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Cani di grossa taglia: cosa prevede la legge

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(@carlos-arija-garcia)
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Quali cautele adottare quando si è proprietari di un animale domestico.

Hai un mastino napoletano che nel fine settimana porti a spasso nel parco o sulla spiaggia. Spesso e volentieri gli togli il guinzaglio per farlo correre liberamente. Dopotutto, il tuo cane è così buono da non far male neppure ad una mosca. Visto, però, che si tratta di un cane di grossa taglia, hai notato un atteggiamento di paura da parte delle persone. Ed infatti, un giorno ti capita di essere avvicinato da un signore che ti chiede di legare il tuo cane e di mettergli la museruola, altrimenti sarà costretto chiamare gli agenti di Polizia locale. Infastidito, gli fai notare che non ci sono norme che ti impongono di mettere il guinzaglio o la museruola al cane. Ma è davvero così? Il padrone di un animale non ha alcun obbligo? In realtà, la legge prevede che tutti i possessori di razze canine sono tenuti ad osservare determinati comportamenti per la tutela degli animali e delle persone. In particolare, sui cani di grossa taglia cosa prevede la legge?

Un’ordinanza del ministero della Salute prevede per chi porta a spasso l’animale in aree urbane oppure nei luoghi aperti al pubblico (un parco, una spiaggia, ecc.):

  • l’utilizzo di un guinzaglio non più lungo di 1.50 metri;
  • la museruola (rigida o morbida), da utilizzare se c’è un rischio per l’incolumità di persone o animali oppure su richiesta delle autorità competenti;
  • che il cane sia affidato a persone in grado di addestrarlo ed educarlo correttamente;
  • di conoscere le caratteristiche fisiche ed etologiche dell’animale prima di prenderne uno.

L’ordinanza, inoltre, vieta qualsiasi maltrattamento dell’animale. In particolare:

  • l’addestramento che esalti l’aggressività del cane;
  • qualsiasi operazione di selezione o di incrocio di cani al solo scopo di svilupparne l’aggressività;
  • la sottoposizione dei cani a doping oppure ad interventi chirurgici destinati a modificarne la morfologia (ad esempio, recisione delle corde vocali, taglio delle orecchie, ecc.);
  • la vendita e il commercio di cani sottoposti agli interventi chirurgici.

Chi trasgredisce queste regole rischia una sanzione amministrativa da 25 a 258 euro. La stessa sanzione viene applicata anche a chi aizza o spaventa i cani in modo da mettere in pericolo l’incolumità delle persone.

Dal punto di vista penale, invece, il reato di lesioni personali colpose è punito con:

  • la pena base della reclusione fino a tre mesi;
  • la multa fino a 309 euro.

Cani di grossa taglia: cosa si intende?

I cani di grossa taglia sono soprattutto cani da guardia e da difesa personale oppure da soccorso e salvataggio. Per fare qualche esempio, si pensi al pastore tedesco, al labrador, al terranova, ecc. Alcuni di questi cani, vengono utilizzati anche come ausiliari della Polizia in operazioni antidroga.

Non si tratta di animali aprioristicamente più pericolosi di quelli più piccoli: bisogna ragionare in termini di aggressività. Si pensi, ad esempio, al bassotto che, sebbene più piccolo, potrebbe azzannare più facilmente rispetto ad un mastino napoletano.

Tutto dipende, in particolare, da come il cane è stato educato e addestrato e dal suo passato (ad esempio, il cane che è stato ripetutamente maltrattato dai precedenti proprietari tende ad essere più aggressivo).

Cani di grossa taglia: quali sono i più pericolosi?

In passato, il ministero della Salute aveva emanato un’ordinanza con cui dichiarava le razze canine più pericolose per l’uomo. Tra i cani finiti nella «lista nera» c’erano:

  • il cane da pastore;
  • il dogo argentino;
  • il pit bull;
  • il rottweiler.

Va detto, però, che tale ordinanza era stata dettata dai numerosi episodi di cronaca che avevano coinvolto, in particolare, i pit bull.

Dopo una lunga battaglia (sostenuta dagli animalisti), l’ordinanza è stata cancellata perché in realtà non esiste un criterio che permetta di distinguere i cani buoni dai cani cattivi in quanto, come già detto, anche un bassotto che di per sé sembra innocuo potrebbe rivelarsi molto pericoloso.

Responsabilità del padrone del cane

Il padrone (o il detentore) del cane è responsabile del benessere e del controllo del proprio animale (anche se smarrito o fuggito) dal punto di vista penale e civile.

In particolare, se il cane aggredisce, ad esempio, una persona, il padrone risponderà del reato di lesioni personali a titolo di:

  • dolo: se ha aizzato volontariamente il cane;
  • colpa: se non ha esercitato la dovuta diligenza nel controllo dell’animale.

Dal punto di vista civile, invece, il padrone del cane sarà tenuto al risarcimento del danno (patrimoniale e non patrimoniale) alla vittima per non aver osservato la dovuta diligenza.

L’unico caso in cui il proprietario è esonerato dalla responsabilità per danni cagionati dal proprio cane è quando l’aggressione si verifica per caso fortuito, cioè per una circostanza imprevisto, inevitabile ed assolutamente imprevedibile. Si pensi, ad esempio, al cane che si trovi sul ciglio della strada. Ad un certo punto, passa una macchina ad alta velocità che gli schiaccia la coda e il cane per il dolore morde un passante.

In conclusione, il proprietario del cane (o chi lo ha in custodia) deve controllare l’animale, adottando ogni cautela possibile per prevenire ed evitare aggressioni a terzi.

Cani di grossa taglia: occorre il patentino?

I proprietari di cani particolarmente aggressivi (ad esempio, per episodi di morsicatura) possono essere obbligati a conseguire un patentino, al termine di percorsi formativi organizzati dai Comuni e dai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali (Asl). Lo scopo è garantire un certo livello di sicurezza e tutelare la pubblica incolumità dai cani pericolosi.

È il medico veterinario, in pratica, a segnalare se il cane è o meno pericoloso e, quindi, la necessità che il proprietario consegua il patentino.

Una volta segnalato, il cane verrà iscritto nel registro dei cani con problemi di comportamento tenuto dall’Asl.

 
Pubblicato : 6 Marzo 2023 18:10