Bonifico domiciliato Inps: può essere incassato a mia insaputa?
Cosa fare quando qualcuno va all’ufficio postale e riscuote in modo fraudolento i soldi al posto del beneficiario.
Aspettavi di ricevere una somma di denaro dall’Inps, che però dopo parecchio tempo non ti è ancora arrivata. Un tempo c’erano gli assegni spediti per posta, e le sottrazioni erano abbastanza facili: chi entrava in possesso del titolo si presentava poi allo sportello bancario, con i documenti falsificati dell’intestatario, e così talvolta riusciva a incassarlo, con un po’ di fortuna e grazie alla distrazione dell’impiegato. Erano casi piuttosto frequenti. Ma oggi, con le transazioni elettroniche, il fenomeno truffaldino sugli assegni incassati abusivamente è diventato ormai desueto.
Eppure milioni di italiani per varie ragioni non hanno ancora un conto corrente bancario, e quindi non sono in grado di ricevere gli ordinari bonifici telematici. Queste persone, per le loro operazioni – come la percezione delle indennità erogate dall’Inps – si avvalgono di un apposito servizio offerto da Poste Italiane. Alle Poste, infatti, puoi incassare un bonifico che arriva domiciliato a tuo nome presso l’ufficio che hai indicato. Ma non sempre tutto fila liscio, e anche in questi casi le truffe sono sempre dietro l’angolo. Perciò prima di avviare questo tipo di operazione faresti bene a chiederti: un bonifico domiciliato può essere incassato a mia insaputa? In teoria no, in pratica a volte succede, proprio come avveniva per gli assegni. Analizziamo il fenomeno e vediamo come tutelarci se i soldi non arrivano e si scopre che sono stati prelevati da qualcun altro, fraudolentemente.
Bonifico domiciliato: cos’è e come si incassa
Il bonifico domiciliato consiste nell’invio di una somma di denaro a un determinato beneficiario tramite Poste Italiane, che offre un apposito servizio di pagamento.
L’incasso del bonifico domiciliato può avvenire in contanti presso qualsiasi ufficio postale.
Per compiere l’operazione di incasso, il beneficiario del bonifico domiciliato deve presentarsi allo sportello ed esibire:
- la lettera ricevuta da Poste Italiane, o, in alternativa, il codice di riferimento alfanumerico o QR per l’incasso, se il debitore ha emesso un ordine telematico;
- il proprio tesserino di codice fiscale (il numero è riportato anche sulla tessera sanitaria);
- la carta di identità o un altro documento di riconoscimento valido.
Si può anche far incassare il bonifico domiciliato da una persona di fiducia munita di delega firmata, che dovrà essere esibita e consegnata a Poste Italiane, insieme alla copia del documento di identità del delegante, seguendo le disposizioni indicate nel regolamento postale.
Differenza tra bonifico domiciliato e bonifico ordinario
Il bonifico domiciliato ha questa particolarità rispetto al bonifico ordinario: è anch’esso un’operazione di pagamento tracciabile (come abbiamo visto, il beneficiario deve essere identificato e l’operazione viene registrata negli archivi di Poste Italiane), e perciò rispetta i requisiti richiesti dalla normativa vigente, ma a differenza del bonifico ordinario, viene incassato in contanti, anziché mediante accredito sul conto corrente del percettore.
Un’altra differenza tra il bonifico ordinario e il bonifico domiciliato sta nel fatto che per fare un bonifico domiciliato non occorre conoscere le coordinate bancarie del destinatario, cioè il suo codice Iban, e il conto corrente di riferimento può anche mancare del tutto, perché il beneficiario ne è privo. Chi deve incassare un bonifico domiciliato, però, deve essere titolare di un conto corrente postale (il cosiddetto Bancoposta), altrimenti si deve ricorrere al classico vaglia postale per potergli inviare denaro.
Per cosa si usa il bonifico domiciliato?
Il bonifico domiciliato può essere utilizzato per svariate esigenze, molto diverse tra loro, ma accomunate dal fatto che occorre versare una somma senza conoscere le coordinate bancarie del creditore, o, pur conoscendole, senza poterne disporre, perché quelle comunicate risultano errate, come avviene talvolta nel caso delle indennità dovute dall’Inps: ad esempio, un percettore di Naspi ha indicato nel modulo l’Iban sbagliato.
Il bonifico domiciliato serve per inviare denaro a chi non ha un conto corrente; il beneficiario può ritirare i soldi all’ufficio postale.
Il bonifico domiciliato quindi, è utilizzato per fare pagamenti in favore di chi non ha un conto corrente personale, o quando le coordinate bancarie del beneficiario non sono note o risultano invalide.
I principali casi in cui si usa il bonifico domiciliato sono:
- percepire stipendi occasionali, come quelli delle società di lavoro interinale, o ratei di pensioni;
- ricevere indennità assistenziali erogate dall’Inps, come la Cassa integrazione, la malattia, la Naspi, l’assegno unico universale per i figli a carico e altre forme di sostegno del reddito;
- incassare conguagli di bollette emessi dalle società di fornitura energia luce e gas o di servizi telefonici e di connettività internet;
- ottenere la liquidazione di sinistri come risarcimento danni da parte delle compagnie di assicurazioni;
- incassare vincite a giochi e lotterie.
Con il bonifico domiciliato, quindi, Poste Italiane fa da tramite tra colui che dispone il bonifico – può essere, come abbiamo visto, una Pubblica Amministrazione, un’azienda o un altro soggetto privato – e chi è destinato a riceverlo. Attenzione: l’importo di ogni bonifico domiciliato non può superare i 6.000 euro.
Quando arriva il bonifico domiciliato?
Con il bonifico domiciliato si può ricevere un pagamento in maniera veloce: i soldi arrivano il giorno lavorativo successivo a quello della disposizione di pagamento da parte del mittente.
Quando scade il bonifico domiciliato?
La scadenza entro cui la somma di denaro accreditata può essere riscossa viene indicata nella lettera inviata al destinatario. In genere la scadenza dei bonifici domiciliati si compie l’ultimo giorno lavorativo del mese successivo; se il beneficiario non incassa il denaro entro tale termine, l’importo viene riaccreditato automaticamente da Poste Italiane all’emittente.
Come incassare un bonifico domiciliato senza lettera Inps
Dal 2020 l’Inps ha disposto il pagamento delle somme erogate per integrazione salariale a coloro che non hanno un conto corrente bancario (o che pur avendolo non hanno comunicato i dati di accredito, a partire dal codice Iban), mediante il bonifico domiciliato, che, come abbiamo detto, può essere riscosso presso qualsiasi ufficio postale semplicemente presentando allo sportello la comunicazione con gli estremi del bonifico inviata da Poste italiane, il codice fiscale e un documento valido.
In via eccezionale, dal 2020 si può incassare il bonifico anche senza la comunicazione inviata dall’Inps al beneficiario tramite Poste Italiane, presentando allo sportello postale la stampa del riepilogo dei pagamenti eseguiti, che si può scaricare dal fascicolo previdenziale del cittadino, accessibile sul portale dell’Inps con le consuete credenziali (Spid, Cie o Cns).
Incasso fraudolento di bonifico domiciliato: che fare?
Se scopri che qualcuno non legittimato ha abusivamente incassato presso un ufficio postale un bonifico domiciliato a tuo nome, puoi sporgere una denuncia-querela contro ignoti per il reato di truffa compiuto in tuo danno, e contattare chi aveva disposto il bonifico in tuo favore – ad esempio, l’ufficio competente dell’Inps – per spiegare l’accaduto e ottenere un nuovo accredito della somma spettante.
È evidente che chi ha compiuto tale frode si è impossessato abusivamente della lettera di comunicazione del bonifico domiciliato (che solitamente viene spedita per posta ordinaria), ed ha anche falsificato il tuo documento di riconoscimento in modo da presentarsi allo sportello con le tue generalità e ottenere la consegna della somma di denaro. Se, invece, l’ordine di bonifico era stato telematico, ci possono essere anche condotte più sofisticate, come l’abusivo accesso alla casella di posta elettronica del destinatario del bonifico e l’ottenimento fraudolento di codici, pin e password, necessari per l’incasso. In tali casi è opportuno presentare la denuncia alla Polizia postale, ravvisandosi anche reati informatici.
Poste Italiane è responsabile dell’abusivo incasso del bonifico domiciliato?
Ma Poste Italiane può essere ritenuta anch’essa corresponsabile dell’accaduto, ad esempio per non aver garantito la dovuta sicurezza nell’identificazione di chi si è presentato fraudolentemente allo sportello per incassare il bonifico domiciliato, al posto del vero beneficiario? In caso di risposta affermativa, potresti avviare una causa civile contro l’Ente per ottenere il dovuto ed anche l’eventuale risarcimento dei danni.
Di recente la Corte di Cassazione [1] ha deciso una vicenda del genere e ha stabilito che le Poste non sono tenute a risarcire la persona truffata, se risulta che aveva svolto le operazioni di propria competenza con la diligenza qualificata tipica dell’intermediario dei servizi di pagamento, e cioè se aveva provveduto a identificare il percettore riscontrando «la concordanza dei dati anagrafici contenuti nella disposizione telematica effettuata dall’ordinante con quelli riportati sui documenti di riconoscimento presentati dal beneficiario per la riscossione».
Perciò, in sintesi, se il falso beneficiario aveva presentato regolarmente i documenti necessari per l’incasso, seppur falsi, egli è l’unico responsabile di tutto ciò, mentre Poste Italiane non è responsabile di negligenza o imprudenza e pertanto non è tenuta a risarcire la vittima. Si applica, quindi, anche ai bonifici domiciliati lo stesso criterio adottato dalla giurisprudenza, consolidata e del tutto analoga, formatasi in tema di abusivo incasso di assegni bancari.
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