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Chi può essere considerato artigiano?

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(@carlos-arija-garcia)
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Non solo falegname o restauratore di mobili: anche il tassista, il programmatore o il grafico. Ecco com’è disciplinato il settore del lavoro manuale.

Di solito quando si dice «artigiano» si pensa a chi costruisce mobili, oggetti in legno, ecc. In realtà, il concetto è più vasto. Chi può essere considerato artigiano? Quali attività rientrano in questo comparto? E chi può lavorare come dipendente? Ci vogliono degli studi particolari?

Secondo la legge, è artigiano chi esercita un’attività d’impresa finalizzata alla produzione di beni, anche semilavorati, o alla prestazione di servizi, ad esclusione delle attività agricole e commerciali. Significa che può iscriversi come artigiano il falegname ma anche chi ha un autolavaggio, chi ha una scuola guida, chi fa la parrucchiera o l’estetista, il programmatore di software o chi fa i tatuaggi, solo per fare qualche esempio. Vediamo com’è organizzato questo settore.

Chi può essere imprenditore artigiano?

Viene considerato imprenditore artigiano chi esercita personalmente, professionalmente e in qualità di titolare l’impresa artigiana, assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi e svolgendo in misura prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo.

L’impresa deve essere iscritta all’albo delle imprese artigiane e può svolgersi in un luogo fisso, presso la sua abitazione o in altra sede designata, oppure in forma ambulante o di posteggio.

Altra sua caratteristica fondamentale: un artigiano può essere titolare di una sola impresa appartenente a questo settore.

Quale tipo di società può essere costituita da un artigiano?

Un’impresa artigiana può essere costituita in forma di società, anche cooperativa, purché la maggioranza dei soci (uno, nel caso di due soci) svolga in prevalenza lavoro personale, anche manuale, nel processo produttivo e che nell’impresa il lavoro abbia funzione preminente sul capitale.

In particolare, un artigiano può costituire:

  • una spa o una sapa, anche se viene escluso il riconoscimento della qualifica artigiana;
  • una srl con unico socio in possesso dei requisiti dell’imprenditore artigiano. Non deve essere socio unico di altra srl o socio di una sas;
  • una srl con pluralità di soci, purché la maggioranza dei soci lavoratori (oppure uno di essi, nel caso di due soci) detenga la maggioranza del capitale sociale e degli organi deliberanti della società;
  • una sas, a condizione che ciascun socio accomandatario sia in possesso dei requisiti tipici dell’imprenditore artigiano e non sia unico socio di srl o socio di altra sas;
  • una società cooperativa a responsabilità limitata: i soci devono essere in possesso dei requisiti tipici dell’imprenditore artigiano.

Quanti dipendenti può assumere un artigiano?

Abbiamo visto che l‘imprenditore artigiano deve lavorare per la sua impresa in prima persona e che questa deve essere la sua principale attività. Ma, ovviamente, non sempre può fare tutto da solo. C’è un limite occupazionale in questo settore?

La risposta è sì. L’artigiano non deve superare un certo numero di assunzioni, altrimenti l’impresa perderebbe la sua natura. I limiti dipendono dal tipo di attività e interessano sia il numero di dipendenti sia quelli assunti con contratto di apprendistato.

Nelle imprese artigiane con lavorazioni in serie, purché non del tutto automatizzate:

  • fino a 9, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 5;
  • fino a 12, solo se gli apprendisti sono 8.

Lavorazioni non in serie:

  • fino a 18, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 9;
  • fino a 22 solo se gli apprendisti sono 13.

Lavorazioni artistiche, tradizionali e abbigliamento su misura:

  • fino a 32, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 16;
  • fino a 40 solo se gli apprendisti sono 24.

Trasporto: fino a 8.

Costruzioni edili:

  • fino a 10, compresi gli apprendisti in numero non superiore a 5:
  • fino a 14 solo se gli apprendisti sono 9.

Dovendo fare questi conti, chi rientra nel computo dei dipendenti, soprattutto se nell’attività artigiana sono coinvolti anche i familiari dell’imprenditore? Bisogna conteggiare:

  • dei dipendenti di qualsiasi mansione;
  • dei familiari dell’imprenditore, anche se partecipanti all’impresa familiare, che svolgono la loro attività prevalentemente e professionalmente nell’ambito dell’impresa artigiana;
  • dei soci, tranne uno, che svolgono il prevalente lavoro personale nell’impresa artigiana.

Non vanno, invece, conteggiati:

  • per un periodo di 2 anni, gli apprendisti passati in qualifica e mantenuti in servizio dalla stessa impresa artigiana;
  • i lavoratori a domicilio, a patto che non superino un terzo dei dipendenti non apprendisti dell’impresa artigiana;
  • i portatori di handicap fisici, psichici o sensoriali.

Alcuni esempi di imprese artigiane

Come si diceva all’inizio, si tende ad identificare il lavoro artigiano con quello di chi crea o sistema un mobile, un divano, un oggetto in ferro o in vetro, porte e finestre, ecc. Si pensa subito alla bottega di una volta e, in parte è ancora così ma non è solo così.

Ecco, a titolo esemplificativo, alcune tra le più diffuse attività artigiane:

  • acconciatura ed estensione di capelli;
  • arti grafiche;
  • autonoleggio con conducente;
  • grafico;
  • copisteria;
  • edilizia;
  • estetista;
  • fotografia;
  • gastronomia (preparazione di cibi d’asporto);
  • gelateria;
  • imbianchino;
  • macellazione di carni;
  • massaggio estetico;
  • oreficeria;
  • panificio e pasticceria;
  • produzione e restauro di mobili;
  • taxi;
  • trasporto funebre.

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Pubblicato : 26 Febbraio 2023 15:00