forum

Come calcolare il r...
 
Notifiche
Cancella tutti

Come calcolare il rendimento di un investimento

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
53 Visualizzazioni
(@paolo-remer)
Post: 1000
Famed Member Registered
Topic starter
 

Alcune semplici regole per capire se si sta guadagnando o se si è in perdita.

Accumulare i risparmi è faticoso: il più delle volte si tratta di soldi sudati con il duro lavoro e parecchi sacrifici. Ma il denaro si può perdere in parecchi modi: anche non facendolo fruttare, lasciandolo erodere dall’inflazione o investendolo in prodotti sbagliati. Come ogni coltivatore tiene alle sue piante in vista del raccolto, e ogni allevatore cura il suo bestiame, così anche i soldi vanno seguiti nel loro evolversi. E allora diventa molto importante sapere come calcolare il rendimento di un investimento, senza aspettare i rendiconti trimestrali della banca, o i report della società di gestione, o i comunicati stampa che arrivano quando un evento infausto si è già verificato.

Conoscere i modi per calcolare il rendimento di un investimento ti aiuterà a capire se stai guadagnando o se sei in perdita, ed anche a verificare se, impiegando il denaro in quella maniera, stai rinunciando ad opportunità migliori, o se invece hai compiuto una scelta saggia. Ad esempio, se scopri che il tuo portafoglio ha un rendimento del 2% annuo mentre l’inflazione nello stesso periodo è al 4% e altri prodotti con pari rischio stanno rendendo il 6%, il tuo investimento non è redditizio, e dovresti cambiare strategia.

Il tasso di interesse e l’incremento del capitale

La formula per calcolare il montante – cioè il capitale che si ottiene alla scadenza dell’investimento parte dall’ammontare del capitale investito e lo moltiplica per il tasso di interesse in rapporto alla durata, espressa in mesi o in anni. Ad esempio, se investi 10.000 euro al 2% fisso per 3 anni, alla fine otterrai 10.600 euro, di cui 600 euro sono gli interessi semplici maturati sul capitale. al 2% annuo, durante tutto il periodo considerato.

Quello che abbiamo appena descritto è l’interesse semplice; ma c’è anche l’interesse composto, che mette il turbo ai rendimenti, specialmente nel lungo periodo, perché gli interessi confluiscono nel capitale e quindi producono a loro volta interessi. Quindi è una buona regola reinvestire i proventi periodici di dividendi azionari e cedole obbligazionarie o sui titoli di Stato, anziché prelevarli.

Quali fattori incidono sul rendimento di un investimento

I calcolatori automatici che si trovano su internet non aiutano molto a capire qual è il vero rendimento di un investimento, innanzitutto perché considerano soltanto il tasso di interesse di cui abbiamo parlato, mentre la maggior parte dei prodotti di investimento – azioni, obbligazioni, titoli di Stato, fondi ed Etf – comprendono le plusvalenze (o le minusvalenze) tra il prezzo di acquisto e quello di vendita ed incorporano i dividendi o le cedole che vengono periodicamente distribuiti ai sottoscrittori; inoltre, i portafogli degli investitori sono composti da un paniere di molti titoli diversi.

A peggiorare le cose, c’è il fatto che la percezione soggettiva dei dati di rendimento viene alterata, nel senso che, se ad esempio in un anno si perde il 50%, si capisce subito che il valore è dimezzato, ma non si comprende altrettanto facilmente che per recuperare la perdita – e tornare in pareggio rispetto alla cifra investita iniziale – bisognerà raddoppiare quel valore, e non soltanto incrementarlo della metà.

Gli analisti finanziari sanno bene quanto la volatilità incide sui rendimenti degli investimenti: le oscillazioni di prezzo dei prodotti che compongono il portafoglio, specialmente quando le variazioni sono improvvise, possono determinare un grosso incremento, o una consistente perdita, nei rendimenti di breve periodo, ma si tratta di un dato falsato perché una nuova ondata di volatilità potrebbe azzerare quei risultati. E allora tutte le medie di rendimento devono essere calcolate su un adeguato periodo temporale: il trimestre non basta, perché risente delle stagionalità dei mercati, e quindi occorre un tempo minimo di almeno un anno, in modo da ottenere i rendimenti annualizzati da utilizzare, a loro volta, per il raffronto con periodi di durata superiore.

Come calcolare i rendimenti netti

I rendimenti nominali non bastano: per calcolare la vera redditività di un investimento occorre calcolare il suo rendimento reale, al netto dell’inflazione e degli eventuali altri fattori che incidono sul costo opportunità dell’impiego delle risorse finanziarie: ad esempio, se avevo investito i miei risparmi in un conto deposito al 2% annuo, ma poi l’inflazione è salita oltre quella soglia, il rendimento reale sarà negativo, e dovrei impiegare meglio il mio denaro, cercando prodotti che offrono tassi di interesse migliori.

Inoltre, ogni prodotto finanziario ha i suoi costi di acquisto e di gestione: ad esempio, sui titoli azionari si paga una commissione in percentuale, che dipende dall’intermediario o broker utilizzato, ed anche i titoli di Stato – come i Btp, Buoni del Tesoro Poliennali – hanno, solitamente, delle spese di sottoscrizione e di tenuta del rapporto titoli in cui sono inseriti (la banca provvede, periodicamente, ad accreditare al possessore le cedole semestrali, ed il rimborso del titolo alla scadenza finale, salvi i casi di vendita anticipata).

Infine, bisogna considerare la tassazione: per le rendite finanziarie (interessi, dividendi, cedole) ed i redditi diversi, come quelli ottenuti dalle plusvalenze realizzate con la differenza positiva tra il prezzo di vendita ed il prezzo di acquisto, il prelievo fiscale avviene con un’imposta sostitutiva ad aliquota del 26%, mentre i titoli obbligazionari e di Stato emessi dall’Italia, dai Paesi membri dell’Unione Europea e dagli altri Stati compresi nella white list la tassazione scende al 12,50% sui proventi realizzati. Il rendimento effettivo, quindi, è sensibilmente minore di quello nominale.

 
Pubblicato : 21 Maggio 2023 07:30