Casa in comodato al figlio: cosa succede se si separa?
I genitori possono riavere la casa data in comodato dopo un divorzio?
Se un figlio riceve una casa in comodato dai genitori e, successivamente, si separa dalla convivente o dalla moglie, può quest’ultima continuare a vivere lì? E se così non dovesse essere, come possono i proprietari dell’immobile proteggere i propri interessi in situazioni simili? Queste domande sono state al centro di numerose vertenze legali. La Cassazione, in una recente sentenza (n. 27634 del 29.09.2023) ha chiarito cosa succede, se la casa è data in comodato al figlio, se questo si separa.
In questo articolo vedremo se il giudice può riconoscere il diritto di abitazione al cosiddetto “genitore collocatario” (quello cioè presso cui i figli vanno a vivere) anche quando l’immobile è dei suoceri. E stabiliremo come stipulare un contratto di comodato “blindato” dalle altrui rivendicazioni. Ma procediamo con ordine.
Che cos’è il comodato?
Il comodato è un contratto (anche verbale) attraverso il quale una parte (comodante) concede gratuitamente l’uso di una cosa ad un’altra (comodatario) con l’obbligo per quest’ultimo di restituirla.
Tipico è il caso di un genitore che presta la propria casa al figlio, senza alcun atto formale (quindi limitandosi a consegnargli le chiavi dell’immobile) finché questi non è in grado di acquistarne una con i propri soldi o di pagare l’affitto.
Quali sono i vari tipi di comodato?
Esiste un solo contratto di comodato. Ma la disciplina in merito alla scadenza e all’obbligo di restituzione del bene varia a seconda degli accordi tra le parti.
- comodato con termine di scadenza: qui, la durata del comodato è chiaramente definita. Ad esempio, un contratto potrebbe stabilire che la casa viene data in comodato per 5 anni;
- comodato per una finalità specifica: il comodato termina quando viene raggiunto uno specifico scopo, come quando un genitore presta una casa al figlio finché non trova un lavoro;
- comodato senza termine espresso (cosiddetto «comodato precario»): non esiste una data di scadenza prestabilita;
- comodato a tempo indeterminato: la durata non è specificata e può essere terminata in qualsiasi momento.
Nel primo e nel secondo caso, se prima della scadenza o del termine concordato sopravviene un urgente e impreveduto bisogno al comodante, questi può esigere la restituzione immediata del bene.
Qual è la decisione della Cassazione riguardo al comodato in caso di divorzio?
La Cassazione ha ribadito che se un immobile ha una “destinazione familiare” (ossia comodato per una finalità specifica), i genitori non possono richiederne la restituzione, anche in caso di divorzio tra il figlio e l’ex moglie (lo stesso dicasi per la separazione di coppia convivente). Questo perché la destinazione familiare dell’immobile richiede che il proprietario permetta la continuazione del godimento dell’immobile oltre la crisi coniugale.
In altri termini, la casa data in comodato senza una scadenza al figlio affinché questi vi viva con la famiglia resta al genitore collocatario della prole: il giudice può cioè riconoscergli il diritto di abitazione nonostante l’immobile sia dei suoceri.
Come possono i genitori proteggere i propri interessi?
La Cassazione suggerisce che, per ottenere la restituzione della casa, i genitori dovrebbero stipulare un comodato con una data di scadenza definita. In questo modo, sopraggiunto tale termine, il contratto si conclude e l’immobile torna ai suoi legittimi proprietari.
Conclusioni
I genitori non possono farsi restituire la casa data in comodato al figlio e assegnata all’ex moglie se non hanno firmato un contratto di comodato scritto con una data di scadenza.
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