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Cedolare secca anche a negozi e affitti commerciali

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(@paolo-florio)
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Cedolare secca: estesa anche alle locazioni a uso non abitativo: l’emendamento nel disegno di legge del Governo. Scopri come l’estensione di questo regime fiscale potrebbe influenzare i proprietari di negozi e immobili commerciali.

La cedolare secca, il regime fiscale che prevede l’applicazione di una tassa piatta sugli affitti, è una opportunità che ha interessato gli affitti residenziali negli ultimi anni. Tuttavia, l’estensione di questo regime fiscale ai negozi e agli affitti commerciali è ora oggetto di discussione del Governo e potrebbe portare a significative modifiche nel settore immobiliare. In questo articolo, esploreremo le implicazioni della cedolare secca anche per gli affitti non abitativi, analizzando i possibili cambiamenti normativi e gli effetti sui proprietari di negozi e immobili commerciali.

Cosa si intende per cedolare secca?

La cedolare secca è un regime fiscale introdotto nel 2011 che prevede l’applicazione di una tassa piatta sugli affitti. In pratica, i proprietari di immobili possono optare per il pagamento di una percentuale fissa sugli affitti, senza dover calcolare l’imposta sul reddito tradizionale, il cui scaglione dipende dalla dichiarazione dei redditi del contribuente. Questo regime semplifica la dichiarazione fiscale per i proprietari e offre loro maggiore certezza sui costi fiscali associati agli affitti. In gran parte dei casi costituisce un forte risparmio.

Quali sono le attuali limitazioni della cedolare secca?

Attualmente, la cedolare secca si applica esclusivamente agli affitti residenziali. Tuttavia, con la proposta di riforma in corso, si sta valutando l’estensione di questo regime anche agli affitti non abitativi, come i negozi e gli immobili commerciali.

Immaginiamo che Marco sia il proprietario di un negozio che affitta a un’azienda. Attualmente, Marco non può beneficiare della cedolare secca, ma se l’estensione del regime fiscale fosse approvata, potrebbe ottenere vantaggi simili a quelli dei proprietari di immobili residenziali, come una tassa piatta sugli affitti e una maggiore certezza sui costi fiscali.

Quali sono le implicazioni dell’estensione della cedolare secca agli affitti commerciali?

L’estensione della cedolare secca agli affitti commerciali porta con sé un problema di coperture finanziarie, poiché l’applicazione della cedolare secca determina ovviamente una riduzione delle imposte tradizionali, come l’IRPEF, le addizionali locali, l’imposta di registro e il bollo. Tuttavia, l’implementazione dell’estensione della cedolare secca agli affitti commerciali potrebbe far emergere – come già successo nel settore abitativo – numerosi affitti che oggi gravitano nell’orbita del “nero”: rendendo più conveniente la tassazione, i contribuenti saranno portati a regolarizzare i contratti di locazione a uso commerciale. 

Ricordiamo peraltro che l’affitto non registrato è nullo e quindi le parti non possono far valere in giudizio i propri diritti.

Quali sono i dati relativi agli affitti non abitativi in Italia?

Secondo gli ultimi dati disponibili, ci sono circa 1,32 milioni di immobili non abitativi locati e posseduti da persone fisiche, che potrebbero essere interessati dalla cedolare secca. Tra questi, circa 810.000 sono negozi e locali commerciali, 170.000 sono studi e uffici, e 200.000 rientrano nella categoria di capannoni e immobili produttivi. A confronto, le case locate sono quasi 3,4 milioni.

 

 
Pubblicato : 22 Maggio 2023 06:16