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Chi non ha mai lavorato ha diritto alla pensione di vecchiaia?

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(@paolo-remer)
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Quando si può percepire la pensione minima anche in totale assenza del requisito contributivo; a cosa hanno diritto le casalinghe.

Milioni di persone in Italia non hanno mai lavorato, nel senso che non hanno svolto nessuna attività di lavoro dipendente all’esterno delle mura domestiche, o avviato un lavoro autonomo con partita Iva. Sono soprattutto donne, che si sono dedicate in maniera assorbente alla cura della famiglia, alla casa e alla crescita dei figli. Succede anche a chi possiede un titolo di studio elevato, come la laurea, e non soltanto a chi è privo di istruzione oltre la scuola dell’obbligo. Per tutti costoro – e anche per chi ha sempre lavorato in nero, cioè irregolarmente e senza versamento della contribuzione previdenziale obbligatoria – sorge un’importante domanda: chi non ha mai lavorato ha diritto alla pensione di vecchiaia?

La situazione è destinata ad aggravarsi dal 1° gennaio 2024, data di abolizione completa della pensione di cittadinanza, parzialmente sostituita, per gli over 60, dall’assegno di inclusione, che però verrà erogato solo in presenza di particolari requisiti.

Fortunatamente esiste una forma di assistenza minima – che un tempo veniva chiamata pensione sociale – in grado di sopperire alle necessità di queste persone quando giungono nella fase più anziana della loro vita. L’importo non è elevato e anzi è francamente inadeguato, ma del resto tutte le pensioni, a seguito delle varie recenti riforme, hanno avuto un notevole abbassamento dell’importo, nonostante il progressivo innalzamento della soglia per accedere alla pensione di vecchiaia.

La piccola buona notizia, invece, è che per tutti questi aspiranti pensionati che sono rimasti inoccupati durante l’intero arco della loro vita lavorativa non esiste il problema del calcolo dei contributi versati per determinare la cifra spettante: l’importo è indipendente dal montante contributivo, che nel loro caso è pari a zero, ma risente comunque del reddito, che deve essere estremamente basso e inferiore ai valori soglia che ora ti illustriamo. E per le casalinghe – comprendendo nel termine non solo le femmine ma anche i maschi – sono previsti requisiti che agevolano la possibilità di ottenere la pensione di vecchiaia anche in una situazione di totale carenza contributiva.

Pensione di vecchiaia: quando e come si ottiene

La pensione di vecchiaia si ottiene al raggiungimento del requisito anagrafico previsto. La specifica soglia di età viene adeguata, con cadenza biennale, alla speranza di vita media degli italiani, misurata attraverso le periodiche rilevazioni della mortalità compiute dall’Istat. Negli ultimi anni abbiamo avuto scatti di due o tre mesi di incremento ogni biennio.

Attualmente l’età per ottenere la pensione di vecchiaia, salvi casi particolari come gli invalidi, i caregiver e i disoccupati di lungo corso che hanno diritto a un’anticipazione, è di 67 anni, ma questa soglia riguarda soltanto i lavoratori che hanno accumulato almeno 20 anni di contributi. Chi ha maturato almeno 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992 può ancora accedere, in base alla “riforma Amato”, alla pensione di vecchiaia al compimento dei 67 anni di età.

Invece per chi non ha contributi versati antecedenti al 1996, ma che ha almeno 5 anni di contribuzione effettiva obbligatoria (che si può ottenere anche in via volontaria, con il riscatto della laurea), l’età pensionabile è attualmente fissata a 71 anni.

Quale pensione per chi non ha mai lavorato?

Chi non ha mai lavorato e pertanto è rimasto totalmente privo dei versamenti contributivi può ottenere l’assegno sociale, che non è una vera e propria pensione, bensì una prestazione assistenziale.

Precisamente, l’assegno sociale è un trattamento economico riconosciuto ai cittadini che versano in condizioni economiche disagiate, come dimostrato dai redditi, individuali e familiari, inferiori a determinate soglie fissate di anno in anno.

Una importante differenza tra l’assegno sociale e la pensione sta nel fatto che, in caso di decesso del percipiente, per l’assegno non è prevista la reversibilità in favore dei familiari superstiti.

Assegno sociale: a quanto ammonta e come si ottiene?

Per il 2023 l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro per tredici mensilità.

Per ottenere l’assegno sociale, presentando domanda all’Inps (personalmente o tramite gli intermediari abilitati, come i Patronati) bisogna aver compiuto 67 anni di età, essere cittadini italiani, o stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno, avere la residenza in Italia da almeno 10 anni e non aver superato questi limiti di reddito annuo: 6.542,51 euro per una persona sola o 13.085,02 se si è coniugati.

Nel calcolo del suddetto limite di reddito non rientrano i redditi figurativi della casa di abitazione, le pensioni di guerra, gli indennizzi per i danneggiati da vaccinazioni obbligatorie o emotrasfusioni, l’indennità di accompagnamento e gli eventuali sussidi erogati da Enti pubblici, come i Comuni, se non aventi carattere di continuità.

L’assegno sociale può essere ridotto se il percettore è ricoverato in istituti con rette a carico dello Stato o di Enti pubblici, per tutta la durata del ricovero.

Ricordiamo che gli invalidi civili con una percentuale riconosciuta di almeno il 74% possono ottenere, al compimento dei 67 anni di età, la conversione della pensione di invalidità in assegno sociale sostitutivo.

Casalinghe senza contributi: quale pensione?

Le persone di entrambi i sessi che sono prive di rapporto di lavoro e del versamento dei correlativi contributi previdenziali e assistenziali ma svolgono «lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari» possono chiedere l’intervento del Fondo pensione casalinghe, gestito dall’Inps.

L’iscrizione a questo Fondo, che può essere effettuata sino a 65 anni di età, comporta il versamento volontario di contributi con un minimo di 5 anni. Attualmente (valori vigenti nel 2023) l’importo da versare per ciascun anno di contribuzione è di 310 euro, pari a circa 26 euro al mese. Occorre anche iscriversi all’INAIL, con la cosiddetta “polizza casalinghe” contro gli infortuni domestici: si tratta di un’assicurazione obbligatoria, a prescindere dalla pensione.

Al raggiungimento del requisito e dell’età pensionabile si potrà così ottenere la pensione di vecchiaia – il cui importo verrà determinato secondo il sistema di calcolo contributivo, per un importo pari a 1,2 volte quello dell’assegno sociale, ossia l’assegno sociale aumentato del 20% – e in taluni casi (riguardanti, però, donne che hanno lavorato) l’anticipazione del trattamento a 57 anni, o, se vi è una permanente impossibilità a svolgere attività lavorativa, la pensione di invalidità anche prima del raggiungimento del requisito anagrafico.

 
Pubblicato : 7 Gennaio 2024 16:45