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Chi è in Naspi ha diritto alla tredicesima?

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(@paolo-remer)
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Il percettore dell’indennità di disoccupazione può ottenere la maggiorazione per la mensilità aggiuntiva di dicembre?

Con l’approssimarsi delle festività natalizie, molti lavoratori rimasti privi di impiego per licenziamento o dimissioni con giusta causa si chiedono: chi è in Naspi ha diritto alla tredicesima?

La tredicesima corrisponde circa ad un mese intero di stipendio in più, e viene erogata ai lavoratori dipendenti insieme alla mensilità di dicembre. Così la paga del mese di dicembre viene praticamente raddoppiata. Ma per chi si trova in Naspi le cose cambiano: vediamo come.

La cosa più importante da premettere è che la Naspi è una misura assistenziale, ossia un ammortizzatore sociale, e non un’indennità sostitutiva degli stipendi non percepiti. Inoltre è temporanea: dura, al massimo, due anni a partire dalla data di perdita del lavoro, non oltre. A peggiorare ulteriormente le cose c’è il fatto che l’importo versato al lavoratore rimasto disoccupato non è costante, ma è decrescente col trascorrere del tempo.

Naspi: come funziona

Com’è noto, la Naspi – Nuova assicurazione sociale per l’impiego – costituisce l’indennità di disoccupazione, che viene erogata dall’Inps, e rappresenta un emolumento importante per il sostegno economico di chi ha perso il lavoro per cause involontarie; e tra queste, oltre alle classiche ipotesi di licenziamento, rientrano anche le dimissioni date per “giusta causa“, come quando non viene pagato puntualmente lo stipendio o vengono violati i diritti basilari dei lavoratori. Una recente riforma consente di percepire la Naspi anche in caso di crisi d’impresa, in quanto costituisce una ragione di perdita involontaria del lavoro.

Naspi: chi ne ha diritto

Il lavoratore rimasto disoccupato per uno dei motivi suddetti ha diritto alla Naspi – su domanda, da presentare all’Inps, direttamente o tramite un patronato – se vanta almeno 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti e almeno 30 giornate di lavoro nei 12 mesi antecedenti alla data di disoccupazione.

Naspi: a quanto ammonta

La Naspi viene corrisposta su base mensile e l’importo spettante si ottiene con questi tre passaggi contabili:

  • sommando gli imponibili previdenziali degli ultimi 4 anni (le cifre si trovano in busta paga, alla voce “imponibile INPS”);
  • dividendo il risultato per le settimane di contribuzione utili in tale periodo;
  • moltiplicando l’importo risultante per un coefficiente fisso, pari a 4,33.

In poche parole, la Naspi corrisponde circa alla metà delle settimane contributive attribuite al disoccupato nel quadriennio precedente alla perdita del lavoro. Ci sono, poi, dei correttivi tecnici per adeguare la cifra risultante, e precisamente:
se l’importo è inferiore a 1.352,19 euro, la Naspi è pari al 75% della retribuzione;
se è superiore a 1.352,19 euro, si aggiunge il 25% del differenziale tra la retribuzione e tale valore.
In ogni caso, il limite massimo di importo mensile della Naspi è, per il 2023, di 1.470,99 euro: questa cifra non può essere superata.

Naspi: quanto dura e quando si perde

L’indennità Naspi diminuisce del 3% al mese, a partire dal sesto mese di fruizione (per gli over 55 a decorrere dall’ottavo mese) e la durata massima del trattamento non può superare complessivamente i 24 mesi, salvi i casi di interruzione anticipata, se il disoccupato trova un nuovo lavoro stabile e retribuito oltre la soglia di 8.174 euro annui (5.500 per gli autonomi) o incorre in una causa di sospensione o decadenza.
Tutte le variazioni reddituali e di impiego devono essere comunicate all’Inps dall’interessato. Per maggiori dettagli sul punto, leggi gli articoli “Quanto dura la Naspi” e “Quando si perde la disoccupazione“.

Naspi: spetta la tredicesima?

Purtroppo l’indennità Naspi non prevede l’erogazione della tredicesima. Gli aventi diritto la percepiscono solamente per le 12 mensilità di calendario.

Inoltre, la Naspi viene corrisposta nel mese successivo a quello di riferimento: così a dicembre verrà pagata la Naspi relativa al mese di novembre. Poi, a gennaio, si percepirà la Naspi di dicembre. E in entrambi i casi l’assegno Inps sarà sempre pari ad un solo mese, mai a due.

La medesima regola vale per i percettori di indennità analoghe alla Naspi, come la Dis-coll e la disoccupazione agricola: pertanto, anche questi emolumenti non prevedono la tredicesima mensilità.

Le precedenti tredicesime influiscono sulla Naspi?

C’è da dire, comunque, che la tredicesima mensilità pagata dal datore di lavoro prima del licenziamento o delle dimissioni per giusta causa rientra nel calcolo dell’importo Naspi: infatti, come abbiamo visto, l’importo previdenziale medio delle retribuzioni versate nel quadriennio antecedente la perdita del lavoro considera tutte le voci degli emolumenti versati al dipendente in ragione del rapporto di lavoro e valevoli ai fini contributivi, quindi anche la tredicesima rientra nel totale. Così la Naspi comprende, sia pure indirettamente, una quota parte delle precedenti tredicesime ricevute dal lavoratore.

 
Pubblicato : 15 Dicembre 2023 16:00