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Che valore ha una scrittura privata ai fini legali

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(@angelo-greco)
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L’efficacia della scrittura privata, le sue caratteristiche e le situazioni in cui può essere utilizzata come prova in ambito legale.

La scrittura privata è uno strumento giuridico ampiamente utilizzato per stipulare accordi e contratti tra privati. Ma che valore legale ha una scrittura privata e in quali situazioni può essere utilizzata come prova? In questo articolo analizzeremo le caratteristiche di tale tipo di documento, vedremo che differenza c’è con l’atto pubblico notarile e forniremo esempi pratici per comprendere meglio il suo ruolo nel diritto italiano.

Cos’è una scrittura privata e quali sono le sue caratteristiche?

I documenti possono essere distinti in due categorie:

  • atti pubblici;
  • scritture private.

Gli atti pubblici sono i documenti redatti da pubblici ufficiali (notai, forze dell’ordine, insegnanti, medici del servizio sanitario nazionale, ecc.). 

La scrittura privata è invece un documento redatto e sottoscritto dai soggetti interessati, senza l’intervento di un pubblico ufficiale. Può riguardare vari tipi di accordi e contratti, come la compravendita di beni, la locazione di immobili o la stipula di un prestito tra privati.

Come dice la parola stessa, la scrittura privata si caratterizza per il fatto di essere “privata”, ossia compilata e firmata senza un soggetto pubblico, direttamente dalle parti.

Che differenza c’è tra una scrittura privata e un atto pubblico?

Volendo semplificare, la principale differenza tra scrittura privata e atto pubblico riguarda la prova che essa può avere in caso di contestazioni circa la firma e il contenuto del documento. 

In pratica, le firme e le dichiarazioni contenute nell’atto pubblico fanno piena prova in quanto avvenute dinanzi al pubblico ufficiale che ne ha controllato la regolarità dell’atto e che quindi funge da “garante”. È possibile contestare un atto pubblico solo con una particolare procedura chiamata “querela di falso”: si tratta di un giudizio nel quale bisogna produrre le prove volte a sconfessare la sottoscrizione o la veridicità delle dichiarazioni contenute nel documento in questione.

Invece le scritture private non offrono questa garanzia ed è più facile la relativa contestazione.

Alcuni esempi chiariranno meglio la questione.

Marco pretende da Roberto 3mila euro in forza di un contratto da quest’ultimo sottoscritto. Roberto però ne contesta la firma, sostenendo che non sarebbe sua. Trattandosi di una scrittura privata, spetta a Marco dimostrare che la firma è di Roberto. Se si fosse trattato di un atto pubblico, sarebbe invece spettato a Roberto dimostrare che la firma non era la propria.

Antonio riceve una bolletta da una società del gas con cui sostiene di non aver mai sottoscritto alcun documento. Ad Antonio basta contestare la propria firma per non dover pagare. Spetterà invece alla società del gas fornire la prova contraria.

Ma, in caso di scrittura privata, come si dimostra che la firma è effettivamente autentica? Come detto, tale prova spetta a colui che intende avvalersi del documento (ad esempio per rivendicare un proprio credito). Egli dovrà presentare altri documenti sottoscritti dalla controparte e avviare la cosiddetta procedura di verificazione affinché, attraverso un perito calligrafico, si possa verificare la corrispondenza e l’identità della firma.

Ecco altri esempio utili per comprendere la distinzione tra scrittura privata e atto pubblico.

Un poliziotto redige un verbale con cui multa un automobilista per passaggio con il semaforo rosso o per guida con l’uso del cellulare. Il poliziotto era lì presente al momento dell’infrazione. Ciò che scrive nel verbale, che è atto pubblico (in quanto l’agente è un pubblico ufficiale) fa piena prova e non può essere semplicemente contestato dall’automobilista. A quest’ultimo spetterà avviare la procedura di querela di falso, fornendo prove particolarmente forti per sconfessare le dichiarazioni del pubblico ufficiale.

Tullio asserisce di aver spedito una raccomandata a Francesco e, come prova, offre l’avviso di ricevimento con la firma di Francesco che questi avrebbe apposto dinanzi al postino all’atto della consegna della busta. Francesco sostiene che la firma non è la propria. Senonché, essendo il postino un pubblico ufficiale, la dichiarazione di quest’ultimo fa piena prova fino a querela di falso. Sicché, se Francesco vuol contestare l’autenticità della propria sottoscrizione, non può limitarsi a dire che non è la propria ma deve avviare la procedura di querela di falso.

Quando è possibile stipulare una scrittura privata?

La legge lascia libere le parti di stabilire la forma da dare ai propri accordi privati, salvo alcune eccezioni specificamente previste dalla legge stessa di volta in volta. Sicché si può dire che, in linea generale, la scrittura privata può essere stipulata sempre, in qualsiasi occasione, a meno che la legge non richieda l’atto pubblico.

Ad esempio l’atto pubblico – il cosiddetto rogito notarile – è richiesto per gli atti che trasferiscono la proprietà di un immobile (ad esempio la compravendita o la donazione) o di altro diritto reale minore (superficie, servitù, usufrutto, ecc.).

In linea generale tutti i contratti possono essere stipulati anche oralmente mentre la scrittura privata diventa solo una precauzione per evitare contestazioni e dubbi sul contenuto. In alcune ipotesi la legge però richiede l’atto scritto, potendo questo essere una semplice scrittura privata e non necessariamente un atto pubblico: è il caso ad esempio dei contratti con le banche, della locazione abitativa, ecc.

Qual è il valore legale della scrittura privata?

Una scrittura privata ha pieno valore legale ai sensi dell’articolo 2702 del Codice civile, purché sia redatta in forma scritta e firmata dai soggetti coinvolti. Essa costituisce prova scritta dell’accordo tra le parti e può essere utilizzata come elemento probatorio in caso di controversie.

La scrittura privata è sempre valida come prova?

La scrittura privata è valida come prova in generale, ma ci sono alcune eccezioni. Come anticipato sopra, per alcune tipologie di contratti, come quelli riguardanti la compravendita di immobili, è necessario un atto pubblico (notarile) per garantire la piena validità dell’accordo. Senza l’atto pubblico, l’accordo non è valido. Quindi ad esempio la scrittura privata con una donazione o con una compravendita immobiliare non ha alcuna efficacia, non produce cioè alcun effetto. 

Ha invece valore la scrittura privata contenente un compromesso per una compravendita (non è invece ammesso il compromesso per la donazione).

Antonio firma una scrittura privata con cui si impegna, entro cinque mesi, a vendere a Giovanni la sua casa. L’atto è valido. Ma la successiva compravendita vera e propria, quella cioè che trasferirà la proprietà andrà necessariamente fatta innanzi al notaio.

Luigi firma un documento con cui si impegna a donare al nipote Mariano, prima della propria morte, la casa in campagna. La scrittura non ha alcun valore perché la nostra legge non ammette il contratto preliminare (il cosiddetto compromesso) di una donazione.

Quali sono le conseguenze legali se una scrittura privata viene ritenuta non valida?

Se una scrittura privata viene ritenuta non valida o falsa da una delle due parti, spetta all’altra parte dimostrare l’autenticità della stessa. Al contrario nell’atto pubblico è chi intende sconfessare l’atto che deve dimostrarne la falsità. 

 
Pubblicato : 25 Aprile 2023 07:30