Chi è in part-time può fare straordinari?
La differenza tra lavoro supplementare e straordinario per i lavoratori part-time, tra limiti orari e maggiorazioni.
Il mercato del lavoro offre diverse tipologie contrattuali, tra cui una delle più utilizzate è il part-time che, tuttavia, deve essere concordato per iscritto a pena di nullità (in caso contrario, infatti, il contratto si presume essere a tempo pieno).
Spesso sorge il dubbio se il lavoratore in part-time può fare ore di straordinario. Vediamo, nel dettaglio, la normativa nazionale relativa agli straordinari nel contesto del part-time, chiarendo limiti, condizioni e maggiorazioni retributive. Vedremo anche qual è la differenza che sussiste tra lavoro supplementare e lavoro straordinario, differenza che assume significato solo nel caso di lavoro a tempo parziale. Ma procediamo con ordine.
Che cos’è un contratto di lavoro part-time?
Un contratto di lavoro part-time prevede un orario di servizio inferiore rispetto al full-time standard. In quest’ultimo, il limite dell’orario lavorativo è pari a 40 ore settimanali, salvo diversa previsione del contratto collettivo. Tra un turno e l’altro, il dipendente ha diritto a un periodo di riposo continuativo di almeno 11 ore
Al contrario, chi ha un contrato part-time lavora da un minimo di 16 ore fino a un massimo di 30 ore a settimana. La media più comune è di 20 ore settimanali.
Possono i part-time fare ore extra?
Sì, i lavoratori part-time possono svolgere ore di lavoro extra rispetto a quelle stabilite nel contratto. Queste ore extra possono essere richieste dal datore di lavoro per far fronte a necessità impreviste o emergenziali. Tuttavia il lavoro extra rispetto al part time, che non superano le 40 ore settimanali (quelle previste per il full time) non si chiamano “lavoro straordinario” ma “lavoro supplementare”.
Qual è la differenza tra lavoro supplementare e straordinario?
Il lavoro supplementare è l’attività lavorativa svolta oltre l’orario part-time ma entro il limite delle 40 ore settimanali previste per il full time. Il termine “lavoro straordinario”, invece, si riferisce a qualsiasi attività lavorativa che superi le 40 ore settimanali.
Dunque il lavoro supplementare per un dipendente part-time si trasforma in lavoro straordinario solo se supera le 40 ore settimanali o le ore previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro per i contratti full-time.
Come vengono gestite le ore extra nel part-time?
Secondo l’articolo 6 comma 4 del decreto legislativo n. 81 del 2015, il datore di lavoro può apportare modifiche alla durata o alla collocazione temporale della prestazione lavorativa dei dipendenti part-time, ricorrendo alle clausole flessibili ed elastiche. Queste permettono di modificare gli orari di lavoro o di aumentarne la durata in caso di necessità.
È obbligatorio accettare le ore extra nel part-time?
I lavoratori part-time non sono obbligati ad accettare le ore di lavoro extra proposte dal datore di lavoro, a meno che non siano state concordate e specificate nel contratto di lavoro.
Si tenga conto che, se in passato solo i lavoratori con un part time verticale o misto potevano fare straordinario, con la riforma del lavoro del 2015 (Jobs Act) anche coloro che hanno un contratto part time orizzontale possono accedere a tali aumenti di ore.
Dunque le ore di lavoro supplementare sono sempre possibili, indipendentemente dalla tipologia di part-time, sia esso verticale, orizzontale o misto. Questo significa che un lavoratore part-time può accettare di lavorare ore extra oltre quelle stabilite nel contratto.
Qual è la durata massima del lavoro supplementare?
Per il lavoro supplementare, il limite è dettato dall’orario full-time, ovvero 40 ore settimanali.
Un lavoratore part-time può quindi svolgere ore extra fino al raggiungimento di questa soglia.
Inoltre, l’articolo 6 comma 2 del decreto legislativo n. 81 del 2015 stabilisce che le ore extra non possono eccedere il 25% delle ore settimanali previste dal contratto.
Qual è la durata massima del lavoro straordinario?
Nel caso in cui le ore extra superino le 40 ore settimanali, si entra come detto nell’ambito del lavoro straordinario.
Secondo il decreto legislativo n. 66 del 2003, i lavoratori possono svolgere fino a un massimo di 48 ore settimanali, straordinari inclusi.
Inoltre, su base annuale, i datori di lavoro non possono richiedere più di 250 ore di straordinario, salvo disposizioni diverse nei CCNL.
Come viene retribuito il lavoro supplementare?
Generalmente, le ore di lavoro eccedenti rispetto a quelle previste dal contratto devono essere pagate di più rispetto all’orario normale. La maggiorazione retributiva per ogni ora supplementare è generalmente del 15%, ma può variare a seconda del CCNL di riferimento. Ad esempio, per il settore terziario, la maggiorazione è del 35%, e per quello del turismo, del 30%.
Come viene retribuito lo straordinario nel part-time?
Lo straordinario prevede una maggiorazione per come indicata nel contratto collettivo. In particolare retribuzione per il lavoro straordinario svolto dai dipendenti part-time segue la stessa disciplina contrattuale e legale vigente per i dipendenti a tempo pieno. Questo significa che agli straordinari verrà applicata la stessa maggiorazione retributiva prevista per i lavoratori full-time.
Chi può rifiutare il lavoro supplementare?
L’articolo 6 del decreto legislativo n. 81 del 2015 stabilisce che determinate categorie di lavoratori possono rifiutare di svolgere ore di lavoro supplementare. Si tratta di:
- lavoratori con comprovati problemi di salute;
- coloro che hanno esigenze familiari particolari;
- lavoratori che hanno particolari esigenze di formazione o che non dispongono di una preparazione professionale adeguata.
Queste disposizioni assicurano che i lavoratori part-time non siano obbligati a svolgere lavoro supplementare in situazioni che potrebbero compromettere la loro salute o equilibrio familiare. La normativa si preoccupa dunque di salvaguardare gli aspetti personali e professionali dei lavoratori, permettendo loro di equilibrare al meglio le esigenze lavorative con quelle private e familiari.
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