Chi va in pensione anticipata può lavorare?
Quando scatta il divieto di cumulo con i redditi di lavoro dipendente o autonomo; cosa succede alla pensione in tali casi.
La pensione è un traguardo auspicato da tutti, ma per molti lavorare dopo aver raggiunto la pensione è un’utile fonte di guadagno, oltre che un modo per tenersi occupati. E questo vale specialmente per chi ha conseguito la pensione di anzianità, come Quota 100 (ci si arriva a 62 anni di età più 38 anni di contributi o Quota 102 (si consegue con 64 anni di età e 38 anni di contributi).
Ma chi va in pensione anticipata può lavorare? Bisogna chiederselo perché il lavoro – dipendente o autonomo che sia – produce un reddito. E questo reddito ulteriore incassato da chi è già andato in pensione anticipata – che ormai, con le regole attuali, non è più un pensionato baby, ma un “quasi anziano” – potrebbe incidere negativamente sulla pensione anticipata: addirittura provocando la sua sospensione, e questo stop potrebbe durare fino al raggiungimento degli anni di età (attualmente 67) richiesti per arrivare alla pensione di vecchiaia.
Insomma, chi lavora mentre è in pensione anticipata potrebbe subire decurtazioni e avere brutte sorprese se non conosce le semplici regole che ora ti illustriamo: bisogna stare attenti a non sforare il tetto limite, altrimenti scatta il divieto di cumulo tra redditi di lavoro e pensione anticipata.
Pensione anticipata e divieto di cumulo con redditi di lavoro
Dal 1° gennaio 2009 in poi tutti i redditi di lavoro sono diventati cumulabili con le pensioni di vecchiaia o di anzianità ed anche con le varie forme esistenti di pensione anticipata. Questo comporta che, di regola, si può lavorare anche mentre si è in pensione. Ma questo non vale sempre e in tutti i casi: il vecchio divieto di cumulo così abolito è stato recentemente reintrodotto per due tipi di pensioni anticipate: Quota 100 e Quota 102. In questi due casi il percettore di pensione anticipata non può lavorare, a pena di sospensione del trattamento pensionistico fino a quando non sorgerà il diritto a percepire la pensione di vecchiaia (salva l’eccezione che adesso ti esponiamo); infatti la ripresa dell’attività lavorativa deve essere comunicata all’Inps proprio al fine di bloccare l’erogazione dell’emolumento. E se la comunicazione del nuovo lavoro del pensionato in Quota 100 o Quota 102 è tardiva, l’Inps richiederà anche la restituzione degli assegni percepiti durante il periodo in cui il pensionato ha lavorato.
Pensione Quota 100
La pensione Quota 100 non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, e ciò vale fino alla data di maturazione del requisito anagrafico per conseguire la pensione di vecchiaia: quindi il divieto di cumulo finisce al compimento dei 67 anni di età [1]. L’unica eccezione è quella del lavoro autonomo occasionale, ma con il limite massimo di 5.000 euro lordi annui di compensi: se si rientra in questa soglia i redditi sono cumulabili con la pensione, mentre il divieto di cumulo scatta inesorabilmente se la si supera.
Pensione Quota 102
Analoghe disposizioni valgono per la cosiddetta Quota 102, una forma di pensione anticipata introdotta nel 2022 per coloro che maturano 38 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022 (si tratta, sostanzialmente, dei nati nel 1958, che entro il 2022 compiono 64 anni di età): anche qui vige il divieto di svolgere attività di lavoro, tranne che nel caso del lavoro autonomo occasionale, se non si supera la soglia di 5.000 euro di reddito lordo annuo.
Opzione Donna
La pensione Opzione Donna – che consente l’uscita anticipata dal lavoro a 58 anni per le lavoratrici dipendenti e a 59 anni per le autonome, in entrambi i casi con 35 anni di contributi – è una misura temporanea, vigente fino al 31 dicembre 2022. Qui non si applicano le disposizioni che vietano il cumulo, pertanto è possibile svolgere attività lavorative che comportano la percezione di redditi di lavoro dipendente o autonomo.
Divieto di cumulo: è incostituzionale?
La Corte Costituzionale [2] si è recentemente pronunciata sulla questione di incostituzionalità sollevata dal tribunale di Trento a proposito del divieto di cumulo tra pensioni anticipate e redditi di lavoro: secondo il giudice remittente ci sarebbe disparità di trattamento fra i redditi di lavoro dipendente, per i quali il divieto di cumulo con la pensione anticipata scatta sempre, e i redditi di lavoro autonomo, per i quali, come abbiamo visto, opera solo se si supera la soglia dei 5mila euro annui.
La Consulta, però, ha dichiarato infondata la questione, perché il raffronto prospettato – che riguardava specificamente le pensioni Quota 100 – non è corretto: infatti sul lavoro autonomo occasionale (nel limite di 5mila euro annui) non ci sono contributi da versare, mentre sul lavoro dipendente sì. Quindi le due ipotesi non sono comparabili fra loro e non c’è violazione del principio di uguaglianza. Inoltre il motivo ispiratore di Quota 100 è quello di stimolare l’uscita anticipata, ed agevolata, dal mondo del lavoro dipendente di tipo subordinato, e ciò spiega perché il divieto di cumulo opera senza alcun limite minimo.
Approfondimenti
Per approfondire la materia leggi anche:
- In pensione con Quota 100 si può lavorare?;
- Sono in pensione anticipata: posso lavorare?;
- Pensione Quota 100 e 102: posso lavorare?;
- Quando si può lavorare dopo la pensione.
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