostegno è un docente specializzato in attività di supporto, assegnato in particolare ad una classe in cui è presente almeno un alunno con disabilità o con difficoltà di apprendimento. Il suo compito principale è proprio quello di facilitare l’integrazione del bambino che gli viene assegnato. Sbaglia chi pensa che debba limitarsi ad una sorta di ruolo di «baby-sitter» durante le lezioni: si tratta, a tutti gli effetti di un docente e di un punto di riferimento per la progettazione, la realizzazione e la verifica degli interventi adatti ad affrontare con successo una situazione di disabilità. Ma come diventare insegnante di sostegno? C’è qualche corso in più fa seguire oltre a quelli che portano ad avere il titolo di insegnante?

Esiste, in effetti, quello che viene comunemente chiamato Tfa, cioè tirocinio formativo attivo, rivolto a chi vuole specializzarsi nel sostegno. Si tratta di un’esperienza di otto mesi da svolgere in università che consente di guadagnare 60 crediti formativi e di sostenere l’esame finale. Vediamo cosa bisogna fare per diventare insegnante di sostegno e in che cosa consiste esattamente il suo lavoro.

Cosa fa l’insegnante di sostegno?

Come accennato, l’insegnante di sostegno è un docente specializzato assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di integrazione. Non si tratta, dunque, di una figura esclusivamente assegnata all’alunno disabile, che si disinteressa degli altri, ma una risorsa professionale che lavora in classe per rispondere alle maggiori necessità educative che comporta la presenza del bambino o del ragazzino in difficoltà.

La sua missione, pertanto, è quella di mettere in atto degli interventi di integrazione attraverso strategie didattico-metodologiche specifiche con altri insegnanti curricolari per portare avanti insieme il percorso di integrazione scolastica.

Il suo ruolo viene condiviso con tutti i soggetti interessati, cioè la scuola, la famiglia e i servizi sociali (quando necessario) e definito nel Piano educativo individualizzato.

Come gli altri docenti, partecipa alle riunioni e agli incontri con i genitori ed agli scrutini. Tuttavia, è chiamato a seguire di persona i rapporti con la famiglia del minore disabile e a confrontarsi con altri professionisti del territorio come personale dell’Asl di riferimento, mediatori ed educatori, allo scopo di valorizzare le qualità dell’alunno.

Nello specifico, i compiti principali dell’insegnante di sostegno sono:

  • consultare la documentazione che riguarda l’alunno disabile ed ottenere le prime informazioni sul minore attraverso i colleghi, la famiglia e la ASL competente per territorio;
  • osservare sistematicamente l’alunno nel contesto della classe;
  • stendere il Piano educativo individualizzato in collaborazione con gli insegnanti di classe, i genitori e gli operatori dell’Asl;
  • curare i rapporti tra tutte le figure che ruotano intorno all’alunno (docenti, Asl, dirigente scolastico, educatori, genitori, ente locale);
  • partecipare al lavoro di programmazione didattica e educativa della classe;
  • confrontarsi con i colleghi sulle problematiche relative agli apprendimenti e ai comportamenti degli alunni;
  • suggerire nuove modalità di apprendimento e di insegnamento che tengano conto delle capacità dell’alunno con disabilità;
  • collaborare alla stesura del Piano dell’offerta formativa della scuola;
  • sollecitare interventi e finanziamenti degli enti pubblici al fine di contribuire alla realizzazione del progetto di vita della persona disabile.

Insegnante di sostegno: che cos’è il Tfa?

Tfa sta per tirocinio formativo attivo. Si tratta di un’esperienza rivolta ai docenti che voglio ottenere la specializzazione come insegnanti di sostegno.

Nella pratica, è un tirocinio della durata di otto mesi, da svolgere all’università. Consente di ottenere 60 crediti formativi e di accedere all’esame finale che permetterà all’insegnante di sostegno di lavorare con i ragazzi con disabilità o con bisogni educativi speciali dalla scuola dell’infanzia fino a quella secondaria di II grado.

A monte, però, occorrerà avere una laurea in Scienze della formazione, richiesta anche per la scuola dell’infanzia. Per lavorare in una scuola secondaria di I e di II grado, sarà necessario avere una laurea magistrale oppure una laurea a ciclo unico insieme con 24 crediti formativi in almeno tre ambiti tra psicologia, antropologia, pedagogia, metodologie e tecnologie didattiche, didattica dell’inclusione. Questi crediti formativi sono obbligatori e possono essere ottenuti nel piano di studio previsto dal proprio percorso universitario oppure dopo aver conseguito il titolo.

Per accedere al Tfa occorre superare dei test di preselezione. Nel dettaglio:

  • una prima prova scritta di 60 domande a risposta multipla;
  • una seconda prova scritta il cui contenuto può variare da una Regione all’altra;
  • un colloquio nel corso del quale esporre le competenze acquisite.

Superate tutte e tre le prove, si potrà partecipare al tirocinio formativo attivo, che verrà ritenuto valido che il docente avrà garantito almeno l’80% della presenza prevista. La durata complessiva è di almeno 300 ore.

Ci saranno dei momenti teorici su aspetti come la didattica speciale, l’inclusione, la pedagogia, ecc. A questi si affiancano delle attività pratiche in laboratori o nelle scuole.

Si arriva, infine, all’esame orale durante il quale verrà presentata una relazione sul tirocinio effettuato, un elaborato compilato dall’interessato con le esperienze acquisite e un contenuto multimediale, realizzato sempre dal docente, sulle metodologie della didattica dell’inclusione. Il candidato supererà l’esame se ottiene un punteggio di almeno 18/30.

 
Pubblicato : 27 Luglio 2023 09:00
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