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Carta dei diritti dei detenuti: come funziona?

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(@mariano-acquaviva)
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Quali sono i principali diritti delle persone che scontano la pena in carcere? Come funzionano il lavoro, lo studio e i colloqui in prigione?

Il fatto di aver commesso un reato non rende cittadini di serie b, anche quando la responsabilità è stata oramai accertata con sentenza definitiva. Questo vale sia per chi, nonostante la condanna, si trovi ancora in libertà, sia per chi, invece, deve scontare la pena in carcere. È per questo motivo che l’ordinamento giuridico stabilisce alcune regole che devono essere rispettate per non rendere ancora più dure le condizioni di chi si trova in prigione. Con questo articolo vedremo come funziona la Carta dei diritti dei detenuti.

Sin da subito possiamo dire che si tratta di un vero e proprio documento avente valore legale; una sorta di patto con i detenuti con cui lo Stato si impegna a rispettare i diritti di tutti coloro che scontano il loro debito con la giustizia all’interno degli istituti penitenziari. Ma non solo: nello stesso documento, infatti, sono previsti anche diversi doveri a cui i detenuti devono attenersi. Se l’argomento t’interessa e vuoi saperne di più, prenditi cinque minuti e prosegui nella lettura: vedremo insieme come funziona la Carta dei diritti dei detenuti.

Carta dei diritti dei detenuti: cos’è?

La Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati è un vero e proprio provvedimento di legge [1] che, quindi, è vincolante per tutti, sia per chi deve scontare la pena in carcere che per coloro che devono farne rispettare l’esecuzione.

La Carta dei diritti è un documento che si trova in allegato alla legge sull’ordinamento penitenziario [2] e che viene consegnata, in forma di estratto, a ogni detenuto al momento del suo ingresso in carcere.

La Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti contiene le principali norme in materia, appunto, di diritti e di obblighi di coloro che si trovano all’interno del penitenziario. Si tratta in pratica di una sorta di statuto che trova applicazione dentro le mura del carcere al fine di regolarne la vita all’interno.

Allegata alla Carta dei diritti è presente anche un glossario che spiega, in modo semplice, quali sono i fondamentali istituti giuridici di cui il detenuto deve avere conoscenza (amnistia, arresti domiciliari, braccialetto elettronico, gratuito patrocinio, ecc.).

Carta dei diritti dei detenuti: a chi si applica?

La Carta dei diritti si applica a tutti i detenuti: non solo a coloro che devono scontare una pena oramai definitiva, ma anche a coloro che si trovano solamente in custodia cautelare, cioè in attesa che il giudizio termini.

Carta dei diritti dei detenuti: cosa prevede?

Fatte queste necessarie premesse, vediamo ora quali sono le principali disposizioni contenute all’interno della Carta dei diritti del detenuto, partendo dal momento dell’ingresso del penitenziario fino ai rapporti con la società esterna, passando per il diritto allo svago e al lavoro.

Le regole all’ingresso del penitenziario

La Carta dei diritti del detenuto stabilisce che l’ingresso nel carcere è curato dal personale di polizia penitenziaria preposto all’Ufficio Matricola.

Il detenuto ha sempre il diritto di avvertire i propri familiari, sia in caso di provenienza dalla libertà, sia in caso di trasferimento da altro istituto.

Il detenuto ha diritto di nominare uno o due difensori di fiducia. L’avvocato serve non solo a chi si trova in custodia cautelare, ma anche al condannato in via definitiva: questi, infatti, anche durante l’esecuzione della pena può aver bisogno di un difensore, ad esempio per chiedere l’accesso alle misure alternative o per ottenere gli sconti di pena legati alla buona condotta.

Il detenuto ha diritto ad avere colloqui con il proprio difensore sin dal momento dell’ingresso e per tutta la permanenza in carcere, negli orari e con le modalità stabilite, facendone richiesta attraverso l’Ufficio Matricola.

Al suo ingresso, il detenuto è sottoposto al prelievo delle impronte digitali e alla perquisizione; egli deve obbligatoriamente consegnare denaro, orologio, cintura e oggetti di valore.

Il detenuto deve anche sottoporsi a visita medica e psicologica durante la quale potrà riferire eventuali problemi di salute, dipendenze, intolleranze e necessità di assunzione di farmaci.

La Carta dei diritti afferma inoltre che il detenuto può chiedere di non condividere la cella con altre persone per motivi di tutela della propria incolumità. Si tratta tuttavia di una disposizione che è rimasta lettera morta, visto che le carceri italiane sono tristemente note per il loro sovraffollamento, ed è pertanto impensabile che si possa ottenere una cella singola.

La vita quotidiana nel penitenziario

Secondo la Carta dei diritti del detenuto, i penitenziari devono essere dotati di locali per le esigenze di vita individuale e di altri per lo svolgimento delle attività in comune, locali che devono essere di ampiezza sufficiente, areati e riscaldati, e muniti di servizi igienici riservati.

Il detenuto ha diritto di ricevere biancheria, vestiario e corredo per il letto; deve averne cura e provvedere alla pulizia della cella e al decoro della sua persona.

Gli è assicurata la possibilità di fare la doccia e di fruire di un periodico taglio di barba e capelli.

Ciascun detenuto ha diritto di permanere all’aperto almeno per due ore al giorno o, in determinati regimi di custodia, per un tempo più breve, ma comunque mai meno di un’ora.

Durante la permanenza all’aperto è consentito ai detenuti lo svolgimento di attività sportive.

Il detenuto ha diritto a un’alimentazione sana e adeguata alle proprie condizioni. Ha diritto a tre pasti al giorno, somministrati negli orari stabiliti dal regolamento interno di istituto. Ha diritto di avere a disposizione acqua potabile e di utilizzare, nel rispetto delle regole di sicurezza, un fornello personale.

È pure consentito l’acquisto, a proprie spese, di generi alimentari e di conforto (cosiddetto “sopravitto”) ed è garantito il diritto di ricevere dall’esterno analoghe merci in pacchi, ma entro limiti di peso prefissati.

Secondo la Carta dei diritti, il diritto alla salute è tutelato mediante l’erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Nei casi più gravi è ovviamente previsto il trasferimento presso una struttura ospedaliera.

È riconosciuto il diritto di praticare il proprio culto, di fruire dell’assistenza spirituale del cappellano cattolico e di partecipare ai riti religiosi nelle cappelle cattoliche o nei locali adibiti ai culti acattolici.

I principali doveri del detenuto

La Carta prevede non solo diritti, ma anche doveri; non a caso, il nome completo è “Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti e degli internati”.

Innanzitutto, il detenuto deve osservare le norme che regolano la vita dell’istituto e le particolari disposizioni impartite dal personale di polizia penitenziaria.

Le infrazioni disciplinari (tra cui la negligenza nella pulizia e nell’ordine, il volontario inadempimento di obblighi lavorativi, il possesso o traffico di oggetti non consentiti, denaro e strumenti atti ad offendere, comunicazioni fraudolente con l’esterno o all’interno, le intimidazioni o sopraffazioni, i ritardi nel rientro e tutti i fatti previsti dalla legge come reato) sono sanzionate, a seconda della loro gravità, con:

  • il richiamo, che consiste in un mero rimprovero;
  • l’ammonizione, che fa scattare una sanzione più grave nel caso di nuova infrazione;
  • l’esclusione dalle attività ricreative e sportive fino a un massimo di dieci giorni;
  • l’isolamento durante la permanenza all’aria aperta (per non più di dieci giorni) e l’esclusione dalle attività in comune (fino a un massimo di quindici giorni).

Il detenuto ha l’obbligo di sottoporsi a perquisizione tutte le volte che sia necessario per motivi di sicurezza.

Istruzione, attività culturali e ricreative

Negli istituti penitenziari si svolgono corsi scolastici a livello di scuola d’obbligo e di scuola secondaria superiore.

Ai detenuti che seguono corsi di istruzione secondaria di secondo grado o corsi universitari, e che hanno superato tutti gli esami di ciascun anno, vengono rimborsate, qualora versino in disagiate condizioni economiche, le spese sostenute per tasse, contributi scolastici e libri di testo, e viene corrisposto un premio di rendimento.

Ai detenuti che si sono distinti per particolare impegno e profitto nei corsi scolastici e di addestramento professionale possono essere concesse delle ricompense, come ad esempio l’encomio del direttore o la proposta (formulata dal consiglio di disciplina) di concessione della grazia, della liberazione condizionale, della revoca anticipata della misura di sicurezza o di altri benefici.

È altresì consentita la possibilità di svolgere la preparazione da privatista per il conseguimento del diploma di scuola secondaria superiore e della laurea universitaria.

Gli istituti devono essere forniti di una biblioteca, alla cui gestione collaborano gli stessi detenuti. L’accesso ai locali della biblioteca delle rispettive sezioni avviene in giorni ed orari stabiliti nel regolamento interno.

Nell’istituto vengono organizzate attività culturali, sportive e ricreative. La loro organizzazione è curata da una commissione composta dal direttore, da uno o più educatori, da uno o più assistenti sociali e da una rappresentanza di detenuti. Per partecipare ai corsi e alle altre attività è sufficiente una richiesta scritta.

È consentito usare un apparecchio radio personale, nonché computer e lettori di dvd, per motivi di studio o di lavoro.

Il lavoro in carcere

La Carta dei diritti riconosce ai detenuti la possibilità di poter svolgere un’attività lavorativa, sia all’interno dell’istituto (cuciniere, barbiere, magazziniere, ecc.) che all’esterno.

Il lavoro all’esterno è concesso solamente in caso di commissione di reati non gravi o di reati per i quali è già stata scontata una parte di pena.

il lavoro va retribuito con una paga non inferiore ai due terzi del trattamento economico previsto dai contratti collettivi di lavoro.

I rapporti con la società esterna

I detenuti hanno il diritto di avere colloqui con i familiari o con persone diverse (quando ricorrono ragionevoli motivi), oltre che con il difensore e con il garante dei diritti dei detenuti.

Durante il colloquio, che si svolge in appositi locali senza mezzi divisori e sotto il controllo visivo (ma non auditivo) del personale di polizia penitenziaria, il detenuto deve tenere un comportamento corretto; in caso contrario, può essere escluso dai colloqui.

Ogni detenuto in regime ordinario ha diritto a sei colloqui al mese, ciascuno per un massimo di un’ora e con non più di 3 persone per volta.

Il detenuto ha pure diritto a colloqui telefonici con i familiari e conviventi, e in casi particolari (per accertati motivi) con persone diverse; tali colloqui sono concessi una volta a settimana per la durata massima di 10 minuti ciascuno, nonché al rientro in istituto dal permesso o dalla licenza.

Regole più restrittive sono previste per i regimi speciali (ad esempio, per il cosiddetto “carcere duro” previsto per i mafiosi).

La corrispondenza può essere ricevuta in carcere senza limitazioni nel regime ordinario; quella indirizzata dal detenuto al suo avvocato non può subire limitazione alcuna.

È assicurata la relazione dei detenuti con le proprie famiglie. Ai familiari deve essere comunicato il trasferimento ad altra struttura detentiva. Il detenuto ha il diritto di indicare i familiari ai quali vuole sia data tempestiva notizia in caso di decesso o grave infermità, ed in relazione ai quali vuole ricevere le medesime notizie.

I detenuti e gli internati hanno il diritto di esercitare il voto in occasione di consultazioni elettorali in un seggio speciale, previa dichiarazione della volontà di esprimerlo, indirizzata entro il terzo giorno antecedente la votazione al Sindaco del luogo ove si trova l’istituto.

Carta dei diritti del detenuto: cosa fare se non è rispettata?

Il detenuto può proporre reclamo al magistrato di sorveglianza per far valere i diritti riconosciuti dalla Carta dei diritti, e può rivolgersi per ogni tipo di lamentela al direttore dell’istituto, agli ispettori, al Ministro della Giustizia, al magistrato di sorveglianza, alle autorità giudiziarie e sanitarie in visita all’istituto, al Presidente della Giunta regionale e al Capo dello Stato.

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Pubblicato : 22 Ottobre 2022 18:30