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Che differenza c’è tra legislazione e legislatura

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(@mariano-acquaviva)
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Leggi, Parlamento, funzione legislativa, attività parlamentare e votazioni: tutto quello che c’è da sapere sulle differenze tra legislazione e legislatura.

Il mondo del diritto è davvero complesso: basti pensare che nessuno sa quante leggi sono in vigore in Italia; probabilmente milioni. Al di là di ciò, il mondo giuridico può diventare incomprensibile per via del linguaggio molto tecnico, a volte ostico, che utilizzano i suoi operatori. Ad esempio, qual è la differenza tra legislazione e legislatura?

Apparentemente, i termini sembrano analoghi, quasi equivalenti. Entrambi fanno riferimenti alla legge, questo è chiaro. Ma cosa significano? Se la questione suscita il tuo interesse e pensi di poter apprendere qualcosa di nuovo leggendo questo articolo, allora prenditi dieci minuti di tempo e prosegui nella lettura.

Cos’è la legislazione?

Per legislazione si intende l’insieme delle leggi vigenti in un determinato Stato e in un determinato periodo di tempo.

Quando parliamo di legislazione italiana, ad esempio, ci riferiamo a tutte le leggi che si applicano in Italia. Da questo punto di vista, legislazione è sinonimo di ordinamento giuridico, termine con cui si individua l’insieme delle norme applicabili in un determinato territorio.

Ogni Stato ha la sua legislazione, frutto dell’emanazione degli organi a ciò adibiti: ad esempio, in Italia il potere di legiferare, cioè di adottare leggi, appartiene al Parlamento (e, in via delegata o eccezionale, al Governo). Ciò significa che la legislazione italiana è figlia del Parlamento.

In realtà, in Italia si applicano ancora vecchie leggi pre-costituzionali, alcune adottate addirittura dal re: ciò significa che tutta la legislazione italiana è fatta di atti molto diversi tra loro, non necessariamente emanati dal Parlamento.

Per legislazione si può intendere anche l’insieme delle leggi in riferimento soltanto a un determinato e ristretto periodo storico: pensa ad esempio alla legislazione napoleonica, terminologia con cui intendiamo fare riferimento solo ai provvedimenti emanati durante il regno del generale Bonaparte.

Legislazione: da cosa è costituita?

Sebbene l’etimologia della parola faccia chiaramente riferimento alla legge, in realtà per legislazione può intendersi in senso ampio l’insieme di tutti i provvedimenti che vigono in un determinato territorio. Ciò significa che la legislazione fa riferimento non solo alle leggi, ma anche ai decreti, ai regolamenti e, in generale, a tutte le norme che devono essere applicate in un territorio.

Al di là di tutto, possiamo affermare che i provvedimenti fondamentali che costituiscono una legislazione sono essenzialmente tre: la legge votata direttamente dal Parlamento; i decreti legge e i decreti legislativi. Approfondiamo questo argomento.

Legge ordinaria o legge in senso formale: cos’è?

La legislazione italiana comprende sicuramente la legge ordinaria o legge in senso formale. Per legge in senso formale si intende quella emanata direttamente dal Parlamento, nel rispetto della procedura fissata dalla Costituzione e dai singoli regolamenti di Camera e Senato.

La legge in senso formale (o legge ordinaria) non prevede l’intervento del Governo o di altro organo costituzionale: essa è il frutto dei lavori parlamentari, emblema della democrazia della Repubblica.

Non dobbiamo dimenticare che l’organo elettivo per eccellenza è il Parlamento: solo il Parlamento rappresenta la cittadinanza, ed è pertanto giusto che solo ad esso la Costituzione abbia dato il potere di legiferare, cioè di emanare leggi vincolanti per tutti.

Decreto legislativo: cos’è?

La legislazione italiana comprende non solo la legge in senso formale votata dal Parlamento, ma anche quei provvedimenti che vengono definiti leggi in senso sostanziale, cioè i decreti legislativi e i decreti legge.

La Costituzione ammette la possibilità che la funzione legislativa (ossia, il potere di emanare leggi) venga delegata dal Parlamento a favore del Governo: si parla, in questo caso, di legge delega (o legge di delega). Perché il trasferimento di funzioni sia legittimo occorre che la legge delega determini in maniera puntuale i principi e i criteri direttivi cui il Governo dovrà attenersi, nonché l’oggetto della delega e il termine entro cui esercitarla [1].

Una volta ricevuta la delega (la quale, come ricordato, è una vera e propria legge) da parte del Parlamento, il Governo può esercitare il potere ricevuto entro i limiti stabiliti. Il provvedimento che verrà emanato a seguito di questo iter si definisce decreto legislativo.

Il decreto legislativo, pertanto, è l’atto con forza di legge emanato dal Governo nell’esercizio della delega conferitagli dalla legge stessa. Lo strumento del decreto legislativo è utilizzato spesso per affrontare argomenti tecnicamente molto complessi.

Tantissimi testi normativi non sono leggi in senso formale ma decreti legislativi: si pensi al testo unico sul pubblico impiego [2], al Codice della privacy [3], al Codice del processo amministrativo [4].

Decreto legge: cos’è?

Se per l’emanazione di un decreto legislativo occorre la legge di delega del Parlamento, lo stesso non si più dire per il decreto legge.

La Costituzione dice che, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge [5]. Sono i famosi decreti legge i quali, se non presentati al Parlamento e convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione, perdono efficacia sin dall’inizio.

I decreti legge sono, come i decreti legislativi, atti avente forza di legge, nel senso che hanno lo stesso valore della legge ordinaria. La loro particolarità, però, è quella di essere provvisori: un decreto legge non convertito dalle Camere entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione perde completamente i suoi effetti, come se non fossero mai esistiti.

Un decreto legge può essere emanato solo in presenza di occasioni straordinarie, eventi eccezionali che necessitano di un intervento urgente ed immediato. Anche da ciò si evince la differenza con il decreto legislativo: una delle caratteristiche del decreto legge, infatti, è la velocità con cui viene adottato. I tempi di deliberazione di una legge ordinaria sono noti a tutti: occorrono mesi, a volte anche anni.

La legislazione di settore

In senso un po’ più stretto, la legislazione potrebbe anche riferirsi solamente a una particolare branca del diritto: pensa ad esempio alla legislazione sociale, che comprende tutte le norme inerenti  ai servizi che lo Stato deve garantire, oppure alla legislazione scolastica, riguardante solamente la scuola; la legislazione sportiva; ecc.

La legislazione e l’attività legislativa

Sebbene con il termine legislazione si faccia riferimento quasi sempre all’insieme delle leggi in un determinato contesto storico e territoriale, in realtà la parola legislazione potrebbe anche indicare, in senso ampio, l’attività legislativa, cioè quella di formazione delle leggi.

In questa accezione, legislazione sta a indicare l’attività che pongono in essere gli organi di uno Stato per giungere all’emanazione di una legge compiuta.

Ad esempio, la legislazione in Italia può essere individuata come la formazione delle leggi svolta in seno al Parlamento; dunque, la legislazione farà riferimento a tutto il lungo procedimento che porta una semplice proposta (o disegno) di legge ad essere votata e approvata dal Parlamento e infine promulgata dal Presidente della Repubblica.

Legislatura: cos’è?

Chiarito cos’è la legislazione, vediamo ora cosa significa legislatura. Per legislatura si intende il quinquennio durante il quale il Parlamento esercita le sue funzioni a seguito del voto popolare.

In altre parole, la legislatura riguarda la durata dell’incarico del Parlamento, durata che, secondo la Costituzione, è fissata in cinque anni, salvo che debba tornarsi al voto anticipato per impossibilità delle Camere di funzionare o di governare il Paese.

Dunque, la legislatura c’entra con le leggi, nel senso che riguarda gli organi che le emanano; nello specifico, la legislatura è il periodo in cui un dato organo legislativo è in carica e svolge il proprio mandato elettorale.

Legislatura italiana

Quando parliamo di legislatura italiana facciamo, dunque, riferimento al periodo di tempo durante il quale il Parlamento esercita le sua funzioni legislative.

Secondo la Costituzione italiana [6], la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. La durata di ciascuna Camera non può essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra.

Nell’Italia repubblicana ci sono state quasi trenta legislature: per la precisione, il 23 marzo 2018 è cominciata la ventottesima legislatura italiana. Ciò significa che gli italiani, da quando c’è la Repubblica, hanno votato ventotto volte; questo ci fa capire come la legislatura sia strettamente legata al voto del popolo, in quanto ad ogni elezione corrisponde l’inizio di una nuova legislatura.

Legislazione e legislatura: differenze

È netta, dunque, la differenza tra legislazione e legislatura: la prima si riferisce all’insieme delle leggi e, più in generale, delle norme che si applicano in un determinato territorio, mentre la seconda fa riferimento alla durata dell’organo a cui è attribuita la funzione legislativa.

Legislazione e legislatura sono senz’altro concettualmente accomunate, visto che entrambe riguardano il mondo del diritto e, nello specifico, quello delle leggi; però, mentre la legislazione fa riferimento al “prodotto” dell’assemblea legislativa (il Parlamento), la legislatura si riferisce alla durata delle funzioni dell’organo di legislazione.

 
Pubblicato : 19 Marzo 2023 17:01