Chi può fare il mediatore?
Mediazione civile e commerciale: in cosa consiste la procedura di conciliazione obbligatoria per legge? Chi può diventare mediatore?
La mediazione è un importante strumento di conciliazione che serve a risolvere pacificamente le controversie grazie all’intervento di un soggetto, terzo ed imparziale, che prende il nome di mediatore. Si tratta di un ruolo molto delicato, per il quale la legge ha previsto il possesso di determinati requisiti. È in questa cornice che si inserisce il seguente quesito: chi può fare il mediatore?
Come vedremo, si tratta di una professione che non è riservata agli avvocati né ai laureati in giurisprudenza ma a tutti coloro che, possedendo certi requisiti, hanno seguito con profitto un corso di formazione. Procediamo con ordine.
Cos’è la mediazione civile e commerciale?
La mediazione civile e commerciale è uno strumento alternativo di risoluzione delle controversie che prevede l’intervento di un soggetto, il mediatore, estraneo alla contesa.
La mediazione è condizione di procedibilità in alcune materie (condominio, successione, diritti reali, ecc.); ciò significa che il suo tentativo è necessario per poter poi intraprendere una causa vera e propria.
Negli altri casi la mediazione è facoltativa, nel senso che non costituisce un obbligo per colui che vuole agire in giudizio.
Come funziona la mediazione?
La domanda di mediazione deve essere presentata presso un organismo di mediazione accreditato che abbia la propria sede principale (o secondaria) nel luogo del giudice territorialmente competente per la controversia che si intende proporre.
L’organismo nomina un mediatore affinché possa seguire la procedura, fissando innanzitutto la data del primo incontro, la quale va ovviamente comunicata alle parti in lite.
Queste si presentano assistite dai rispettivi avvocati e, unitamente al mediatore, cercano di raggiungere un accordo.
Se ciò avviene, l’intesa viene formalizzata all’interno di un verbale, sottoscritto da tutti i presenti (compreso il mediatore), che ha valore di titolo esecutivo come se fosse una sentenza.
In caso contrario, la mediazione termina con un verbale avente esito negativo. Le parti sono quindi libere di procedere in giudizio.
Cosa fa il mediatore?
Il mediatore deve favorire la soluzione pacifica della controversia in corso. Egli non può tuttavia imporre la propria volontà, ma solo suggerire metodi e soluzioni che possano portare a una composizione bonaria della lite.
Per la precisione, durante il primo incontro il mediatore può solo illustrare le finalità della mediazione e gli interessi che sono in gioco; solo nel caso in cui le parti decidano di aderire al percorso conciliativo e di proseguire (pagando le relative indennità), il mediatore potrà entrare nel merito della vicenda e, dopo attenta valutazione della documentazione, proporre una propria soluzione.
Come si diventa mediatore?
Per fare il mediatore occorre avere determinati requisiti, oltre che seguire un percorso di formazione con superamento del relativo esame finale.
Per la precisione, per fare il mediatore civile e commerciale occorre:
- possedere una laurea almeno triennale;
- in alternativa alla laurea triennale, essere iscritti a un ordine o collegio professionale, come ad esempio quello dei geometri o dei ragionieri;
- possedere i seguenti requisiti di onorabilità: a) non avere riportato condanne definitive per delitti dolosi o a pena detentiva non sospesa; b) non essere incorso nell’interdizione perpetua o temporanea dai pubblici uffici; c) non essere stato sottoposto a misure di prevenzione o di sicurezza; d) non avere riportato sanzioni disciplinari diverse dall’avvertimento;
- in ogni caso, frequentare un corso di formazione, articolato in corsi teorici e pratici, di almeno 50 ore presso enti accreditati dal Ministero della Giustizia e superare il relativo esame finale.
Ottenuta l’abilitazione, il mediatore ha l’obbligo di aggiornamento formativo biennale di almeno 18 ore, che consiste nella partecipazione a dei corsi di aggiornamento svolti presso enti accreditati dal Ministero e a un tirocinio assistito gratuito, partecipando ad almeno 20 casi di mediazione.
Per poter concretamente esercitare la professione di mediatore, bisogna poi sottoscrivere una dichiarazione di disponibilità allo svolgimento del servizio presso un organismo di mediazione (generalmente presente sul proprio territorio).
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