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Chi sono gli eredi legittimi?

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(@angelo-greco)
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A chi va l’eredità senza testamento: i gradi di successione tra parenti stretti e meno stretti. Il diritto di abitazione del coniuge superstite.

Quando si parla di eredi legittimi si intende un concetto diverso da quello di “eredi legittimari” per quanto i due termini siano simili. Il primo si riferisce a quei soggetti tra cui, in assenza di testamento, va diviso il patrimonio del defunto secondo le regole del codice civile. Il secondo invece si riferisce a quei soggetti che, a prescindere dalle disposizioni testamentarie, va sempre e comunque una quota minima del patrimonio in quanto non possono mai essere diseredati.

Dunque, per definire al meglio chi sono gli eredi legittimi, ci si deve riferire alle successioni “per legge” o, anche detta “legittima”, quella cioè che si apre quando non è stato scritto un testamento o questo è stato dichiarato nullo.

In questa breve guida individueremo a chi va l’eredità se manca il testamento ossia, in altri termini, chi sono gli eredi legittimi. Ma procediamo con ordine.

Cos’è la successione legittima?

In assenza di un valido testamento è la legge ad individuare quali parenti ereditano, e in quale misura (la materia è regolata dagli articoli 565 e seguenti del codice civile).

Per regola generale, i parenti più prossimi escludono i più remoti. Quindi, ad esempio, se il defunto ha lasciato dei figli, ai suoi fratelli o sorelle – in quanto parenti meno prossimi rispetto ai discendenti – non va nulla.

La successione legittima dunque opera in tre casi:

  • se manca un testamento;
  • se il testamento viene dichiarato nullo;
  • se il testamento dispone solo di una parte del patrimonio del defunto (in tal caso la successione legittima opera per la parte non disciplinata dal testamento).

A chi va l’eredità di una persona senza figli?

Se una persona muore lasciando solo il coniuge, senza né fratelli o sorelle, né genitori o altri ascendenti, il coniuge è erede universale. Quindi il marito o la moglie ha diritto a ottenere l’intero patrimonio.

Se, oltre al coniuge, ci sono fratelli e/o sorelle, senza però gli ascendenti, al coniuge vanno i due terzi dell’eredità mentre ai fratelli/sorelle un terzo.

Allo stesso modo se, oltre al coniuge, ci sono i genitori del defunto ma non ci sono fratelli o sorelle, al primo vanno i due terzi dell’eredità mentre ai secondi, in parti uguali, va il residuo terzo.

Se ci sono, oltre al coniuge, sia fratelli o sorelle, sia i genitori, al coniuge vanno i due terzi dell’eredità mentre il residuo terzo viene diviso in due parti: una metà (quindi un sesto) va diviso in parti uguali tra fratelli e sorelle, mentre l’altra metà (l’altro sesto) va diviso tra i genitori).

Al coniuge è equiparata la parte di una unione civile.

A chi va l’eredità di una persona separata?

La separazione non fa venir meno i diritti di successione del coniuge, a meno che questi non abbia subìto il cosiddetto “addebito” da parte del giudice che ha deciso la separazione stessa. L’addebito è l’imputazione di responsabilità per la fine del matrimonio che scatta quando una persona viola i doveri dei coniugi (convivenza, fedeltà, rispetto, pari contribuzione ai bisogni della famiglia, reciproca assistenza morale e materiale).

A chi va l’eredità di una persona divorziata

Il divorzio invece fa cessare ogni diritto ereditario, anche quando sia avvenuto senza addebito. Pertanto, nel caso di successione del precedente coniuge, l’ex che è ancora in vita non ha diritto ad alcunché. Non solo: l’assegno di mantenimento che eventualmente percepiva dal defunto decade per sempre e non si trasmette sui suoi eredi.

Chi succede all’eredità di una persona che pagava quindi gli alimenti a un’altra non subentra nel debito.

Quando il matrimonio è stato dichiarato nullo dopo la morte di uno dei coniugi, il coniuge superstite di buona fede succede come se fosse coniuge a tutti gli effetti, applicandosi pertanto le regole generali, compresa la successione nel contratto di locazione. Egli è però escluso dalla successione, se il defunto al momento della morte risulta legato da un valido matrimonio con un altro soggetto.

A chi va l’eredità di una persona con figli?

Se chi muore lascia solo uno o più figli, senza coniuge, a questi va l’intero patrimonio: sono cioè eredi universali.

Se invece chi muore lascia il coniuge e un solo figlio, metà dell’eredità va al marito o alla moglie superstite e l’altra metà al figlio. Al coniuge spetta sempre il diritto di abitazione su quella che prima era la casa coniugale, diritto che cessa solo alla sua morte.

Se invece, oltre al coniuge, ci sono più figli, al primo va un terzo dell’eredità, mentre ai figli gli altri due terzi. Resta salvo il diritto di abitazione del coniuge superstite.

Il fatto che siano presenti dei figli, esclude automaticamente dall’eredità sia i genitori che i fratelli e sorelle del defunto.

Se i figli rinunciano all’eredità, in loro luogo possono ereditare i nipoti, sempre se esistenti e sempre che accettino la successione.

A chi va l’eredità di una persona senza coniuge e senza figli?

In assenza di figli e fratelli del defunto, gli ascendenti (quindi innanzitutto i genitori) sono eredi universali e dovranno dividersi in parti uguali l’intero patrimonio.

In assenza di figli e ascendenti del defunto, l’intera eredità va agli eventuali fratelli e sorelle in parti uguali.

Se invece ci sono tanto gli ascendenti quanto i fratelli/sorelle del defunto, ai primi va metà dell’eredità in parti uguali, ai secondi l’altra metà anch’essa da dividere in parti uguali.

In assenza di figli, genitori, fratelli/sorelle o loro discendenti: agli ascendenti paterni va metà dell’eredità mentre agli ascendenti materni l’altra metà.

Se non c’è nessuno di questi soggetti, l’intera eredità va divisa tra i parenti purché entro il 6º grado. In tale ipotesi l’eredità viene divisa tra loro in parti uguali, privilegiando però i parenti di grado più prossimo.

Se tali soggetti mancano o rinunciano all’eredità, l’intero patrimonio del defunto va allo Stato.

Equiparazione tra i figli

Quando si parla di figli del defunto si fa riferimento a tutti, sia quelli nati da una unione di fatto che a quelli derivanti da un matrimonio, compresi gli adottivi.

Se però un figlio non è stato riconosciuto, può agire anche dopo la morte del genitore per ottenere dal giudice il riconoscimento della paternità e così partecipare alla divisione del patrimonio ereditario.

Come funziona il diritto di abitazione del coniuge superstite

Il diritto di abitazione sulla casa familiare e di uso dei mobili, secondo l’articolo 540 del codice civile, è garantito al coniuge superstite, anche in presenza di altri eredi a cui sia andata una parte dell’immobile in questione. Questo diritto riguarda la casa utilizzata come residenza familiare e i mobili in essa presenti, appartenenti al defunto o acquistati in comune.

Affinché sussista questo diritto sono necessari due elementi fondamentali:

  • un matrimonio valido al momento dell’apertura della successione (requisito soggettivo);
  • la proprietà della casa familiare deve essere del defunto o condivisa con il coniuge (requisito oggettivo).

Questi diritti, considerati come “legato ex lege”, si trasferiscono automaticamente alla morte del coniuge e sussistono anche senza registrazione formale (Cassazione, 30 aprile 2012, n. 6625). Gli altri eredi ricevono la proprietà dell’immobile gravata dal diritto limitato di abitazione del coniuge superstite.

La definizione di “casa adibita a residenza familiare” si riferisce all’immobile dove i coniugi vivevano insieme (Cassazione, 14 marzo 2012, n. 4088). Il diritto di abitazione si applica solo all’immobile realmente utilizzato come residenza familiare prima della morte del defunto (Cassazione, 5 giugno 2019, n. 15277). Non è estendibile a ulteriori appartamenti non utilizzati per le necessità abitative della famiglia o a residenze temporanee (Cassazione, 14 marzo 2012, n. 4088; Cassazione, 10 marzo 2023, n. 7128).

Il valore del diritto di abitazione deve essere escluso dall’eredità prima della sua divisione tra i coeredi (Cassazione, 27 febbraio 2013, n. 4847).

Recentemente, la Cassazione ha stabilito che i diritti di abitazione e uso spettano anche al coniuge separato senza addebito, a meno che la casa non abbia perso ogni connessione con la destinazione familiare originaria (Cassazione, 26 luglio 2023, n. 22566).

In caso di separazione e cessazione della convivenza, il coniuge superstite perde il diritto di abitazione (Cassazione, 12 giugno 2014, n. 13407).

Se la casa familiare è in comproprietà con terzi, generalmente non spetta il diritto di abitazione al coniuge superstite (Cassazione, 23 maggio 2000, n. 6691). Un nuovo matrimonio non fa perdere il diritto di abitazione.

Differenza tra eredi legittimi ed eredi legittimari

Gli eredi legittimari sono coloro che, con o senza testamento, hanno sempre diritto a una quota minima di eredità individuata dalla legge. Tali soggetti sono:

  • il coniuge (o la parte dell’unione civile) anche se separato, purché senza addebito;
  • i figli;
  • gli ascendenti, solo in assenza di figli.

Leggi Quali sono le quote degli eredi legittimari.

 
Pubblicato : 28 Novembre 2023 16:45