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Col condono si evita la demolizione dell’abuso edilizio?

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(@paolo-florio)
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Scopri se il condono edilizio può effettivamente evitare l’ordine di demolizione di un abuso edilizio. Analizziamo il ruolo del giudice nell’esecuzione e la necessità di verificare la legalità sostanziale.

Il condono edilizio è un tema di grande rilevanza nell’ambito urbanistico e delle normative edilizie. Spesso, chi si trova in violazione delle norme urbanistiche spera che il condono possa salvaguardare la propria costruzione dalla demolizione. Tuttavia, è fondamentale capire che ottenere il titolo in sanatoria non comporta automaticamente la revoca dell’ordine di demolizione. È compito del giudice dell’esecuzione verificare la legalità sostanziale, ovvero l’effettiva coincidenza tra le opere oggetto del condono edilizio e quelle realmente presenti al momento della richiesta di revoca. Sono questi i principi affermati di recente dalla Cassazione [1].

In questo articolo, esploreremo più a fondo il rapporto tra il condono edilizio e l’ordine di demolizione, analizzando il ruolo del giudice e le considerazioni legali che emergono da recenti sentenze. Cercheremo di fornire risposte chiare e comprensibili a domande comuni su questo argomento spinoso.

Cosa succede quando si ottiene il titolo in sanatoria?

Quando viene ottenuto il titolo in sanatoria, ci si potrebbe aspettare che l’ordine di demolizione venga automaticamente revocato. Tuttavia, questo non è sempre il caso. Il giudice dell’esecuzione ha il compito di verificare se le opere sanate corrispondano a quanto effettivamente presente nel luogo al momento della richiesta di revoca.

Supponiamo che Tizio abbia ottenuto il condono per un abuso edilizio su una struttura. Successivamente, effettua opere di manutenzione e riparazione coperte da una regolare Scia. Nonostante queste operazioni, la Cassazione ha stabilito che i successivi interventi di Tizio costituiscano una prosecuzione dell’abuso edilizio, determinando uno scollamento tra ciò che è stato sanato e la realtà. Di conseguenza, l’ordine di demolizione continuerà a pesare sull’intera opera.

Qual è il ruolo del giudice dell’esecuzione?

Il giudice dell’esecuzione ha il compito di valutare la legalità sostanziale dell’abuso edilizio e del condono. Non è sufficiente una semplice verifica formale dell’atto di condono privo di vizi, ma è necessario accertare se quanto è stato sanato corrisponda effettivamente allo stato dei luoghi. Solo in tal caso il giudice può procedere alla revoca dell’ordine di demolizione.

Immaginiamo che Caio, dopo aver ottenuto il condono per un’opera abusiva, realizzi ulteriori interventi che modificano radicalmente la struttura originaria. In questo caso, il giudice potrebbe respingere la richiesta di revoca dell’ordine di demolizione, poiché gli interventi successivi alterano la conformità dell’opera rispetto al condono ottenuto.

Cosa significa “legalità sostanziale” nel contesto del condono edilizio?

La legalità sostanziale si riferisce alla corrispondenza tra ciò che risulta amministrativamente sanato e ciò che è stato effettivamente realizzato sul luogo. Non è sufficiente una verifica formale dell’atto di condono, ma è fondamentale accertare se le opere oggetto del condono coincidano con quelle presenti nella realtà. Solo in questo caso il giudice può valutare la revoca dell’ordine di demolizione.

Poniamo il caso di Sempronio, che ha ottenuto il condono per la realizzazione di un ampliamento non conforme alle norme edilizie. Tuttavia, successivamente, viene scoperto che l’ampliamento realizzato supera di gran lunga le dimensioni dichiarate e autorizzate. In questa situazione, la legalità sostanziale viene compromessa, e l’ordine di demolizione potrebbe essere confermato.

Cosa accade se l’opera sanata subisce modifiche dopo l’ottenimento del condono?

Se l’opera oggetto del condono subisce modifiche significative o interventi successivi che la rendono non conforme alle condizioni stabilite nel condono stesso, l’ordine di demolizione potrebbe non essere revocato. È importante ricordare che l’ottenimento del condono non concede un’immunità perpetua contro eventuali interventi successivi che alterino l’integrità dell’opera.

Immaginiamo che Vario ottenga il condono per la costruzione di un balcone. Successivamente, però, decide di chiudere il balcone trasformandolo in una stanza aggiuntiva. Questa modifica sostanziale dell’opera comporta uno scollamento tra il condono originario e la nuova configurazione dell’edificio, e di conseguenza l’ordine di demolizione potrebbe essere confermato.

Conclusioni

In conclusione, ottenere il titolo in sanatoria attraverso il condono edilizio non garantisce automaticamente la revoca dell’ordine di demolizione se l’opera è oggetto di successivi interventi rispetto alla sanatoria. È compito del giudice dell’esecuzione valutare la legalità sostanziale tra ciò che è stato sanato e ciò che effettivamente esiste sul luogo. Qualsiasi modifica o intervento successivo all’ottenimento del condono potrebbe compromettere la conformità dell’opera e determinare il mantenimento dell’ordine di demolizione.

 
Pubblicato : 15 Maggio 2023 19:15