Come accettare una proposta di lavoro
Cosa controllare nell’offerta di impiego e nella lettera di assunzione per evitare equivoci e fregature; come ottenere condizioni contrattuali giuste e adeguate.
Di questi tempi, trovare un posto di lavoro adeguatamente retribuito è un miraggio per molti giovani che, nonostante il titolo di studio, non riescono a trovare sbocchi, ma anche per parecchi over 50 che hanno subito un licenziamento e hanno difficoltà a reinserirsi. Così c’è chi spara a raffica, inondando di curriculum aziende e professionisti, chi pubblica inserzioni su piattaforme social come LinkedIn, chi partecipa ai vari concorsi pubblici disponibili e chi preferisce fare selezioni mirate, magari munito di una raccomandazione per l’assunzione.
In tutti i casi, si pone un’importante domanda: come accettare una proposta di lavoro, dopo che il primo scoglio, quello della ricerca, è stato superato, ed anche quando si ha la fortuna di riceverla senza averla dovuta cercare, come talvolta accade in alcuni ambiti connotati da professionalità specifiche, o quando si è stati “segnalati”, oppure quando è la stessa azienda, o professionista, a prendere l’iniziativa formulando un’offerta “prendere o lasciare” a un determinato candidato o aspirante a una determinata posizione lavorativa.
Inizialmente sembra una fortuna ricevere l’ok all’assunzione, ma la fregatura è sempre dietro l’angolo, perché se non si conoscono le regole legali c’è il rischio di trovarsi a lavorare senza contratto o con un contratto inadeguato: spesso ci si impegna a fornire le proprie prestazioni in cambio di una retribuzione insufficiente o addirittura misera, certamente non rapportata alla qualità ed alla quantità del lavoro svolto.
Proposta di lavoro: come funziona
La proposta di lavoro può arrivare per iniziativa del datore, che formula un’offerta diffondendola attraverso vari canali di comunicazione (cartelli sulla porta del negozio: “cercasi commessa”, inserzioni sui social, pubblicità radiotelevisiva o sui giornali, ecc.) oppure può scaturire dall’iniziativa dell’aspirante dipendente, che ha inviato curriculum, e-mail, messaggi o lettere e magari è stato chiamato per un colloquio preliminare.
In questo secondo caso la proposta di lavoro “ufficializzata” e mirata a una determinata persona, anziché al pubblico indistinto, giungerà con una lettera, che oggi per rapidità viene inviata mediante e-mail, o con un messaggio su Whatsapp e sistemi analoghi (se l’aspirante, come quasi sempre avviene, ha lasciato il proprio numero ed ha acconsentito a ricevere comunicazioni telefoniche) in cui si comunica sinteticamente all’interessato che ha superato positivamente le selezioni, e lo si invita a presentarsi dal titolare, dal responsabile delle risorse umane o da un altro incaricato, per concordare i dettagli. Talvolta in quella comunicazione gli si formula subito una vera e propria proposta di assunzione.
Proposta di assunzione: cosa deve contenere
Il rapporto di lavoro è un contratto, e la proposta di assunzione può essere paragonata ad un impegno formale del datore ad assumere un dipendente a determinate condizioni. Deve essere specificato il livello di inquadramento in base al contratto collettivo nazionale vigente per quella categoria o comparto, il tipo di mansioni da svolgere, l’orario di lavoro e, ovviamente, la retribuzione, che alcuni tendono a nascondere.
Ma il trattamento economico spettante al lavoratore dipendente non è un elemento che può essere calcolato a cose fatte, cioè a prestazione avvenuta o addirittura dopo che un periodo di lavoro è stato svolto: si tratta del corrispettivo della prestazione lavorativa, dunque è indispensabile comunicare l’ammontare della retribuzione in anticipo, ed esporre in modo preciso i criteri della sua quantificazione. In altre parole, la retribuzione potrebbe non essere esposta nel preciso importo (ad esempio, 1.700 euro lordi mensili), ma la proposta di assunzione deve comunque indicare i parametri di riferimento (ad esempio, Ccnl Commercio, livello 5°).
Per evitare fraintendimenti, la retribuzione deve essere indicata con riferimento all’ammontare annuo lordo (RAL) salvo che per i contratti di durata inferiore all’anno. Ricorda che entro certi limiti si può concordare lo stipendio all’assunzione, ad esempio valorizzando le proprie capacità al di sopra della media, per spuntare condizioni migliori rispetto a quelle proposte dal datore; ma la retribuzione non può mai scendere al di sotto del minimo inderogabile stabilito dal contratto collettivo nazionale applicabile alla categoria ed al comparto di inquadramento del dipendente.
Proposta di lavoro: cosa controllare per tutelarsi
Abbiamo appena visto che la proposta di assunzione deve indicare tutti gli elementi fondamentali del contratto di lavoro, compresa la retribuzione. Ma siccome potrebbe essere passato parecchio tempo da quando il candidato lavoratore aveva manifestato il proprio interesse – oppure potrebbe avere ricevuto più proposte da aziende diverse, da comparare fra loro – è bene controllare che la proposta di lavoro sia completa e ben dettagliata, in modo che l’aspirante disponga di tutti gli elementi necessari per decidere se accettarla o rifiutarla.
Ecco a cosa occorre prestare la maggiore attenzione (oltre, ovviamente, alla serietà e solidità del datore di lavoro):
- data di assunzione, che talvolta, se troppo ravvicinata, potrebbe non coincidere con i propri impegni pregressi e da portare a termine, senza contare l’eventuale necessità di un trasloco se la sede lavorativa è distante dal proprio luogo di residenza;
- sede di svolgimento delle prestazioni lavorative: molti grandi aziende hanno una sede centrale e più stabilimenti, uffici o articolazioni produttive e commerciali dislocate in tutta Italia e talvolta anche all’estero. La proposta di lavoro deve specificare con esattezza dove il dipendente verrà impiegato, perché ciò ha evidenti riflessi organizzativi ed anche economici, se non viene previsto un adeguato trattamento di missione e rimborso spese;
- tipo di contratto proposto: esistono, infatti, numerose forme di contratto di lavoro subordinato, ma solo una è a tempo indeterminato, e il più delle volte ci si arriva dopo un percorso di apprendistato, tirocinio formativo ed assunzione in prova per un determinato periodo; quindi, per evitare situazioni di illegalità, deve essere esattamente specificata la tipologia contrattuale; per avere il quadro completo, leggi “Quali tipologie di contratto prevede il lavoro dipendente“.
- uso della mensa aziendale o, in alternativa, buoni pasto spettanti ed eventuali benefit aziendali riconosciuti al dipendente: sono trattamenti integrativi, molto diffusi in alcune aziende private (specialmente se di grandi dimensioni) per creare una situazione di welfare e fidelizzare i propri dipendenti.
Lettera di assunzione: il contenuto obbligatorio
Il datore di lavoro ha per legge [1] l’obbligo di fornire al dipendente una serie di informazioni essenziali entro 30 giorni dalla data di assunzione, ed esse – se manca un contratto di lavoro già sottoscritto da entrambe le parti – devono essere formalizzate nella lettera di assunzione, che così viene largamente utilizzata per “consacrare” la proposta di lavoro accettata dal dipendente, tant’è che viene da egli firmata proprio per accettazione delle condizioni in essa indicate.
La lettera di assunzione (di cui qui ti forniamo un fac simile) deve contenere queste informazioni:
- il luogo di lavoro, specificando se è prevista l’applicazione in un’unica sede oppure in più sedi e luoghi diversi;
- la durata del rapporto di lavoro, e da qui emerge se si tratta di contratto a tempo determinato o indeterminato;
- l’eventuale periodo di prova;
- l’inquadramento, il livello e la qualifica del dipendente neo-assunto, in base al Ccnl di riferimento ed agli eventuali contratti integrativi aziendali;
- l’ammontare della retribuzione annua lorda (Ral), con l’indicazione del periodo di pagamento (ad esempio, il giorno 27 di ogni mese);
- l’orario di lavoro con la sua articolazione nella settimana e nel mese (da qui risulta se si tratta di contratto full time, a tempo pieno, o part time, cioè parziale e con orario ridotto);
- la durata del periodo di ferie retribuite, che sono un diritto irrinunciabile del lavoratore;
- i termini di preavviso in caso di recesso di una delle parti (lavoratore o datore).
Attenzione: la mancata comunicazione di tali informazioni non provoca l’invalidità del rapporto di lavoro instaurato: il contratto è comunque valido. Il dipendente che è rimasto privo degli elementi necessari ma nel frattempo ha iniziato a svolgere le sue prestazioni lavorative potrà rivolgersi, anche per via sindacale, alla Direzione provinciale del lavoro, che sanzionerà in via amministrativa il datore inadempiente, fermi restando tutti i diritti maturati ed acquisiti dal lavoratore: ad esempio, le differenze retributive tra la paga spettante e quella effettivamente corrisposta, o le ferie maturate e non godute.
Non finisce qui, perché ad assunzione fatta il datore di lavoro deve comunicare, entro 24 ore, l’instaurazione del nuovo rapporto al Centro per l’impiego territorialmente competente. La trasmissione deve avvenire obbligatoriamente in forma telematica, tramite l’invio del modello Unilav, per rendere certa la data di inoltro ed impedire comportamenti fraudolenti. Se vuoi essere certo che tale adempimento sia stato correttamente effettuato, leggi “Come verificare assunzione di lavoro“. L’assunzione va comunicata anche all’Inps, ai fini del versamento dei contributi previdenziali, e all’Inail per le prestazioni assicurative riconosciute in caso di malattia professionale o di infortunio sul lavoro.
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