forum

Che differenza c’è ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Che differenza c’è tra un assegno bancario è un assegno circolare?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
72 Visualizzazioni
(@carlos-arija-garcia)
Post: 604
Noble Member Registered
Topic starter
 

Uno viene emesso dal correntista, l’altro dalla banca. Uno può risultare scoperto al momento dell’incasso, l’altro no. Ecco cosa c’è da sapere.

L’assegno è uno strumento di pagamento con il quale la persona che lo firma (chiamata «traente») ordina alla banca il pagamento di una somma di denaro a favore di un’altra persona, chiamata «beneficiario». Si tratta di un titolo pagabile «a vista», cioè può essere riscosso dal beneficiario al momento della presentazione allo sportello della banca che lo ha emesso. Nonostante la diffusione dei sistemi di pagamenti elettronici, l‘assegno resta uno strumento ancora molto utilizzato. Tuttavia, non tutti gli assegni sono uguali: c’è quello bancario e quello circolare, diversi nella sostanza. Che differenza c’è tra un assegno bancario è un assegno circolare?

La differenza sostanziale è che:

  • l’assegno bancario viene emesso dalla banca ma firmato dal correntista;
  • l’assegno circolare viene emesso e firmato dalla banca per conto del correntista.

Inoltre:

  • l’assegno bancario è immediato ma il beneficiario non ha la certezza che la somma sia effettivamente disponibile;
  • l‘assegno circolare deve essere preparato in anticipo per consentire alla banca di bloccare la somma richiesta, pertanto non può essere mai scoperto.

Assegno bancario: come funziona?

L’assegno bancario è il tradizionale titolo cartaceo che, su esplicita richiesta, la banca consegna al correntista affinché costui possa effettuare dei pagamenti. Ogni assegno fa parte di un carnet ed è contrassegnato da un numero univoco e progressivo con il quale l’istituto di credito identifica il conto e a persona che lo ha emesso. Di solito ogni blocchetto contiene dieci assegni ed ha un costo simbolico che può variare da 0,10 a 2 euro.

Al momento di compilarlo, l’assegno bancario deve per forza riportare:

  • data di emissione, con indicazione di giorno, mese e anno;
  • luogo di emissione, per poter distinguere gli assegni su piazza (pagati nello stesso Comune in cui sono stati emessi) da quelli fuori piazza (pagati in un Comune diverso);
  • importo, da indicare in numeri e in lettere;
  • beneficiario;
  • firma.

Assegno bancario: che succede se risulta scoperto?

Come accennato, l’assegno bancario non garantisce al beneficiario di trovare sul conto di chi lo emette la cifra riportata sul titolo di pagamento. Tuttavia, se il correntista non provvede a coprire la somma, l’assegno può essere protestato. In sostanza, il beneficiario può richiedere che venga registrato l’insoluto e che venga avviato un procedimento contro chi lo ha emesso. Più nel dettaglio, Il protesto dell’assegno fa scattare:

  • la pubblicazione, entro dieci giorni, del nominativo nel Registro informatico dei protesti tenuto dalla Camera di Commercio;
  • la sanzione pecuniaria da 516 a 6.197 euro;
  • l’impossibilità di emettere assegni bancari o postali per un periodo da due a cinque anni se l’importo è superiore a 2.582 euro;
  • la revoca dell’autorizzazione ad emettere assegni per un periodo di sei mesi (oltre a dover restituire il libretto con i titoli ancora inutilizzati);
  • la segnalazione alla Centrale Rischi. In questo modo, è praticamente impossibile poter accedere a finanziamenti, mutui o aperture di conto corrente.

Se l’importo dell’assegno è superiore a 51.645 euro, le sanzioni sono:

  • l’interdizione dall’esercizio di un’attività professionale, imprenditoriale e dall’esercizio dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese;
  • l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.

Se il debitore provvede al pagamento dell’assegno, il protesto viene conservato nel Registro informatico:

  • fino alla sua cancellazione;
  • per cinque anni dalla data della registrazione (in mancanza di cancellazione).

Assegno circolare: come funziona?

La compilazione dell’assegno circolare spetta alla banca, che lo fa su richiesta del correntista. Uno degli elementi fondamentali è proprio la dicitura «assegno circolare». Serve a garantire a chi lo riceve il pagamento a vista della cifra indicata.

Poi, come sugli altri titoli di credito, occorre inserire:

  • la data e il luogo di emissione;
  • nome e cognome del beneficiario, se si tratta di una persona fisica, oppure ragione o denominazione sociale se l’assegno circolare va emesso a favore di un’azienda o di una società;
  • l’importo da pagare scritto in numeri e in lettere. Le caselle non utilizzate vanno barrate o perforate in modo da non poter alterare la somma indicata.

Di norma, questo tipo di titolo è «non trasferibile» in modo da avere un’ulteriore sicurezza sul fatto che sia effettivamente il beneficiario ad incassarlo e che l’assegno, per quanto sia circolare, «circoli» in giro il meno possibile. Questa clausola può essere eliminata nel caso in cui la cifra da pagare non sia elevata.

Infine, la firma di chi ha emesso l’assegno, non di chi fa il pagamento. Significa che l’assegno circolare va firmato dalla banca e non dal correntista.

Questa firma impegna, dunque, la banca a pagare la somma riportata sul titolo di credito. Ovviamente, l’istituto non si espone: prima di emettere l’assegno ha verificato se il cliente aveva la disponibilità economica sul suo conto per coprire l’importo. In caso contrario, sarà stato chiesto al correntista di depositare il denaro necessario a pagare l’assegno.

Va precisato, tuttavia, che la banca può emettere degli assegni circolari anche a chi non ha un conto corrente presso le sue filiali: chi non è cliente, può farne richiesta depositando i soldi che servono a coprire l’assegno.

È importante incassare l’assegno entro:

  • otto giorni se lo si vuole incassare nello stesso Comune in cui è stato emesso;
  • quindici giorni se lo si incassa in un Comune diverso.
 
Pubblicato : 14 Maggio 2023 15:00