Chi lascia il cane a un’altra persona è responsabile?
Responsabilità penale e civile del custode ed estensione al proprietario dell’animale: le risposte della legge e della Cassazione.
Se dovessi andare in vacanza e lasciare il tuo cane a un amico o a un familiare, cosa rischieresti se l’animale dovesse far del male a qualcuno o se, al contrario, il custode dovesse maltrattarlo? Potresti essere oggetto di una richiesta di risarcimento o di un procedimento penale? Chi lascia il cane a un’altra persona è responsabile?
Secondo il Codice civile [1], il proprietario dell’animale o chi, per conto di questi, lo ha in custodia deve risarcire tutti i danni cagionati dall’animale stesso, anche se si è smarrito o è fuggito. Tale responsabilità può venire meno solo dimostrando che il danno si è verificato per un caso fortuito (ossia imprevisto e inevitabile).
Il «caso fortuito» è di solito tutto ciò che avviene per una condotta imprevedibile e innaturale del terzo: non è il caso di un bambino che accarezza il cane contropelo ma lo è quello di chi gli tira la coda o gli calpesta volontariamente una zampa.
La legge, dunque, attribuisce la responsabilità del danno:
- al proprietario del cane, cioè a chi risulta esserne titolare all’anagrafe canina;
- al custode del cane, ossia alla persona che ha un rapporto di fatto con l’animale tale da consentirgli il controllo: si pensi al dog sitter o al coniuge del proprietario, al titolare della pensione a cui i cani vengono affidati quando i padroni sono in vacanza o al contadino che si prende cura del terreno incolto altrui custodendone anche i cani [2].
Il custode non può però essere anche il vicino di casa che, a titolo di favore, accetta di tenere l’animale del dirimpettaio finché questi è fuori per il week end. Infatti, secondo la Cassazione [3], per custode non deve intendersi chi detiene il cane per conto e nell’interesse del proprietario ma chi lo gestisce autonomamente e in modo indipendente, in vista del perseguimento di un interesse proprio ed autonomo rispetto a quello del proprietario (ad esempio il compenso).
Pertanto, il custode di un cane a titolo di mera cortesia, anche ove tenga con sé l’animale per lungo periodo, non risponde per il danno provocato a terzi dallo stesso. La suddetta forma di responsabilità sussiste solo a carico del proprietario dell’animale o di chi ne faccia uso nel proprio interesse, concetto quest’ultimo non riconducibile alla mera custodia. In ogni caso, il custode ha colpa ove sia provato che nella custodia dell’animale ha violato comuni regole di prudenza e diligenza [4].
Sotto un aspetto penale, tuttavia, la responsabilità per il reato di lesioni colpose determinato dal morso del cane resta solo in capo a chi ha in gestione l’animale, sia esso il proprietario o il custode anche a titolo di cortesia.
Se l’animale muore o viene maltrattato chi ne risponde?
Immaginiamo ora il caso in cui un uomo, proprietario di un cane, vada in vacanza e lasci l’animale alla moglie. Quest’ultima, incapace di gestirlo, lo picchia e poi lo abbandona in una piazzola in mezzo alla strada. Chi è responsabile per il reato di abbandono di animale?
Secondo la Cassazione [5], anche il padrone è colpevole per i reati perpetrati ai danni del quadrupede se è in grado di rappresentarsi l’esito della vicenda. Se cioè la situazione lascia ben intendere che il custode maltratterà il cane e il proprietario è in grado di intuire ciò, quest’ultimo ha l’obbligo di impedire che tale evento si verifichi.
Tutto quindi si gioca su un piano di probabilità e prevedibilità: laddove la condotta vietata sia infatti ipotizzabile alla luce delle pregresse vicende e della psicologia delle parti, allora può configurarsi un’estensione della responsabilità anche in capo a chi lascia l’animale in gestione a un altro.
Più precisamente, la Cassazione richiama il principio secondo cui «il proprietario, che abbia affidato il cane a una terza persona, risponde dell’abbandono solo quando detto abbandono sia concretamente prevedibile».
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