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Come deve comportarsi il lavoratore in malattia?

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(@angelo-greco)
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Obblighi del lavoratore in malattia: comunicare al datore, sottoporsi alla visita medica, restare a casa negli orari di reperibilità, non aggravare la malattia, rientrare al lavoro.

Quando un lavoratore è costretto a restare a casa per motivi di salute, non basta solo comunicare l’assenza al datore di lavoro e fornire il certificato medico. Esistono degli obblighi che il dipendente deve rispettare durante la malattia, come la reperibilità per la visita fiscale, la cura per non aggravare la malattia con comportamenti imprudenti e il rientro al lavoro non appena cessa la malattia. È importante che il lavoratore conosca questi obblighi, perché il mancato rispetto degli stessi può avere conseguenze legali e disciplinari. Inoltre, il comportamento del dipendente può influire sulla percezione che il datore di lavoro ha nei suoi confronti, incidendo sulla sua reputazione professionale e sulla possibilità di avanzamento di carriera. Per questo motivo, è importante capire come deve comportarsi il lavoratore durante la malattia per rispettare gli obblighi di fedeltà e obbedienza che la legge gli impone. 

In questo articolo, analizzeremo singolarmente ogni obbligo del lavoratore in malattia, spiegando in modo dettagliato come adempiere a ciascun dovere per tutelare i propri diritti e quelli del datore di lavoro.

Premettiamo sin d’ora che la violazione dei predetti obblighi comporta, il più delle volte, sanzioni disciplinari gravi come il licenziamento. Tuttavia, di norma, è il contratto collettivo nazionale a stabilire le sanzioni in relazione alle singole violazioni. Inoltre il datore di lavoro deve adottare il licenziamento solo quando il legame di fiducia si è ormai irrimediabilmente spezzato. Esso è quindi l’ultima spiaggia.

Obblighi del dipendente in malattia

Gli obblighi del lavoratore in malattia sono:

  • comunicare immediatamente al datore la propria assenza;
  • sottoporsi alla visita medica;
  • curarsi che il medico invii il certificato in via telematica all’Inps;
  • restare a casa negli orari di reperibilità per la visita fiscale;
  • non aggravare la malattia con comportamenti imprudenti;
  • rientrare al lavoro non appena cessa la malattia.

Analizziamo singolarmente questi punti.

Comunicazione della malattia

Il dipendente deve, al più presto, comunicare al datore che non può recarsi al lavoro. Lo deve fare preferibilmente il giorno in cui inizia la malattia o, al più tardi, quello successivo quando la gravità della situazione non gli consenta di agire tempestivamente. 

La comunicazione deve avvenire nelle forme indicate nel contratto collettivo nazionale, in quello individuale o nel regolamento aziendale. Spesso vengono ammesse comunicazioni informali come sms, email, fax.

Visita medica

Il dipendente deve, già lo stesso giorno di assenza o, al più tardi, quello successivo recarsi presso l’ambulatorio del medico di famiglia per la visita medica. Solo se impossibilitato a farlo può chiedere la visita domiciliare.

La legge vieta ai medici di emettere certificati sulla base di diagnosi fatte al telefono. 

Comunicazione telematica del certificato medico

Un tempo doveva essere il lavoratore a curarsi di inviare il certificato medico al datore di lavoro. Oggi tutto avviene in modalità telematica, con trasmissione da parte del medico di base all’Inps e messa a disposizione, da parte dell’Inps, in favore del datore di lavoro.

Reperibilità

Durante tutto l’arco della malattia, il dipendente deve restare a casa nelle cosiddette fasce orarie di reperibilità al fine di consentire l’eventuale espletamento della visita fiscale da parte del medico dell’Inps, visita che può essere chiesta dal datore di lavoro o disposta d’ufficio dall’Inps stesso. 

Le fasce di reperibilità sono diverse a seconda del settore pubblico o privato. 

Nel settore privato, il dipendente deve restare a casa dalle ore 10:00 alle ore 12:00 e dalle ore 17:00 alle ore 19:00.

Nel settore pubblico, il dipendente deve restare a casa dalle ore 09:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18:00.

Eventuali assenze, determinate da gravi e improrogabili necessità, devono essere comunicate subito al datore di lavoro. 

Leggi anche Assenza alla visita fiscale: ecco cosa succede

Quando arriva la visita fiscale?

La visita fiscale può arrivare anche due volte al giorno, compresi i weekend e i giorni di festa nazionale (quelli rossi sul calendario).

Obbligo di non prolungare la convalescenza

Il dipendente, oltre a non poter inviare certificati medici falsi, ossia per malattie inesistenti, deve anche fare in modo di guarire al più presto per tornare in azienda. È quindi vietato il comportamento del lavoratore che, ad esempio, fuori dalle fasce di reperibilità esca di casa per fare footing. Pur avendo rispettato l’obbligo di restare a casa per consentire la visita fiscale, egli ha comunque tenuto un comportamento che potrebbe pregiudicare la sua guarigione.

Questa circostanza però va valutata caso per caso, a seconda del tipo di patologia. E difatti ci sono malattie che non richiedono per forza la presenza a casa. Si pensi a chi ha una depressione: una passeggiata al mare o un po’ di sport potrà certo fargli bene. Chi ha un braccio ingessato non potrà guidare l’auto aziendale e quindi, se addetto al servizio di trasporto delle merci, potrà assentarsi dal lavoro ma ben potrebbe fare una camminata fuori casa al termine degli orari di reperibilità. 

Dunque, in merito al rispetto del dovere di diligenza, il giudice è chiamato a fare una valutazione caso per caso. 

Rientro al lavoro

Il dipendente deve rientrare non appena scade il certificato medico. Se non è guarito può chiedere un prolungamento della malattia con le stesse modalità con cui ha chiesto e comunicato il primo certificato medico.

In teoria il dipendete potrebbe tornare al lavoro anche prima della scadenza del certificato se ritiene di essere guarito. Ma, a tal fine, dovrà far attestare la guarigione al proprio medico: diversamente il datore di lavoro potrebbe rifiutare il suo ingresso.

Altre attività lavorative

Il dipendente assente per malattia dal lavoro può svolere una seconda attività lavorativa da casa a patto però che:

  • non sia un’attività in concorrenza con quella del datore di lavoro;
  • il suo espletamento non aggravi la malattia o non ritardi la guarigione.
 
Pubblicato : 12 Marzo 2023 11:15