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Che rischia chi pubblica foto di bambini senza consenso dei genitori?

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(@angelo-greco)
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Pubblicare foto di minorenni è reato ma solo se hanno meno di 14 anni. 

Da 14 anni in poi un adolescente può liberamente decidere di pubblicare le proprie foto su internet, o autorizzare terzi a farlo, così come è libero di aprire un account social. Ma prima di tale età ci vuole sempre la preventiva autorizzazione del padre e della madre. Ebbene, che rischia chi pubblica foto di bambini senza consenso dei genitori? Si commette reato e si può pertanto essere incriminati o si è tenuti soltanto a risarcire i danni? 

La giurisprudenza degli ultimi anni ha avuto modo in più occasioni di precisare il diritto dei figli a non essere sovraesposti mediaticamente. Se è vero che dai 14 anni in su si può prestare validamente il consenso alla pubblicazione delle proprie fotografie sui social network, resta alto il conflitto soprattutto nel caso della sovraesposizione dei bambini. Il ritratto fotografico costituisce infatti un dato personale e la sua diffusione integra una interferenza nella vita privata dei minorenni. A essere tutelato è il diritto costituzionalmente rilevante all’immagine e alla riservatezza che nel caso dei bambini gode di una tutela privilegiata. Cerchiamo di fare il punto della situazione.

Divieto di pubblicazione foto bambini: per chi vale?

Il divieto di pubblicare foto di minori di 14 anni vale per tutti: vale per i giornalisti, per i familiari (gli zii, i nonni, ecc.), per i docenti, per gli asili, per i titolari di associazioni e attività ricreative (ad esempio la scuola di danza, di canto, di arti marziali, di tennis, ecc.) e vale anche per gli stessi genitori che, se separati o divorziati, devono essere entrambi d’accordo sulla pubblicazione della foto. Non può, ad esempio, un genitore decidere di pubblicare le foto del proprio figlio se l’altro non lo autorizza.

Come si autorizza la pubblicazione delle foto di un bambino?

Prestare il consenso allo scatto della foto non significa autorizzare anche la sua pubblicazione. Ad esempio, se ad una festa un bambino posa insieme ai compagni di classe dietro la torta di compleanno per la consueta foto di gruppo, il genitore del festeggiato non può poi postare lo scatto su Facebook o Instagram senza chiedere il consenso ai genitori di tutti gli interessati. Ma se i bambini hanno almeno 14 anni sono loro stessi a dover dare il consenso. Consenso che, come detto, non può desumersi implicitamente dall’essersi messi in posa dinanzi alla fotocamera. Una cosa è il consenso a farsi fotografare, un’altra è invece il consenso a pubblicare l’immagine. Si tratta di due questioni autonome e distinte.

Legge che vieta la pubblicazione delle foto dei minori

Il GDPR (ossia il General Data Protection Regulation, il regolamento europeo sulla privacy n. 679/2016) ha fissato in 14 anni l’età del consenso per la pubblicazione delle foto.

Il d.lgs. n. 196/2003 (cosiddetto “codice della privacy”) prevede, per chi pubblica foto di bambini un apposito reato, quello di trattamento illecito di dati,

Il divieto della pubblicazione di foto di minori trova infine il suo fondamento giuridico nell’art. 10 del codice civile., nell’art. 8 Reg. Ue n. 679/2016, nell’art. 2 quinquies d.lgs. n. 101/2018, nella legge 176/1991 che ha ratificato in Italia la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo nonché nell’articolo 2 della Costituzione.

Ben prima dell’avvento dei social network, anche l’articolo 96 della legge 633/1941 sul diritto d’autore aveva previsto che il ritratto di una persona non potesse essere esposto senza il suo consenso, salvo eccezioni. 

Cosa rischia chi pubblica foto di bambini su internet?

Pubblicare foto di bambini con meno di 14 anni su internet integra un reato punito con la reclusione da 6 mesi fino a 3 anni. 

Oltre a ciò il responsabile è tenuto a risarcire i danni al minore. 

Tanto però l’azione penale (consistente nel deposito della querela presso polizia, carabinieri o Procura della Repubblica) quanto l’azione civile per il risarcimento del danno (consistente nella causa in tribunale, avviata con la notifica dell’atto di citazione) devono essere portate avanti dai genitori. Spetta a loro quindi incaricare l’avvocato e fornirgli il mandato.

La richiesta di risarcimento del danno può essere presentata sia nel corso del giudizio penale, attraverso la cosiddetta costituzione di parte civile, sia con un autonomo giudizio civile. 

Si può anche optare per la sola causa civile, senza necessariamente depositare la querela. 

I soldi del risarcimento vengono incassati dai genitori ma da questi non possono essere usati se non nell’interesse esclusivo del figlio stesso. Il giudice potrebbe anche imporre al padre e alla madre, vincitori nel giudizio, di vincolare le somme in favore del ragazzo in un conto deposito per un periodo prestabilito.

Per pubblicare la foto di un bambino basta il consenso di un solo genitore?

Il consenso di un solo genitore alla pubblicazione delle foto del figlio con meno di 14 anni non è sufficiente: è necessaria l’autorizzazione tanto del padre quanto della madre. Diversamente, chi pubblica la foto resta ugualmente responsabile, anche se ha confidato in buona fede sull’esistenza del consenso anche dell’altro genitore.

Dunque, basta anche soltanto che uno dei genitori non sia d’accordo per rendere illegittima la pubblicazione delle fotografie dei figli minorenni. 

A quanto ammonta il danno per il risarcimento del danno per la pubblicazione delle foto?

Spetta al giudice determinare l’entità del risarcimento dovuto ai genitori del minore per la pubblicazione delle foto del proprio figlio su internet. La somma viene quantificata sulla base di una serie di fattori come:

  • visibilità del minore;
  • esposizione al rischio;
  • pubblico che ha accesso alla foto;
  • durata del tempo di pubblicazione della foto; 

Cosa fare per non rischiare in caso di pubblicazione di foto di bambini?

Per poter pubblicare le foto di bambini senza il consenso bisogna prima oscurare i volti o renderli irriconoscibili con tecniche di post produzione come la “pixellatura” o la “sfocatura”. Oppure bisognerebbe fare in modo di non riprendere il viso, come nel caso di chi fotografa un minore di spalle. 

Secondo la giurisprudenza, anche in caso di successiva rimozione della foto il risarcimento del danno va comunque garantito, trattandosi di una lesione alla riservatezza dei minori.

Approfondimento

Pubblicazione foto senza consenso: ultime sentenze

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Pubblicato : 3 Novembre 2022 10:00