Che fare se non funziona l’impianto di depurazione dell’acqua?
Come ottenere il rimborso di parte della bolletta dell’acqua non potabile.
In alcuni condomini può sorgere il dubbio su come procedere quando emergono problemi relativi al funzionamento dell’impianto di depurazione, gestito dalla compagnia idrica. Questa situazione, che comporta l’arrivo di acqua non potabile negli appartamenti, solleva legittime questioni sulla possibile riduzione della tariffa idrica a fronte di un servizio non adeguatamente fornito.
Vediamo allora che fare se non funziona l’impianto di depurazione dell’acqua e quando è diritto dei condomini ottenere uno sconto sulla bolletta.
Cosa vuol dire utenza non servita da impianto di depurazione?
Un’utenza non servita da impianto di depurazione si riferisce ad una abitazione o ad un edificio condominiale che non è collegato ad un sistema di depurazione pubblica per le acque.
È dovuto il canone di depurazione se il servizio non è attivo?
La bolletta dell’acqua di solito include le voci “depurazione” e “fognatura”, ritenute essenziali per la salvaguardia ambientale e la salubrità dell’acqua. Tuttavia, qualora tali servizi non vengano erogati, sorge il legittimo quesito sull’obbligatorietà del loro pagamento.
Il “servizio di depurazione dell’acqua” rappresenta un elemento della tariffa complessiva del servizio idrico integrato. La giurisprudenza lo considera un corrispettivo per un servizio commerciale, il cui costo, sebbene stabilito per legge, deriva da un accordo contrattuale tra utente e fornitore. In altre parole, la tariffa si paga non per imposizione legale, ma in virtù dell’impegno assunto dall’utente che ha firmato il contratto di fornitura. Ma, come tutti i contratti, a fronte di un pagamento deve essere erogata una prestazione. Pertanto, in assenza del servizio, non sussiste l’obbligo di pagamento (così hanno già deciso Cass. ord. n. 6965/2024, n. 1442/2013, n. 3692/2020, n. 25258/2023, n. 25262/2023; Trib. Palermo, sent. del 28.01.2021).
Come già chiarito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 335 del 10 ottobre 2008, il rapporto tra utente e società idrica è di tipo privato: non si tratta quindi di una “tassa”. Esso quindi implica che l’inadempimento nella fornitura del servizio di depurazionepuò costituire una violazione contrattuale meritevole di risarcimento.
La Cassazione, con l’ordinanza sezione 3, numero 6965 del 13 marzo 2024, ha dato ragione a un condominio ove l’impianto di depurazione non funzionava, ordinando la restituzione degli importi pagati sulle bollette degli ultimi dieci anni.
Anche in tale decisione si è ribadito il principio in forza del quale, se un servizio contrattualmente concordato non viene fornito, la parte lesa ha diritto alla restituzione delle somme pagate per tale servizio.
Anche la tariffa per il servizio di depurazione, in quanto parte integrante della tariffa globale del servizio idrico, mantiene la sua natura di corrispettivo contrattuale. Di conseguenza, se detto servizio non viene erogato, sorge automaticamente, in capo all’intestatario dell’utenza, il diritto alla restituzione delle somme versate.
La giurisprudenza, come dimostrato dalle sentenze della Cassazione n. 14042/2013 e n. 11270/2020, ha confermato che il pagamento è condizionato all’effettiva fruizione del servizio.
Come richiedere il rimborso della quota di depurazione non dovuta?
Gli utenti che rilevano l’assenza del servizio di depurazione possono richiedere all’ente gestore l’eliminazione di tale voce dalla bolletta. In caso di risposta negativa, è possibile rivolgersi al Giudice di Pace per ottenere la restituzione dei canoni indebitamente addebitati.
Questo vale sia per utenze private che condominiali, con l’amministratore che agisce per conto del condominio.
Come verificare la presenza del servizio di depurazione?
Spesso gli utenti, non avendo competenze tecniche, si domandano come accertare se la loro fornitura include il servizio di depurazione. La giurisprudenza ribalta l’onere della prova: non spetta al cittadino dimostrare l’assenza del servizio, ma è il fornitore a dover attestare la regolarità della propria prestazione. In mancanza di tale prova, il giudice può esonerare l’utente o il condominio dal pagamento della quota relativa al servizio di depurazione per il periodo fatturato. È inoltre possibile richiedere il rimborso per le fatture già saldate.
I tre principi fissati dalla Cassazione
La Cassazione ha tracciato due principi di diritto sul canone di depurazione:
- non è dovuta, da parte dell’utente condominiale, la quota della tariffa del servizio idrico integrato dipendente dall’assenza o dal mancato funzionamento del sistema di depurazione delle acque;
- è applicabile la prescrizione decennale.
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