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Chi decide i turni di lavoro?

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(@angelo-greco)
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Il ruolo del datore di lavoro e dei dipendenti nel determinare gli orari di lavoro e l’organizzazione interna.

La legge non stabilisce un limite massimo per l’orario di lavoro giornaliero di un dipendente ma impone un intervallo minimo di 11 ore consecutive di riposo tra un turno e l’altro. Di conseguenza, si deduce che, in un giorno, l’orario di lavoro non può eccedere le 13 ore (vi si arriva calcolando la differenza tra le 24 ore totali di una giornata e le 11 ore di riposo). Tuttavia, nella pratica, sono i contratti collettivi a definire la durata effettiva massima dell’orario di lavoro giornaliero, adeguandosi alle specifiche esigenze del settore e dei lavoratori coinvolti.

Nel concreto poi, chi decide i turni di lavoro? A chi spetta cioè stabilire gli orari di lavoro dei dipendenti? È quanto cercheremo di spiegare qui di seguito.

Chi stabilisce i turni di lavoro?

A decidere i turni di lavoro sono gli accordi tra le parti, sempre che siano rispettati i limiti di durata che abbiamo indicato prima. Quindi, è al momento dell’assunzione che il datore di lavoro indica al dipendente l’orario che questi dovrà rispettare. Ciò però non toglie che potrebbe variarli successivamente, previa comunicazione al dipendente, se sussistono delle oggettive esigenze organizzative e produttive. In quel caso, il dipendente che non possa rispettare i nuovi turni potrà essere licenziato qualora non vi sia modo di reimpiegarlo in altre mansioni.

Se a definire i turni di lavoro non è l’accordo tra datore e dipendente, lo faranno i contratti collettivi. Sono questi a dettare, nella pratica, i criteri generali della distribuzione dell’orario. Essi solitamente pongono limiti e vincoli procedurali all’esercizio del potere del datore di fissare o modificare i regimi di orario.

Dunque la contrattazione collettiva gioca un ruolo cruciale nel definire l’organizzazione dell’orario di lavoro. I contratti collettivi, stipulati a livello nazionale con le organizzazioni sindacali rappresentative, possono introdurre deroghe a disposizioni legali riguardanti pause, riposo giornaliero, durata settimanale dell’orario di lavoro e organizzazione del lavoro notturno. Queste deroghe devono garantire periodi equivalenti di riposo compensativo o, quando ciò non è possibile, una protezione adeguata al lavoratore.

Quali sono i diritti e i doveri del datore di lavoro?

Il datore di lavoro ha la responsabilità di regolamentare la distribuzione giornaliera e settimanale dell’orario di lavoro nel rispetto dei limiti fissati dalla legge e dai contratti collettivi. Può concordare con i lavoratori la distribuzione dell’orario che meglio risponde alle esigenze di entrambe le parti, gestendo aspetti come la collocazione della prestazione, la durata delle pause e l’uso dei riposi settimanali. Tuttavia, qualsiasi modifica unilaterale dell’orario di lavoro è considerata illegittima in assenza di motivazione valida.

Come può il datore di lavoro controllare l’orario di lavoro?

Il datore di lavoro può monitorare l’osservanza dell’orario di lavoro attraverso sistemi di rilevazione delle presenze. Questi sistemi sono strumenti legali per verificare che i lavoratori rispettino gli orari concordati e per gestire eventuali discrepanze o abusi. La loro installazione non richiede il previo accordo con i sindacati né l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro (così come invece succede per le telecamere di videosorveglianza).

Quali sono i diritti dei lavoratori?

I lavoratori hanno il diritto di adempiere agli ordini del datore di lavoro riguardanti l’orario di lavoro, a condizione che questi ordini non siano contrari ai principi di correttezza e buona fede.

In caso di ordini inadeguati o in violazione delle norme contrattuali, i lavoratori possono opporsi, sostenendo il loro diritto a condizioni di lavoro eque e rispettose delle normative vigenti.

Cambi di turni all’ultimo minuto e senza preavviso

Se l’organizzazione del lavoro è interamente o in gran parte imprevedibile, il datore di lavoro non può imporre unilateralmente al lavoratore di svolgere l’attività lavorativa secondo le proprie esigenze, salvo che si verifichino entrambe le seguenti condizioni:

  • il lavoro si svolga entro ore e giorni di riferimento predeterminati;
  • il lavoratore sia informato sull’incarico o la prestazione da eseguire, con un ragionevole periodo di preavviso.

Il lavoratore, in mancanza di una o entrambe tali condizioni, ha il diritto di rifiutare di assumere un incarico o di rendere la prestazione, senza subire alcun pregiudizio (anche di natura disciplinare).

Non esiste un termine preciso per la comunicazione dei turni di lavoro. La legge si rifà ai principi di buona fede e correttezza da parte del datore di lavoro.

 
Pubblicato : 29 Dicembre 2023 07:30