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Che cos’è il dolo eventuale?

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(@mariano-acquaviva)
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Quali sono gli elementi psicologici del reato? Qual è la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente o con previsione?

Secondo la legge civile, chi danneggia un bene è tenuto a pagare il risarcimento, a prescindere dal fatto che abbia agito intenzionalmente o meno. Ad esempio, chi, facendo manovra per uscire dal parcheggio, per sbaglio urta il veicolo che sopraggiunge, dovrà ristorare i danni anche se non li ha causati apposta. La legge penale, invece, prevede l’esatto contrario: a parte alcune eccezioni, la responsabilità scatta solo quando c’è l’intenzione di commettere un crimine, cioè quando c’è dolo. Con questo articolo ci soffermeremo su una particolare categoria di dolo: quello eventuale. Approfondiamo l’argomento anche grazie all’aiuto della giurisprudenza.

Che cos’è il dolo?

Il dolo è l’elemento psicologico del reato che consiste nel compiere un’azione avendo piena consapevolezza delle sue conseguenze [1]. Detto in altri termini, il dolo è la mala fede di chi agisce sapendo che la propria condotta è illegale.

Che cos’è la colpa?

La colpa è l’altro elemento psicologico del reato, che si ha tutte le volte in cui il responsabile commette un crimine pur non avendone l’intenzione.

Si pensi al medico che, sbagliando un intervento, causi la morte del paziente: in un’ipotesi del genere si avrebbe il reato di omicidio colposo.

A differenza di quelli dolosi, i reati colposi sono puniti solo quando la legge lo prevede espressamente: in altre parole, la regola stabilisce che i reati sono sempre dolosi, salvo eccezioni.

Ad esempio, nessuno può essere accusato di un “furto colposo” o di una “rapina colposa”, trattandosi di delitti solamente dolosi.

Cos’è il dolo eventuale?

Il dolo eventuale è una particolare forma di dolo caratterizzata dall’incertezza di chi agisce, il quale non è propriamente intenzionato a commettere un reato ma, allo stesso tempo, accetta che dalla propria condotta se ne possa verificare uno.

Si pensi a chi, infastidito dagli schiamazzi notturni provenienti dal bar al piano di sotto, scaraventi contro gli avventori una bottiglia di vetro, accettando il rischio che qualcuno venga colpito riportando gravi conseguenze.

Un altro esempio è quello dei sassi lanciati dal cavalcavia: se le pietre dovessero colpire un’auto l’autore del gesto ne risponderebbe penalmente, anche se la sua intenzione non era quella di fare del male ma solo di compiere una bravata.

Cos’è la colpa cosciente?

Il dolo eventuale può essere confuso con la colpa cosciente, che si verifica ogni volta che l’agente, pur prevedendo come possibile la commissione dell’illecito, spera che questo non si realizzi.

È il caso di chi effettua un pericoloso sorpasso in curva: pur immaginandosi della possibilità di scontrarsi rovinosamente con chi sopraggiunge dalla corsia opposta, il conducente non ha intenzione di fare un incidente e spera che la sua manovra azzardata vada a buon fine.

Insomma: c’è colpa cosciente (o colpa con previsione) quando l’agente si rappresenta l’evento come possibile conseguenza della sua condotta ma confida nel fatto che esso non si verificherà.

Dolo eventuale e colpa cosciente: qual è la differenza?

La differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente sta nel modo in cui l’agente si pone nei confronti del rischio che l’illecito penale si verifichi: mentre chi agisce con dolo eventuale accetta che il fatto criminoso possa verificarsi quale conseguenza della propria azione, chi è mosso da colpa cosciente spera invece che l’illecito non si realizzi, pur avendolo messo in conto.

Così la Corte di Cassazione: «ai fini della configurabilità del dolo eventuale, l’agente deve “lucidamente” raffigurarsi il fatto lesivo quale conseguenza della sua condotta, e deve inoltre consapevolmente determinarsi ad agire comunque, accettando compiutamente la verificazione di tale fatto lesivo, risulta ragionevole concludere che il medesimo agente, nella indicata situazione, pone in essere la sua condotta nella piena consapevolezza che questa potrà realizzare anche la specifica finalità richiesta dalla legge ai fini dell’integrazione del reato, e, quindi, nell’attivarsi accettandola, la fa propria» [2].

La giurisprudenza ha altresì precisato che «in tema di elemento soggettivo del reato, la distinzione tra dolo eventuale e colpa cosciente rileva solo nel caso in cui la condotta dell’agente riguardi un’attività lecita seppure rischiosa, e non, invece, laddove si versi in ipotesi di attività illecita atteso che, in tal caso, è esclusa, alla base, la stessa configurabilità dell’osservanza o meno di regole cautelari» [3].

In altre parole, può esserci colpa cosciente solo nel caso in cui l’azione posta in essere dal soggetto è (almeno inizialmente) lecita, potendosi poi trasformare in illecita nel caso del verificarsi dell’evento lesivo. È il caso appunto di chi azzarda un sorpasso che, fortunosamente, non crea danni a nessuno.

Le cose cambiano, invece, nell’ipotesi in cui si abbia sin da subito consapevolezza dell’illegalità della propria azione.

Ad esempio, chi porta nel bagagliaio dell’auto un’arma senza aver alcun permesso, non potrà poi invocare la colpa cosciente se i carabinieri gli contestano il porto abusivo, dicendo che sperava che le autorità non lo perquisissero!

La conseguenza pratica della differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente sta nel fatto che chi ha agito con dolo eventuale risponderà del delitto a titolo di dolo, mentre chi ha agito con colpa cosciente ne risponderà a titolo di colpa.

La differenza non è di poco conto, se solo si tiene conto che tutti i reati sono dolosi, mentre non tutti sono colposi, con conseguenza che, per chi commette un illecito che non è previsto come colposo, potrebbero non esserci ripercussioni penali (si pensi nuovamente al furto commesso per sbaglio, irrilevante sotto il profilo penale). Inoltre, i reati colposi sono sempre puniti molto meno severamente.

 
Pubblicato : 6 Agosto 2023 11:15