Che fare se c’è troppo caldo al lavoro?
Gestione del caldo estremo in ambiente lavorativo: linee guida e soluzioni pratiche. I diritti dei lavoratori da temperature eccessive sul lavoro, le normative sulla sicurezza e la tutela della salute.
Ti sei mai chiesto cosa fare quando fa troppo caldo sul posto di lavoro? Sai quali sono le responsabilità dei datori di lavoro nei mesi estivi, quando le temperature possono causare stress termico e aumentare il rischio di incidenti sul lavoro? Ci si può rifiutare di lavorare se in ufficio fa troppo caldo, se non c’è l’aria condizionata o se l’ambiente non è areato a sufficienza? In questo articolo, esploreremo le linee guida dell’Ispettorato nazionale del lavoro, come gestire il calore estremo nel mondo del lavoro e le misure di prevenzione e protezione necessarie.
Cosa prevede la legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro?
La norma quadro è l’articolo 2087 del codice civile a norma del quale il datore di lavoro deve tutelare egarantire la salute psicofisica dei dipendenti. Si tratta di una norma che chiude tutto il quadro delle numerose leggi sulla sicurezza sul lavoro e che ben si può adattare anche ad ambienti troppo caldi. Anche infatti laddove non ci sia una specifica normativa in relazione a uno specifico settore lavorativo, l’articolo 2087 cod. civ. offrirebbe comunque tutela a chi è costretto a svolgere le proprie mansioni – all’aperto o al chiuso – in condizioni di estremo disagio termico (sia per il freddo che per il caldo).
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Cosa prevede la nota 5056/2023 dell’Ispettorato nazionale del lavoro?
L’Ispettorato nazionale del lavoro, per il terzo anno consecutivo, il 13 luglio, ha fornito indicazioni al proprio personale ispettivo attraverso la nota 5056/2023. Queste linee guida sottolineano l’importanza per gli ispettori di verificare, in caso di accesso ai luoghi di lavoro, il rispetto della disciplina in materia di valutazione dei rischi. Il “rischio da calore” è infatti soggetto alla valutazione di prevista dall’articolo 28 del Dlgs 81/2008.
Cosa devono fare i datori di lavoro in caso di calore estremo?
Il datore di lavoro deve individuazione e adottare misure di prevenzione e protezione, deve effettuare una mappatura dei rischi, inclusi anche quelli da stress termico, come previsto dall’articolo 28 del Dlgs 81/2008. Dovrebbe considerare non solo le attività svolte all’aperto, ma anche diversi aspetti che possono incidere sul rischio, come gli orari di lavoro nelle ore più calde, le mansioni svolte, l’intensità dello sforzo fisico richiesto, l’ubicazione del luogo di lavoro, la dimensione aziendale e le caratteristiche individuali dei lavoratori.
Cosa deve contenere il documento di valutazione dei rischi?
Il personale ispettivo verificherà la presenza nel Dvr (Documento di valutazione dei rischi) e nel Pos (Piano operativo di sicurezza) della valutazione del rischio da calore e delle relative misure di prevenzione e protezione.
In caso di mancanza, verrà impartita la prescrizione secondo l’articolo 181, comma 1, del Dlgs 81/2008 e l’articolo 28, comma 2, lettera a o b. Quest’ultimo può comportare la sospensione immediata delle attività lavorative.
Il datore deve tener conto sia delle attività che comportano mansioni da svolgersi all’aperto, non in via occasionale (per esempio cantieri, campi agricoli), sia di altri aspetti che possono incidere sul rischio:
- orari di lavoro nelle ore più calde e soleggiate della giornata (dalle 14:00 alle 17:00);
- mansioni;
- attività che richiedono intenso sforzo fisico, anche abbinato all’utilizzo di Dpi;
- ubicazione del luogo di lavoro;
- dimensione aziendale;
- caratteristiche di ogni singolo lavoratore (età, salute, status socioeconomico, genere).
Cosa possono fare i lavoratori interessati?
I lavoratori interessati alla tutela della salute possono segnalare la situazione all’Ispettorato del lavoro così come agire in via civile contro il datore di lavoro per ottenere, nei suoi confronti, una condanna da parte del giudice al ripristino delle situazioni di sicurezza sul lavoro.
Cosa succede se le misure di prevenzione non vengono rispettate?
Se le misure di prevenzione individuate non vengono rispettate, nonostante sia stata effettuata la valutazione del rischio, si procederà con prescrizione nei confronti del preposto.
La polizia giudiziaria può procedere alla sospensione immediata dei lavori o, nei confronti dei lavoratori interessati, delle attività lavorative prive di una valutazione del rischio specifico. La ripresa delle lavorazioni interessate sarà condizionata all’adozione di tutte le misure necessarie atte a evitare/ridurre il rischio.
Come può il datore di lavoro ridurre i rischi da alte temperature?
Il datore di lavoro può ricorrere alla Cigo (Cassa integrazione guadagni ordinaria) con causale eventi meteo, sia quando le temperature raggiungono e superano i 35°, sia quando il responsabile della sicurezza dell’azienda dispone la sospensione delle lavorazioni per salvaguardare la salute dei lavoratori.
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