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Cartella esattoriale società cancellata

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(@paolo-remer)
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Quale responsabilità hanno i soci per i debiti fiscali se arriva la notifica di una cartella di pagamento dopo il bilancio di liquidazione e l’estinzione?

Le società chiudono non sempre perché i soci decidono di “andare in pensione” o di terminare l’attività. Il più delle volte, sono i debiti – ed in particolare quelli con il Fisco – ad affossare l’azienda e a consigliarne l’estinzione. È proprio in questi casi che si assiste spesso alla successiva notifica alla società cancellata dal Registro delle imprese, di una o più cartelle di pagamento da parte dell’Agenzia Entrate Riscossione (o talvolta di altri concessionari, convenzionati per la riscossione dei tributi locali).

Insomma, succede che le raccomandate continuano ad arrivare alla vecchia sede, ormai chiusa, oppure alla persona del liquidatore che, anche se le rifiuta, non impedisce che le stesse producano effetti giuridici. E se si tratta di società di persone le cartelle possono essere indirizzate anche agli ormai ex soci.

Di qui il dubbio: quale responsabilità possono avere i soci e il vecchio amministratore nel caso di una cartella esattoriale alla società cancellata? I dubbi sono stati chiariti più volte dalla Cassazione [1] che, nel 2013, ha segnato il tracciato con una importante sentenza delle Sezioni Unite [2]. Sentenza che in seguito i giudici tributari di merito [3] hanno richiamato per decidere un caso molto simile. 

Illustreremo, qui di seguito, le istruzioni fornite dalla giurisprudenza in merito alla notifica di una cartella esattoriale indirizzata a una società cancellata dal Registro delle imprese.

Debiti fiscali per le società chiuse

Ti premettiamo che il nostro discorso riguarderà solo le società di capitali, ossia le Srl, le Spa e le società in accomandita per azioni (Sapa). Difatti, per gli altri tipi di società (ossia le “società di persone”, in particolare le Snc, le Sas e le società semplici) la responsabilità dei soci, pur dopo la chiusura dell’azienda, è innegabile e continua a persistere, quindi le pretese dei creditori possono essere ancora rivolte ai soci. Il particolare tipo di struttura giuridica da questi ultimi prescelto non fa alcuna distinzione tra il patrimonio della società e quello personale dei suoi membri, sicché i soci di società di persone, anche dopo la cancellazione della persona giuridica, continuano a rispondere – sia pure con alcune limitazioni – per i debiti contratti nel periodo in cui la stessa era in vita. 

Invece per le società di capitali esiste, come è noto, una netta separazione tra il patrimonio sociale e quello dei soci: questi ultimi rispondono dei debiti sociali – sia quando la società è in vita, sia dopo la sua estinzione – soltanto nei limiti del capitale conferito, e dunque non con il loro patrimonio personale. Tuttavia, come vedremo a breve, questo principio subisce un’eccezione proprio nel caso di debiti fiscali.

Quali debiti devono pagare i soci di una società estinta?

I soci di una società di capitali rispondono dei debiti della società solo nei limiti di quanto da essi stessi riscosso a seguito della liquidazione, ossia con l’ultimo bilancio appositamente redatto prima della chiusura, e comunque in proporzione alle rispettive quote sociali. Dunque, se con il bilancio di liquidazione non è risultato e non stato ripartito alcun utile finale, i soci non hanno alcun dovere nei confronti del Fisco e non rispondono delle cartelle esattoriali notificate alla società ormai estinta. 

In una Srl, prima della chiusura, viene approvato un bilancio di liquidazione che accorda, a ciascuno dei tre soci, un utile residuo di 10.000 euro a testa. Arriva una cartella da 100.000 euro. I soci sono tenuti a pagare il 30% di tale debito ma non oltre la somma di 10.000 euro cadauno, in quanto pari alla quota da questi ricevuta con la liquidazione della società.

È valida la cartella notificata alla società chiusa?

La diretta conseguenza di tale principio è che, se il debito della società nasce dopo la formazione e l’approvazione dell’ultimo bilancio di liquidazione, i soci non sono responsabili di esso e non devono pagare alcuna somma, neanche nei limiti delle quote riscosse con la liquidazione. Se, pertanto, l’atto impositivo – cartella esattoriale, o avviso di accertamento esecutivo – viene notificato alla società ormai cancellata, quando il bilancio finale di liquidazione è stato già approvato in precedenza, i soci non devono risponderne, non trattandosi di credito esistente al momento dello scioglimento. Risultato: dopo la cancellazione di una società di capitali, sono nulle le cartelle di pagamento notificate direttamente ai soci e relative ai debiti tributari facenti capo all’ente. 

Quando i soci della società cancellata rimangono responsabili per i debiti 

Sul punto, tuttavia, esiste anche un diverso orientamento della Cassazione per cui, anche in assenza di riparto di utili, i soci comunque rispondono di quei debiti societari che non siano ancora definiti all’esito della liquidazione [4]. Nello specifico, la Suprema corte ha precisato [5] che «..non può essere condiviso l’orientamento secondo cui i soci subentrano dal lato passivo nel rapporto d’imposta solo se e nei limiti in cui abbiano goduto di un qualche riparto in base al bilancio finale di liquidazione.

Queste conclusioni, in realtà, non sono in linea con i principi affermati dalle Sezioni unite (sentenza n. 6070/2013). Ed invero, non esulano dalla disciplina di cui all’articolo 2495 del Codice civile, dettato appunto in tema di cancellazione delle società di capitali, i crediti oggetto di accertamenti sopravvenuti alla data della cancellazione della società, in relazione ai quali sussiste la piena responsabilità dei soci. Tale responsabilità – secondo la Suprema Corte – «opera indipendentemente dalla mancata definitività del debito tributario al momento del riparto in base alle risultanze del bilancio finale».

Con riferimento alle Srl, ma il principio è estensibile agli altri tipi di società di capitali, una recente ordinanza della Corte di Cassazione [6] ha affermato che i soci della società cancellata rimangono responsabili soltanto per il pagamento delle imposte, ma non delle sanzioni. La Suprema Corte ha precisato che «l’estinzione delle società, conseguente alla cancellazione dal Registro delle imprese, determina un fenomeno di tipo successorio, in forza del quale i rapporti obbligatori facenti capo all’ente non si estinguono ma si trasferiscono ai soci, i quali ne rispondono, nei limiti di quanto riscosso a seguito della liquidazione, o limitatamente, a seconda del regime giuridico dei debiti sociali cui erano soggetti pendente societate» (cioè quando la società era in vita e operativa).

Le sanzioni amministrative tributarie, invece – che come abbiamo appena visto, di regola cadono con la cancellazione della Srl – permangono nei confronti dei soci corresponsabili della violazione tributaria causata dal loro comportamento; ma il Collegio ha precisato che il semplice «ruolo di vertice rivestito nell’organizzazione sociale» (ad esempio, quello di socio amministratore unico) non determina «il sistematico riconoscimento di responsabilità sanzionabile in capo al socio, per violazioni incidenti sulla determinazione o sul pagamento del tributo». In definitiva, la responsabilità, o corresponsabilità, dei soci per i debiti tributari sociali pendenti dopo la liquidazione e l’avvenuta cancellazione deve essere accertata caso per caso, e non può presumersi in base al ruolo direttivo o apicale ricoperto all’interno della società ormai cancellata.

 
Pubblicato : 29 Marzo 2023 17:15