forum

Come contestare un ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Come contestare un licenziamento per ritorsione

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
56 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3207
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Licenziamento per ripicca e rappresaglia: come fare impugnazione e come ottenere la reintegra sul posto di lavoro. 

Il licenziamento ritorsivo – anche chiamato «licenziamento per rappresaglia» – costituisce la reazione illecita del datore di lavoro a un comportamento lecito del dipendente (ad esempio una richiesta sindacale, un’azione legale per far valere i propri diritti, ecc.). Si stingue dal licenziamento discriminatorio che è invece quello che deriva dall’appartenenza del dipendente a determinate categorie razziali, linguistiche, al sesso, all’età, alle convinzioni religiose, all’orientamento sessuale, ad un handicap). 

Il dipendente che viene licenziato per rappresaglia ha diritto alla «reintegra» sul posto di lavoro e non solo – come la regola oggi vuole in caso di licenziamento illegittimo – al risarcimento del danno. Ma come contestare un licenziamento per ritorsione? Vediamo i passi che bisogna compiere per ottenere la restituzione del posto di lavoro quando si è vittima di una rappresaglia.

Cos’è il licenziamento ritorsivo?

Il licenziamento ritorsivo si risolve in un’ingiusta e arbitraria reazione del datore – essenzialmente, quindi, di natura vendicativa – a un comportamento legittimo del lavoratore e inerente a diritti a lui derivanti dal rapporto di lavoro o a questo comunque connessi.

Leggi:

Differenza tra licenziamento ritorsivo e discriminatorio

La contestazione scritta

La prima cosa che deve fare il dipendente se vuole contestare il licenziamento per ritorsione è inviare al datore di lavoro una PEC o una raccomandata a.r. in cui dichiara di opporsi al licenziamento. La comunicazione deve essere spedita entro 60 giorni da quando l’interessato ha ricevuto l’intimazione di licenziamento. Si tratta di una comunicazione generica in cui non c’è bisogno né di indicare le ragioni della contestazione, né le prove a proprio favore: di tanto bisognerà occuparsi in una fase successiva, quella del ricorso in tribunale.

La lettera può essere scritta e firmata direttamente dal lavoratore. Questi però può anche delegare un sindacalista o un avvocato, ma ciò deve risultare dalla comunicazione che pertanto deve contenere la delega scritta al rappresentante. 

Entro 180 giorni dall’invio della lettera di contestazione del licenziamento, va depositato il ricorso in tribunale. Ricorso che deve essere obbligatoriamente redatto, sottoscritto e curato da un avvocato.

Il mancato rispetto di uno dei termini predetti comporta l’impossibilità di impugnare il licenziamento che, conseguentemente, seppur illegittimo, resta valido.

La causa del licenziamento per ritorsione

Come in tutte le cause, è chi inizia il giudizio che ha l’onere della prova. Pertanto deve essere il dipendente a dimostrare al giudice che la causa del licenziamento è stata una ritorsione. 

Per accogliere la domanda di accertamento della nullità del licenziamento, in quanto fondato su motivo illecito, occorre che l’intento ritorsivo del datore sia stato l’effettiva e unica causa della risoluzione del rapporto di lavoro, anche se concorrente con eventuali comportamenti illeciti del dipendente. 

La ritorsione – scrive la Cassazione [1] – deve aver avuto «efficacia determinativa esclusiva della volontà di recedere dal rapporto di lavoro, anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione di una giusta causa o di un giustificato motivo di recesso, dovendosi escludere la necessità di procedere a un giudizio di comparazione fra le diverse ragioni che hanno causato il recesso, ossia quelle riconducibili a una ritorsione e quelle connesse, oggettivamente, ad altri fattori idonei a giustificare il licenziamento».

Non è facile dimostrare che la causa del licenziamento sia stata una vendetta del datore di lavoro: stabilire quale intento abbia mosso il datore imporrebbe di “entrare nella sua testa” ed analizzarne emozioni e motivazioni. Sicché la giurisprudenza, venendo incontro al dipendente, ha ritenuto che l’intento ritorsivo possa desumersi anche da semplici indizi (cosiddette «presunzioni»), sulla base delle circostanze di fatto che caratterizzano la singola vicenda. Tra tali presunzioni vi è la dimostrazione della inesistenza del diverso motivo addotto a giustificazione del licenziamento o di alcun motivo ragionevole [2].

Leggi Come dimostrare un licenziamento ritorsivo?

Come chiarito dalla giurisprudenza [3], per affermare il carattere ritorsivo e, quindi, la nullità del provvedimento espulsivo, in quanto fondato su un motivo illecito, occorre specificamente dimostrare, con onere a carico del lavoratore, che l’intento discriminatorio e di rappresaglia per l’attività svolta abbia avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà del datore di lavoro. Dal punto di vista probatorio l’onere ricade sul lavoratore e può essere assolto anche mediante presunzioni, con la dimostrazione di elementi specifici, tali da far ritenere con sufficiente certezza il motivo ritorsivo.

Giudizio basato su più elementi

Pur essendo onerato il lavoratore di provare il carattere ritorsivo del licenziamento, il giudice di merito può valorizzare a tal fine tutto il complesso degli elementi acquisiti al giudizio, compresi quelli già considerati, per escludere il giustificato motivo oggettivo, nel caso in cui questi elementi, da soli o in concorso con altri, nella loro valutazione unitaria e globale consentano di ritenere raggiunta, anche in via presuntiva, la prova del carattere ritorsivo del recesso [4].

Licenziamento ritorsivo: cosa spetta?

Al dipendente licenziato illegittimamente per ritorsione spetta la reintegra sul posto. Questi però potrebbe rifiutare di prendere di nuovo il posto che aveva un tempo – magari perché i rapporti si sono definitivamente incrinati o perché nel frattempo ha trovato un altro posto – e chiedere solo il risarcimento del danno. La scelta quindi spetta solo al lavoratore. 

The post Come contestare un licenziamento per ritorsione first appeared on La Legge per tutti.

 
Pubblicato : 20 Dicembre 2022 08:00