Chi deve pagare l’indennità di malattia alle colf e alle badanti durante il periodo di comporto?

Ogni lavoratore dipendente ha il diritto di conservare il posto e la retribuzione mentre si trova in malattia. In questi casi, è solitamente l’Inps a farsi carico dell’indennità di malattia, da erogarsi a partire dal 4° giorno (i primi tre rientrano nel cosiddetto “periodo di carenza” e sono a carico esclusivo del datore, se così prevede la contrattazione collettiva). Chi paga se la badante è in malattia?

Ebbene, va detto sin da subito che, nel caso di lavoro domestico, l’indennità che spetta al dipendente in malattia non è pagata dall’ente previdenziale. Vediamo allora chi ne è onerato.

Badante e colf: differenza

Sgomberiamo subito il campo da possibili equivoci spiegando qual è la differenza tra badante e colf:

• la badante si occupa della cura personale dell’assistito (che può essere il datore di lavoro o un suo familiare);
• la colf si occupa invece delle tipiche incombenze che riguardano un’abitazione, come ad esempio la pulizia delle camere e dei vestiti, la preparazione dei pasti, ecc.

Chi paga il lavoratore in malattia?

Come anticipato in premessa, ogni dipendente ha diritto alla sospensione del rapporto di lavoro per un periodo massimo pari a 180 giorni (salva diversa previsione all’interno dei contratti collettivi). Tale lasso temporale è definito “periodo di comporto”.

Durante la malattia il dipendente conserva il posto di lavoro (nel senso che non può essere licenziato), la retribuzione e anche il diritto ai contributi.

Per quanto riguarda la paga, il dipendente in malattia ha diritto a percepire un’indennità erogata direttamente dall’Inps, nella seguente misura:

• dal 4° al 20° giorno di assenza l’indennità è pari al 50% della retribuzione media globale giornaliera percepita dal lavoratore nel mese precedente all’inizio della malattia;

• dal 21° e fino al 180° giorno di assenza l’indennità è pari ai 2/3 (ossia al 66,66%) della retribuzione media giornaliera.

Durante i primi tre giorni di malattia (cosiddetto “periodo di carenza”) il lavoratore non ha diritto all’indennità, salvo che il contratto collettivo non la ponga esclusivamente a carico del datore.

Chi paga la badante in malattia?

Per il lavoro domestico la legge prevede che la malattia sia sempre a carico del datore di lavoro.

In altre parole, la corresponsione dell’indennità di malattia a favore della badante è onere esclusivo del datore di lavoro. Ciò significa che né l’Inps né la Cassa Colf pagano la malattia di colf e badanti.

Tanto chiarito, approfondiamo la questione.

Badante: qual è il periodo di comporto?

Per essere più precisi, il contratto collettivo stabilisce che, in caso di malattia, la colf o badante ha diritto alla conservazione del posto di lavoro per un numero di giorni che varia in rapporto all’anzianità di servizio maturata nel corso del tempo:

• per l’anzianità fino a 6 mesi, detto lasso di tempo equivale a 10 giorni di calendario;
• per l’anzianità compresa tra 6 mesi e 2 anni, corrisponde a 45 giorni di calendario;
• per le lavoratrici in servizio in servizio da oltre due anni, il comporto è pari a 180 giorni di calendario.

Se si supera il periodo previsto in base alla propria anzianità di servizio, la conseguenza è il venir meno del diritto a conservare il posto di lavoro. Ecco perché, se lo ritiene opportuno, il datore di lavoro potrebbe procedere con il licenziamento.

Malattia badante: quanto spetta a titolo di indennità?

In ipotesi di malattia, alla colf o badante spetta la retribuzione globale di fatto per un massimo di:

• 8 giorni, per anzianità di servizio entro i 6 mesi
• 10 giorni, per anzianità di servizio compresa tra i 6 mesi e i 2 anni
• 15 giorni, per anzianità di servizio maggiore dei 2 anni.

L’indennità va corrisposta dal datore nella seguente misura:

• fino al 3º giorno consecutivo, 50% della retribuzione globale di fatto;
• dal 4º giorno in avanti, 100% della retribuzione globale di fatto.