Come cresce una multa?
Come variano le multe: quando si raddoppia la multa stradale e come si calcolano gli interessi.
Una multa può essere pagata con lo sconto del 30% nei primi 5 giorni, in misura ridotta entro 60 giorni, in misura piena dal 61° giorno in poi e, successivamente, con gli interessi del 10% ogni per ogni semestre di ritardo. Questo meccanismo è particolarmente penalizzante per l’automobilista che, nel giro di poco più di un anno potrebbe trovarsi a pagare più del doppio dell’originaria sanzione amministrativa. È chiaro allora che, all’arrivo della cartella esattoriale, si rimanga non poco meravigliati di come cresca una multa in così poco tempo.
Sulla legittimità di tale sistema, scritto in un’epoca in cui gli interessi legali erano particolarmente elevati, ci si interroga tutt’oggi. Ragion per cui pende in Parlamento un disegno di riforma al codice della strada che mira a ridisegnare il meccanismo del calcolo degli interessi.
Per comprendere quale impatto avranno le modifiche legislative, possiamo procedere con un esempio pratico.
Come avviene il calcolo degli interessi su una multa stradale?
Facciamo l’esempio di una sanzione per divieto di sosta e vediamo come cresce la multa nel tempo.
Se un’auto viene parcheggiata sul marciapiede, la multa per divieto di sosta va da 87 a 344 euro. Ecco come si applicano le sanzioni in base al tempo di pagamento dopo la notifica del verbale:
- nei primi cinque giorni dopo la notifica, il trasgressore può pagare 60,9 euro, corrispondente al 30% in meno del minimo previsto;
- dal sesto al sessantesimo giorno, deve essere pagato l’importo minimo di 87 euro;
- dopo il sessantesimo giorno, la sanzione diventa pari a metà del massimo, ossia 172 euro;
- successivamente, si aggiunge un 10% ogni sei mesi trascorsi a partire dal sessantunesimo giorno fino alla trasmissione del ruolo all’esattore per la riscossione coattiva.
Esiste un limite massimo di aumento della multa che è pari al 90% (10% per ciascun semestre aggiuntivo, per un massimo di nove semestri): non perché lo dica la legge ma in quanto, al decimo semestre (ossia dopo cinque anni), scatta la prescrizione della multa e quindi non bisogna più pagare nulla.
Ricordiamo peraltro che, oltre alla sanzione, bisogna anche pagare le spese di notifica, il cui mancato pagamento equivale a pagamento parziale o in ritardo.
Come cambia il calcolo degli interessi sulle multe stradali?
Ma come cambiano le multe con il nuovo codice della strada? La riforma non incide sulla prima fase, quella cioè fino al 60° giorno. Pertanto resterà possibile:
- pagare col 30% di sconto fino al quinto giorno dalla notifica del verbale (che, per il divieto di sosta, coincide con la data del ricevimento a casa della multa e non già con quella della redazione del verbale apposto sul tergicristallo);
- pagare in misura ridotta (il minimo edittale) entro 60 giorni dalla notifica;
- pagare in misura piena (la metà del massimo edittale) dopo 60 giorni.
Ciò che viene modificato invece è il calcolo degli interessi che scattano, come visto, dal 61° giorno in poi.
In pratica cambia solo il limite massimo all’aumento degli interessi: il calcolo si arresterà dopo 6 semestri (e non già dopo 9 semestri, com’è attualmente). Oltre tale importo quindi il debito non potrà più salire.
Inoltre la maggiorazione non superare mai i tre quinti dell’importo della sanzione.
Per cui, tornando all’esempio precedente, con l’addebito di sei semestri, la multa per divieto di sosta potrebbe raggiungere al massimo 275,2 euro.
Che succede in caso di pagamento parziale della multa?
Una questione frequente e fonte di sorpresa per molti cittadini è il cosiddetto pagamento parziale delle multe. Consideriamo il caso di un automobilista che paghi una multa in misura scontata del 30%, con un ritardo di un solo giorno per un semplice errore commesso in buona fede oppure che la versi nei tempi ma dimenticando di includere le spese di notificazione del verbale.
In questi casi, l’importo versato viene considerato come acconto sul totale dovuto, ma la procedura sanzionatoria prosegue normalmente. Questo significa che il cittadino, pur credendo di aver regolarizzato la sua posizione, si troverà a ricevere una cartella esattoriale o una ingiunzione di pagamento, come se non avesse pagato nulla, ad eccezione della somma inizialmente versata.
Per illustrare meglio questa situazione, prendiamo l’esempio di un divieto di sosta notificato il 5 aprile 2024, con una multa di 87 euro più 14 euro di spese di notificazione (cifra ipotetica che può variare da comune a comune).
Il trasgressore decide di pagare 74,9 euro (importo scontato del 30% più le spese di notificazione) il 11 aprile, al sesto giorno dalla notifica.
Questo errore nel calcolo dei giorni comporta che il debito residuo continuerà a crescere: saranno ancora dovuti 26,1 euro fino al sessantesimo giorno dalla notificazione, e da quel momento in poi, l’importo aumenterà a 111 euro, al quale verrà aggiunto il 10% ogni sei mesi fino alla trasmissione del ruolo all’Agenzia delle Entrate Riscossione o all’emissione dell’ingiunzione di pagamento.
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