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Chi paga l’IMU in caso di più proprietari?

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(@angelo-greco)
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In caso di comproprietà, comunione tra marito e moglie o tra eredi, l’IMU si divide? Esiste la solidarietà passiva?

In situazioni di comproprietà di un immobile, a chi spetta pagare l’Imu e secondo quali quote? È ciò che si può verificare, ad esempio, quando più persone ereditano una casa o quando marito e moglie, in regime di comunione dei beni, acquistano un immobile.

In questo articolo ci occuperemo di risolvere tali dubbi. Vedremo innanzitutto chi paga l’IMU in caso di più proprietari. Stabiliremo poi come si ripartisce tale imposta quando la stessa grava sugli eredi, distinguendo le annualità in cui era ancora in vita il precedente proprietario da quelle successive al decesso. Vedremo infine che succede se, a fronte di un soggetto che vanta solo la nuda proprietà, ce n’è un altro titolare del diritto di usufrutto o di abitazione. Ma procediamo con ordine.

In caso di comproprietà, chi paga l’Imu?

In caso di più soggetti comproprietari dello stesso immobile, ciascuno è tassato pro-quota. In altri termini, l’IMU grava su ciascun comproprietario in proporzione alla sua quota di proprietà.

Ipotizzando il caso di marito e moglie in comunione dei beni, ciascuno dei due dovrà versare il 50% dell’IMU. Invece, se ci sono tre eredi al 33% ciascuno, ognuno di loro dovrà versare solo un terzo dell’imposta.

Che succede se uno dei comproprietari non paga l’IMU?

In caso di comproprietà, non c’è solidarietà passiva. Questo significa che se uno dei soggetti passivi non versa la propria quota, gli altri non rischiano nulla: il Comune cioè non può pretendere da uno dei comproprietari la quota non versata da un altro.

In caso di comproprietà si può ottenere l’esenzione IMU?

La sussistenza di una comproprietà sull’immobile non esclude che uno dei comproprietari possa godere dell’esenzione IMU legata all’abitazione principale.

Ricordiamo, a tal fine, che l’esenzione IMU spetta solo a chi possiede entrambi i seguenti requisiti:

  • la residenza nell’immobile in questione;
  • la dimora abituazione nell’immobile in questione.

La residenza è un dato formale che si ottiene con una dichiarazione all’Ufficio anagrafe del Comune.

La dimora abituazione è invece un dato sostanziale che si realizza nel momento in cui una persona vive abitualmente (ossia per gran parte dell’anno) nell’abitazione in questione. Per tale requisito non esiste un registro, sicché la sua sussistenza viene verifica tramite polizia municipale o verifica dei consumi delle bollette delle utenze domestiche.

Le le esenzioni o agevolazioni spettanti a uno dei comproprietari non si estendono anche agli altri che non ne hanno diritto.

Ad esempio, se marito e moglie vivono entrambi nella stessa casa e vi risiedono, nessuno dei due avrà diritto all’esenzione IMU.

Se la casa invece va in eredità a quattro fratelli e solo due sorelle vi vivono e hanno la relativa residenza, queste due non dovranno versare il loro quarto di IMU, mentre le altre due saranno invece tenute a corrispondere il 25% a testa di IMU.

Che succede all’IMU in caso di eredità?

Se la casa va in successione, gli arretrati IMU relativi alle annualità in cui era ancora proprietario il defunto saranno divisi tra gli eredi secondo le quote di successione a ciascuno di essi spettanti. Ma cosa succede se uno degli eredi non paga la sua quota IMU? Neanche in questo caso sussiste la solidarietà passiva: sicché ciascuno di essi sarà responsabile, nei confronti del Comune, solo per la sua quota e non per quella degli altri.

La regola è identica per quanto riguarda le scadenze IMU successive alla morte e al passaggio di proprietà in favore degli eredi: anche in questo caso, verificandosi un’ipotesi di comunione pro indiviso, ciascuno sarà responsabile solo della propria quota. Dunque, gli eredi che hanno versato l’IMU non avranno nulla da temere se uno di loro non adempie alla propria quota.

Chi ha la prima casa deve pagare l’IMU?

Come anticipato, i presupposti per l’esenzione IMU sono la residenza e la dimora abituale. In questi casi si parla di abitazione principale e non di “prima casa” (concetto invece legato all’agevolazione che spetta al momento del rogito e che presuppone altri requisiti).

Dunque, sulla prima casa (intesa come prima abitazione acquistata) si paga l’IMU se manca uno dei due presupposti sopra accennati: la residenza e/o la dimora abituale.

Chi non ha la residenza deve pagare l’IMU?

Chi non è residente nell’abitazione, deve pagare l’IMU. Per lui infatti non vale l’esenzione. L’esenzione richiede entrambi i presupposti della residenza anagrafica (e quindi dell’iscrizione nel Registro anagrafe del Comune) e della dimora abituale (il fatto cioè di vivere per gran parte dell’anno nell’immobile in questione).

Che succede in caso di nuda proprietà?

Il nudo proprietario non è tenuto a versare l’IMU. Al suo posto dovranno pagare l’imposta il titolare dell’usufrutto o del diritto di abitazione. Ma se questi ultimi dovessero possedere i requisiti per l’esenzione (residenza e dimora abituale), neanche loro dovranno versare l’IMU.

Che succede se i coniugi hanno due case?

Marito e moglie proprietari di una casa a testa possono scegliere su quale di questa usufruire dell’esenzione e su quale invece versare l’IMU. Possono tuttavia godere dell’esenzione IMU su entrambi gli immobili se ciascuno ha la residenza nella relativa casa e risulta che vivono separatamente (ad esempio per ragioni di lavoro), possedendo quindi anche il secondo requisito per l’esenzione: la dimora abituale nell’immobile ove è fissata la residenza.

 
Pubblicato : 17 Luglio 2023 06:00