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Che cos’è il prestito finalizzato?

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(@carlos-arija-garcia)
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Qual è la differenza con il prestito personale? Come funziona il sistema dele rate? Cosa significa finanziamento a tasso zero?

Raramente si acquista un’automobile o l’arredamento della casa con la carta di credito o con bonifico bancario: di solito beni così costosi vengono pagati a rate, grazie ad un finanziamento proposto dal venditore. Ecco la risposta per chi si chiede che cos’è il prestito finalizzato. Ma ci sono tante altre cose da sapere: come funziona? È sempre conveniente? Ci sono dei rischi con un prestito finalizzato? Si pagano degli interessi? C’è da fidarsi quando viene proposto un acquisto a rate a tasso zero?

Una domanda alla volta, una risposta alla volta.

Prestito finalizzato: che cos’è?

Il prestito finalizzato è il finanziamento concesso per comprare di un determinato bene. Non sono, quindi, dei soldi erogati ad un consumatore affinché li spenda per qualsiasi necessità ma sono legati ad un determinato acquisto: un’auto, un grande elettrodomestico, l’arredamento di un locale della casa, un televisore, ecc.

Va subito chiarito che il prestito finalizzato non viene erogato dal venditore ma da una finanziaria a cui l’esercente si appoggia. Se compro una macchina, non è il concessionario ad anticipare i soldi che poi dovrò restituire: un istituto o una società di credito paga l’auto alla concessionaria e io restituirò i soldi all’istituto o alla società di credito, con i dovuti interessi.

Altra differenza rispetto al classico prestito personale è che la firma del contratto di finanziamento non va fatta con la società che eroga i soldi ma con il venditore, che fa da intermediario e che, una volta avuto il via libera dal finanziatore, avrà la garanzia di ottenere i soldi del bene che ha venduto al cliente.

In sostanza, il cliente non riceve dei soldi per comprare qualcosa ma firma tramite il venditore un contratto con una finanziaria alla quale pagare quel «qualcosa» a rate.

Trattandosi di credito al consumo, sono escluse le richieste che riguardano le attività professionali, come ad esempio l’acquisto di una macchina agricola o il registratore di cassa per il negozio.

Prestito finalizzato: quali caratteristiche?

Un prestito finalizzato si contraddistingue da altre forme di finanziamento per queste caratteristiche:

  • viene erogato direttamente al venditore e non a cliente;
  • il consumatore è obbligato a comprare il bene per il quale il prestito è stato concesso;
  • la pratica si chiude in tempi molto brevi perché richiedono la presentazione di poca documentazione: nella maggior parte dei casi, bastano il documento di identità e il codice fiscale. Per acquisti di un valore elevato (ad esempio una macchina) potrebbe essere richiesta anche una busta paga o una dichiarazione dei redditi.

Prestito finalizzato: come funziona?

Il consumatore che acquista un bene di un certo valore, anche non esagerato ma che, comunque, non riesce a pagare per intero al momento di comprarlo, può chiedere di corrispondere l‘importo a rate, se il venditore prevede questa soluzione.

Stiamo parlando, comunque, di un finanziamento. Quindi, quando si dice «pagare a rate» non si fa riferimento al favore che il venditore fa al cliente di fiducia: «Mi devi 900 euro, dammene 300 per volta e in tre mesi siamo a posto». No, qui si tratta di portare a casa un bene dopo aver sottoscritto un contratto in virtù del quale una finanziaria paga al venditore il valore del prodotto o del servizio acquistato e il cliente si impegna a versare una rata mensile alla finanziaria (non al venditore). Rata che, ovviamente, comprende una quota del capitale pagato per l’acquisto e una quota di interessi.

L’esercente fa da intermediario tra il finanziatore e il cliente finale.

Facciamo un esempio.

Poniamo che devi acquistare una macchina. Ti rivolgi alla concessionaria e, individuato il modello che ti piace, confermi l’affare. Il venditore ti proporrà un finanziamento per darti la possibilità di pagare la macchina a rate. Avrà tra le mani il piano di ammortamento predisposto dalla finanziaria: ti dirà, quindi, in base al tempo entro il quale vorrai saldare il debito, a quanto ammonta l’anticipo e qual è l’importo delle rate mensili, compreso di interessi.

Il venditore ti chiederà un documento di identità e il codice fiscale e, probabilmente, anche una busta paga o la dichiarazione dei redditi per avere la certezza del fatto che hai delle entrate fisse. Gira tutto alla finanziaria, che valuta l’opportunità di erogare il prestito finalizzato.

Con ogni probabilità, l’istituto o la società di credito consulterà la banca dati della Crif per sapere se sei una «fedina creditizia» pulita, cioè se:

  • non sei stato protestato;
  • non ha pagato in ritardo le rate di eventuali altri finanziamenti;
  • non hai chiesto un importo sproporzionato rispetto alle tue possibilità economiche di rimborso.

Prima della firma del contratto, ti deve essere consegnato gratuitamente il modulo «Secci» che contiene tutte le informazioni necessarie per permetterti di valutare con calma la proposta di finanziamento. Il contratto deve contenere una descrizione dettagliata dei beni o dei servizi e l’indicazione dei loro prezzi.

Se tutto fila liscio, il contratto di finanziamento lo firmi in concessionaria ma, in realtà, il venditore è soltanto un intermediario: il contratto che stai firmando, infatti, è fra te e la finanziaria. La quale, una volta approvato il prestito, verserà al venditore l’importo dell’auto e comincerà a girarti le rate mensili da pagare secondo la scelta indicata nel contratto: bollettino postale, domiciliazione in banca, ecc.

Prestito finalizzato: cosa incide sul costo?

Come tutte le altre forme di credito, anche il prestito finalizzato ha dei costi che dipendono, fondamentalmente, da questi fattori:

  • la somma che è stata erogata;
  • il tasso di interesse applicato;
  • le spese per l’incasso delle rate;
  • le spese di apertura del finanziamento;
  • eventuali spese assicurative;
  • le commissioni.

Prestito finalizzato: si può recedere dal contratto?

Secondo il Codice del consumo, il cliente può recedere dal contratto entro 14 giorni dalla data della firma inviando una comunicazione al finanziatore secondo le modalità indicate. Per il recesso entro il citato termine non è necessario dare alcuna motivazione.

Se in quei 14 giorni è arrivato il finanziamento, o anche solo una parte, il cliente è tenuto a restituire la somma ricevuta entro 30 giorni dalla comunicazione del recesso, pagando gli interessi maturati fino alla restituzione.

Se il venditore non consegna il bene o non presta il servizio acquistato, oppure viene riscontrato un difetto importante, il consumatore può rivolgersi al finanziatore per sciogliere anche il contratto di credito ma solo dopo aver inutilmente richiesto per iscritto al venditore quanto dovuto. Se ottiene lo scioglimento del contratto, le somme già versate al venditore devono essergli restituite dal finanziatore.

Anche il finanziatore può recedere, ma deve comunicarlo al consumatore con almeno due mesi di preavviso.

Prestito finalizzato: si può chiudere il debito in anticipo?

Il cliente ha la possibilità di rimborsare anticipatamente e in qualsiasi momento in tutto o in parte l’importo residuo del debito. In questo caso, avrà diritto alla riduzione del costo totale del credito, pari all’importo degli interessi e degli eventuali costi – che di fatto sono stati anticipati – dovuti alla vita residua del contratto.

Prestito finalizzato a tasso zero: c’è da fidarsi?

Il finanziamento a tasso zero è un prestito finalizzato grazie al quale il consumatore non dovrà (o non dovrebbe) corrispondere degli interessi all’ente finanziatore ma devolvere, poco per volta, il costo del prodotto. Un po’ come la soluzione «inter nos» citata prima: «Mi devi 900 euro, me ne dai 300 per volta e in tre mesi siamo a posto».

Per capire meglio quando si può parlare veramente di tasso zero, va premesso che un finanziamento (prestito o mutuo che sia) ha due elementi idi estrema importanza. Il primo è il Tan, cioè il tasso annuo nominale che esprime gli interessi pagati sul capitale erogato. Viene calcolato in base all’importo del finanziamento e deve essere restituito con ogni rata e non annualmente. In questo modo, il tasso effettivo è superiore a quello di interesse nominale.

L’altro elemento è il Taeg, vale a dire il Tasso annuo effettivo generalizzato. Si tratta di una sorta di «contenitore» che raccoglie i costi complessivi del prestito a carico del consumatore, cioè le spese di apertura e di gestione della pratica.

Nel finanziamento a tasso zero, il Tan resta allo 0%: questo significa, appunto, che il cliente non deve pagare gli interessi sul prestito ottenuto.

Diverso quel che riguarda il Taeg. In questo caso, non è detto che resti allo 0% perché comprende le spese legate all’istruttoria del prestito, costi a carico del cliente ma non considerati interessi (ed ecco perché il Tan resta allo 0%).

Ci sono, però, dei commercianti che, pur di non riempire il magazzino di merce invenduta, danno la possibilità ai clienti di non pagare queste spese. In pratica, sono loro a pagarle all’ente finanziatore. O, per lo meno, così sarà agli occhi del consumatore: qualcuno lo farà davvero sperando di compensare i costi con il maggior numero di vendite. Ma non mancherà chi caricherà quelle spese sul prezzo finale garantendo un Taeg allo 0%.

La soluzione migliore resta sempre quella di darsi un’occhiata in giro e vedere lo stesso bene in più negozi. Ad esempio, puoi trovare un televisore da Tizio a 1.300 euro con Tan e Taeg allo 0%. Prima di comprarlo, vai da Caio e scopri che lo stesso identico apparecchio viene offerto, a 1.100 euro, sempre con Tan e Taeg allo 0%. Con ogni probabilità, Caio si è incollato le spese fisse e Tizio le ha caricate sul prezzo finale.

Se, invece, Tizio e Caio vendono lo stesso televisore allo stesso prezzo e a tasso zero, la cosa più saggia e vedere chi dei due applica il Taeg più basso: se non altro, si potrà risparmiare qualcosa sui costi fissi.

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Pubblicato : 5 Febbraio 2023 09:00