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Come diventare caregiver?

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(@carlos-arija-garcia)
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In assenza di una legge specifica sulla figura di chi assiste un parente disabile o non autosufficiente, bisogna presentare qualche domanda?

Il caregiver è la persona che si prende cura di un familiare disabile o non autosufficiente, in maniera gratuita e non professionale. In Italia, e secondo le ultime stime dell’Istat, ce ne sono circa otto milioni, di cui il 60% senza un’occupazione. Tuttavia, in Italia non esiste una legge specifica a tutela di questa figura, anche se qualcosa in più rispetto al passato è arrivata con l’attuazione di una direttiva europea in materia di assistenza in ambito familiare. Altrimenti, non resta che appoggiarsi alla legge 104/92, in virtù della quale è possibile beneficiare di un determinato numero di giorni di permesso retribuito per l’assistenza del familiare bisognoso. In assenza di normativa precisa, come diventare caregiver e quali benefici si possono ottenere per svolgere questa attività?

Possiamo dire, innanzitutto, che il caregiver non si occupa soltanto di assistere fisicamente il familiare non autosufficiente o disabile. C’è, ovviamente, questa componente, quando presta le cure primarie che il parente non riuscirebbe a compiere da solo, come ad esempio, vestirsi, lavarsi, farsi da mangiare, fare e pulizie, ecc. Ma c’è anche un’assistenza indiretta che consiste nel disbrigare le pratiche amministrative dell’assistito. Vediamo che cosa bisogna fare nel dettaglio e come diventare caregiver.

Caregiver: di che cosa si occupa?

In linea generale, il caregiver si prende cura di un familiare bisognoso di assistenza e svolge tutte quelle faccende e pratiche che il parente non è in grado di fare perché disabile o, comunque, non autosufficiente.

In particolare, il caregiver si occupa (tra le altre cose):

  • della cura e dell’igiene personale dell’assistito;
  • della preparazione e, se necessario, della somministrazione dei pasti;
  • della prenotazione di visite ed esami medici;
  • di accompagnare l’assistito a fare le terapie prescritte;
  • di acquistare i medicinali di cui l’assistito ha bisogno e, se necessario, della loro somministrazione;
  • di svolgere le varie pratiche amministrative per conto dell’assistito.

Caregiver: come viene tutelato?

Come si diceva in apertura, ci sono parecchie lacune normative per quanto riguarda la tutela del caregiver. Chi si trova nella condizione di dover assistere un parente bisognoso deve appellarsi alla legge 104/92 e a una direttiva europea del 2019 [1] relativa «all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza».

La legge 104 prevede per i lavoratori che si trovano nella condizione di dover fare il caregiver tre giorni al mese di permesso retribuito e un congedo straordinario, sempre retribuito, della durata massima di due anni nell’arco della vita lavorativa. Quest’ultimo beneficio, però, viene riconosciuto solo se l’assistito ha una disabilità grave.

C’è poi, come detto, la direttiva europea recepita in Italia il 22 giugno 2022 con un decreto legislativo entrato in vigore il 13 agosto successivo. La direttiva si pone come obiettivo promuovere il miglioramento della conciliazione tra i tempi della vita lavorativa e quelli dedicati alla vita familiare per tutti i lavoratori che abbiano compiti di cura e di assistenza, cioè proprio per i caregivers, in modo da arrivare una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne e ed un’effettiva parità di genere sia in ambito lavorativo, sia familiare.

Il decreto entrato in vigore prevede:

  • il congedo di paternità di 10 giorni fruibile in due mesi;
  • il congedo parentale di 11 mesi per il genitore solo;
  • il congedo parentale fino a 9 mesi con l’indennità al 30%;
  • il congedo parentale per l’assistenza di un figlio minore di 12 anni;
  • sanzioni per il datore di lavoro che ostacola i congedi e l’impossibilità per lo stesso datore di ottenere la certificazione della parità di genere.

Il decreto allarga, inoltre, il congedo straordinario di due anni previsto dalla legge 104 ai conviventi di fatto e alla parte dell’unione civile, riducendo a un mese i tempi di accoglimento dell’istanza per il congedo.

Viene, infine, inserito nella legge 104/92 un nuovo articolo, il 6-bis, in virtù del quale «i lavoratori che usufruiscono dei permessi hanno diritto di priorità nell’accesso al lavoro agile o ad altre forme di lavoro flessibile. Restano ferme le eventuali previsioni più favorevoli previste dalla contrattazione collettiva nel settore pubblico e privato». Detto in altre parole: oggi, per i caregiver, esiste il diritto alla priorità per accedere allo smart working o ad altre modalità di lavoro flessibile.

Come si diventa caregiver?

Non essendoci un’apposita legge che disciplina la figura del caregiver, non è necessario (perché non previsto) presentare una domanda per essere riconosciuto tale. Non resta, dunque, che diventare caregiver di fatto beneficiando delle citate agevolazioni.

Quindi, per fruire dei permessi riconosciuti dalla legge 104, occorrerà fare domanda per il riconoscimento della disabilità grave del familiare da assistere e poi presentare la relativa domanda all’Inps e al datore di lavoro per ottenere i giorni di assenza retribuita. Trovi tutti i dettagli nella nostra guida Domanda permessi legge 104.

Lo stesso vale per i permessi riconosciuti dal recente decreto che ha recepito la direttiva europea sui congedi parentali.

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Pubblicato : 6 Gennaio 2023 17:57