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Chi fa il tirocinio ha diritto al Tfr?

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(@paolo-remer)
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Il trattamento di fine rapporto spetta o no alla conclusione del periodo formativo? Cosa deve fare il datore di lavoro?

Il contratto di tirocinio prevede la corresponsione di un’indennità, ma non costituisce un vero e proprio rapporto di lavoro, perché è finalizzato alla formazione professionale. Le anomalie rispetto al rapporto di lavoro dipendente di tipo subordinato ed assimilati, come il contratto di apprendistato, sono molteplici: ad esempio, al tirocinante non vengono accreditati i contributi previdenziali presso l’Inps, e non gli spetta neppure la tredicesima mensilità.

Ma alla conclusione del periodo formativo, chi fa il tirocinio ha diritto al Tfr, il trattamento di fine rapporto, commisurato al periodo svolto presso l’azienda (pubblica o privata) che lo ha ospitato? Vediamo, anche perché bisogna distinguere tra i vari tipi di tirocinio, o stage, che si svolge all’interno di un’azienda, di un’ente, come l’Università, o di uno studio professionale: quindi c’è il tirocinio curricolare o extracurricolare.

Lo stage deve essere retribuito?

Non trattandosi di un rapporto di lavoro, il soggetto che è impropriamente chiamato datore di lavoro dovrebbe essere definito come soggetto ospitante, che è parte del contratto insieme all’ente promotore del progetto di formazione: l’emolumento erogato è un’indennità, o una borsa di studio, o un rimborso spese, ma non una forma di retribuzione, come invece avviene per i lavoratori dipendenti ed anche per gli apprendisti.

Per alcune tipologie di tirocinio, tuttavia, è prevista un’indennità: in particolare, per il tirocinio extracurricolare l’indennità minima, stabilita dalle linee guida in materia, non può essere inferiore a 300 euro mensili, e alcune Regioni stabiliscono cifre notevolmente superiori. In ogni caso, l’indennità viene riconosciuta per intero solo a fronte di una partecipazione minima ai tirocini del 70% su base mensile. Inoltre, se il tirocinio è organizzato nell’ambito di un bando pubblico, l’indennità può essere direttamente a carico dell’ente organizzatore del progetto, così esonerando l’azienda ospitante dal dover corrispondere compensi.

Tirocinio extracurricolare

Il tirocinio formativo e di orientamento extracurricolare è un contratto finalizzato alla formazione ed all’orientamento professionale, solitamente destinato a praticanti che si sono diplomati e laureati da poco. La durata minima, in basi alle recenti modifiche normative, è di 2 mesi, e la durata massima di 12 mesi.

Per attivare questo tipo di tirocinio è necessaria una convenzione tra l’ente che promuove lo stage ed il soggetto che ospita il tirocinante (può essere un’impresa, un ente, un’associazione o uno studio professionale). Deve essere poi redatto un progetto formativo specifico, che azienda e stagista devono rispettare, ed assegnato al tirocinante un tutor interno all’ente ospitante ed un referente nell’ente promotore. Per approfondire, leggi: “Tirocinio in azienda, come funziona“.

Tirocinio curriculare

Il tirocinio curricolare è un contratto finalizzato all’apprendimento ed alla formazione degli studenti, durante un percorso di studi. È però necessario che gli stagisti o tirocinanti abbiano concluso il periodo di scuola dell’obbligo. Per questo motivo, possono sottoscrivere il tirocinio curriculare solo gli studenti delle scuole superiori, dell’Università, o di scuole o corsi di specializzazione convenzionati con enti pubblici.

Il tirocinio curriculare non dà solitamente diritto a rimborsi spese o indennità, ma è salva la possibilità, nel contratto sottoscritto, di un trattamento di miglior favore. Comunque questo tipo di tirocinio attribuisce dei crediti formativi allo studente partecipante, se la convenzione è stipulata con un’Università, una scuola secondaria superiore o un istituto convenzionato.

Tirocinio di inserimento o reinserimento lavorativo

Il tirocinio di inserimento o reinserimento lavorativo è uno stage rivolto a disoccupati o inoccupati, compresi i lavoratori in mobilità o cassaintegrazione: la finalità del contratto, che non può durare più di 12 mesi, è evitare l’espulsione di queste persone svantaggiate dal mercato del lavoro, formandole o riqualificandole.

La disciplina dei contratti varia a seconda della Regione. Spesso sono previsti fondi pubblici a carico dei quali è riconosciuta un’indennità ai tirocinanti: i bandi sono pubblicati a livello locale, anche nel caso in cui facciano parte di un unico progetto nazionale.

Possono, poi, essere previsti appositi stage promossi a favore di persone svantaggiate, come tossicodipendenti, gli alcolisti, le persone con problemi psichiatrici o condannate a misure alternative di detenzione. La finalità di questi tirocini non è solo l’inserimento nel mercato del lavoro, ma soprattutto il recupero psicologico di queste persone ed il loro reinserimento nella società. Questo tipo di stage non può durare oltre 12 mesi. Anche per questi tirocini può essere prevista l’erogazione dell’indennità allo stagista da parte di enti pubblici.

Tirocinio e maturazione del Tfr

Chi svolge un periodo di tirocinio non è un lavoratore dipendente e perciò, pur percependo le indennità a vario titolo che abbiamo descritto, non ottiene una retribuzione salariale o stipendiale. Dunque lo stagista, o il tirocinante, curricolare, extracurricolare o di inserimento lavorativo, e non matura il diritto all’accantonamento delle quote del Tfr, il trattamento di fine rapporto; ciò diversamente da quanto accade per la generalità dei dipendenti privati ed anche per i dipendenti pubblici con rapporto di lavoro contrattualizzato. Per maggiori dettagli leggi “Quando si ha diritto al Tfr“.

 
Pubblicato : 25 Agosto 2023 15:45