Che permessi servono per mettere una telecamera?
Condizioni per installare la videosorveglianza all’interno o all’esterno di un’abitazione: tutti i casi, le autorizzazioni, le regole sul rispetto della privacy.
Non tutti sono al corrente delle regole sulla privacy che privati e datori di lavoro devono rispettare, non tutti sanno che permessi servono per mettere una telecamera. A seconda delle situazioni si incontrano regole differenti, ragion per cui sarà bene fare una disamina delle leggi in materia.
In questo articolo verificheremo se e quando è necessario chiedere il permesso per installare una telecamera, un impianto di videosorveglianza, uno spioncino digitale sulla porta di casa, un sistema di dissuasione contro i furti dei ladri. Ma procediamo con ordine.
Telecamera dentro casa: ci vogliono permessi?
Per installare una telecamera di videosorveglianza dentro casa non è necessario alcun permesso, né alcuna comunicazione alle autorità. Dunque si può installare l’impianto – qualsiasi tipo di impianto – in piena autonomia. Tuttavia è bene conoscere alcune fondamentali regole sulla privacy.
Se in casa lavora una colf o una badante, si può tenere la telecamera solo a patto che:
- questa non serva per controllare il lavoro della domestica;
- l’installazione della telecamera sia avvenuta prevista autorizzazione dell’Ispettorato Territoriale del lavoro;
- previa comunicazione alla lavoratrice domestica dell’esistenza della telecamera.
Se invece si ha un fondato sospetto di gravi illeciti commessi dalla badante o dalla colf, allora è possibile installare una telecamera di nascosto, senza alcuna autorizzazione, al fine di procurarsi le prove dell’illecito.
Si pensi, ad esempio, a una persona che abbia il sospetto che la propria domestica stia rubando nei cassetti: potrà nascondere una telecamera sul muro o sulla libreria per controllarne i movimenti senza dover chiedere il permesso a nessuno e senza ovviamente dover informare di ciò la colf.
Altro limite riguardante l’uso della telecamera in casa risguarda il rispetto della privacy di eventuali conviventi (coniugi, figli maggiorenni, ecc.). Costituisce reato (quello di «interferenze illecite nella vita privata») il comportamento di chi lascia accesa una telecamera o un registratore per controllare ciò che fa un’altra persona all’interno di casa sua. E non importa di chi sia la proprietà dell’immobile secondo i registri immobiliari: ciò che rileva è il fatto che il soggetto spiato abbia fissato, all’interno di quelle mura, la propria dimora.
Telecamera sul pianerottolo di casa: ci vogliono permessi?
Ciascun condomino può installare una telecamera sul pianerottolo di casa senza bisogno di chiedere permessi al condominio, pur sfruttando una parete comune, ossia quella esterna alla propria abitazione. Quindi non è necessario informare di ciò prima l’assemblea o l’amministratore. Non è neanche obbligatorio affiggere un cartello con l’avviso della presenza della videosorveglianza (così come invece è necessario quando la telecamera è condominiale).
Tuttavia, anche in questo caso è necessario rispettare alcune basilari regole di privacy. In particolare, l’occhio della telecamera non deve essere puntato sulle parti comuni (come scale, pianerottolo) o in prossimità delle altre proprietà private, ma unicamente in direzione della porta dell’interessato, al fine di proteggere la sua proprietà. Diversamente si commette reato di illecite interferenze nella vita privata e si può essere querelati.
Telecamera in giardino o sul marciapiedi
Chi vive in una villa può installare una telecamera nel proprio giardino privato senza dover chiedere alcuna autorizzazione alla polizia, alla questura o a chicchessia. Lo stesso dicasi per chi intende installare la telecamera in direzione del cancello o del portone elettrico anche se questa finisce per riprendere una parte del marciapiede pubblico. Tuttavia, quando la telecamera è installata fuori di casa, è sempre necessario affiggere un cartello di avviso ai passanti e, nello stesso tempo, bisogna fare in modo di non prelevare le immagini con il volto della gente se non quando è in direzione del citofono di casa.
Telecamere sul lavoro
Chi ha un’azienda o comunque un altro luogo ove vi sono lavoratori dipendenti ne deve rispettare la privacy. Lo Statuto dei Lavoratori stabilisce infatti che commette reato il datore di lavoro che installa telecamere per controllare i dipendenti, ossia per verificare la qualità della prestazione lavorativa.
Le telecamere sul lavoro sono ammesse solo se rispondono a tre finalità: tutela del patrimonio (ad esempio la telecamera in direzione degli scaffali di un supermercato, contro ladri), tutela del lavoro (ad esempio la telecamera all’uscita della banca o dell’ufficio postale per scoraggiare i rapinatori), esigenze di organizzazione e produzione (ad esempio la telecamera dinanzi all’ingresso del negozio per verificare se arrivano clienti). In ogni caso l’installazione della videosorveglianza deve avvenire previo accordo con i sindacati aziendali o, in mancanza di questi, su autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. E, non in ultimo, i dipendenti devono sapere della telecamera attraverso l’affissione di avvisi.
Le telecamere nascoste sul lavoro sono lecite anche senza i requisiti appena indicati (accordo con i sindacati, autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro, cartelli con avvisi) solo se funzionali a procurarsi le prove di un grave illecito nei confronti di un dipendente specifico nei confronti del quale sussistono già gravi indizi di responsabilità penale.
Telecamere in macchina
Per installare una telecamera in auto in direzione della strada (le cosiddette dashcam) non è necessaria alcuna autorizzazione. Tuttavia le riprese contenenti i volti delle persone o le targhe delle altre auto non possono essere diffuse o pubblicate su internet a meno che non si provvedi a oscurare o a sgranare tale informazioni.
Telecamera puntata verso l’auto parcheggiata
Secondo la giurisprudenza è lecito installare una telecamera dal balcone di casa, puntata in direzione della propria auto, al fine di scongiurare furti o atti di vandalismo. Tuttavia è necessario:
- informare di ciò l’assemblea di condominio;
- fare in modo che la telecamera non riprenda spazi comuni condominiali e si risolva in uno strumento di controllo a distanza degli altri condomini.
Spioncino con telecamera
Ciascun condomino può installare, sulla porta di casa, in alternativa al classico spioncino, una micro telecamera che controlli a distanza la presenza di estranei sulla porta di casa. Si tratta di uno spioncino digitale che, tuttavia, per essere lecito non può andare oltre il normale angolo di ripresa di una comune lente. Insomma, lo spioncino digitale non può andare oltre ciò che un normale spioncino potrebbe consentire di vedere.
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