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Avvocati e giudici possono avere tatuaggi?

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(@mariano-acquaviva)
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In quali sanzioni rischia di incorrere l’avvocato che fa sfoggio dei suoi tatuaggi? Gli aspiranti magistrati possono essere esclusi dal concorso pubblico?

Esistono tanti tipi di tatuaggi, diversi per forme, dimensioni e colori. Oggi sono diventati una pratica ampiamente diffusa che accomuna tutti, giovani e meno giovani, professionisti e non. È in questo particolare contesto che si inserisce la seguente domanda: avvocati e giudici possono avere tatuaggi?

In effetti, la colorazione permanente di parti del corpo per ottenere figure e disegni indelebili è da tempo oggetto di dibattito giurisprudenziale. Sono infatti numerose le sentenze che hanno affrontato il problema con riferimento alla possibilità che un candidato a un concorso pubblico possa essere escluso per via dei suoi tatuaggi. Ciò, però, non vale per tutti i settori né per ogni categoria. Avvocati e giudici possono avere tatuaggi? Vediamo cosa dice la legge.

Gli avvocati possono avere tatuaggi?

Nessuna norma di legge impedisce a un avvocato di avere un tatuaggio.

Pertanto, può ottenere l’abilitazione il candidato che, durante l’esame di Stato, mostri di avere la pelle tatuata.

Lo stesso dicasi nell’ipotesi in cui il tatuaggio venga realizzato successivamente, cioè durante la carriera professionale dell’avvocato: non può di certo essere radiato dall’albo il legale che ha deciso di farsi qualche tatuaggio.

Come ricordato in apertura, però, non tutti i tatuaggi sono uguali: alcuni sono totalmente invisibili perché di dimensioni ridottissime oppure perché realizzati su parti del corpo normalmente coperte; altri, al contrario, sono molto evidenti, ad esempio perché impressi sul volto.

In tale ultima circostanza non è da escludere un richiamo da parte del Consiglio dell’ordine di appartenenza.

Secondo il Codice deontologico forense, «L’avvocato, anche al di fuori dell’attività professionale, deve osservare i doveri di probità, dignità e decoro, nella salvaguardia della propria reputazione e della immagine della professione forense» [1].

Insomma: un avvocato con un aspetto poco consono alla propria professione potrebbe incorrere in una sanzione disciplinare, la quale può consistere anche nella sospensione dall’attività per diversi mesi.

Si pensi a un avvocato che si presenta in udienza con il volto e con il collo completamente tatuati, oppure con gli avambracci in mostra ove sono disegnate immagini violente, come coltelli e pistole.

I giudici possono avere tatuaggi?

Come per gli avvocati, anche per i giudici non esistono norme di legge che impediscono loro di tatuarsi.

A differenza dell’avvocato, però, l’aspirante magistrato deve sottoporsi a un concorso pubblico.

Secondo la giurisprudenza [2], i tatuaggi possono costituire un valido motivo di esclusione dal concorso, se gli stessi sono visibili, di dimensioni rilevanti e rappresentano immagini di gusto discutibile.

La giurisprudenza più rilevante riguarda ipotesi di concorso per entrare a far parte delle forze armate.

A tal riguardo, è stato ricordato che «non è sufficiente la mera visibilità di un tatuaggio per giustificare l’esclusione di un candidato dal concorso, indipendentemente dal fatto che il tatuaggio risulti deturpante dell’immagine del militare o possa risultare indicativo di personalità abnorme».

Lo stesso ragionamento può essere adottato per gli altri concorsi pubblici e, nello specifico, per quello che consente l’accesso alla magistratura.

Avere troppi tatuaggi potrebbe quindi essere un problema per un futuro giudice, se gli stessi sono visibili e di gusto discutibile, incompatibile con la natura del ruolo da assumere, dai quali si evince una personalità non adatta ad assumere l’incarico.

Si pensi al magistrato che ha tatuato sul collo, in una zona visibile, una scritta che inneggia alla pena di morte oppure all’odio razziale.

Anche un tatuaggio impresso sulla pelle successivamente al superamento del concorso potrebbe essere causa di problemi.

Secondo il codice etico dei magistrati, infatti, «Nello svolgimento delle sue funzioni, nell’esercizio di attività di autogoverno ed in ogni comportamento professionale il magistrato si ispira a valori di disinteresse personale, di indipendenza, anche interna, e di imparzialità».

Sarebbero pertanto incompatibili con tale funzione tatuaggi visibili che minano la credibilità e l’indipendenza del giudice.

È il caso del giudice che mostra un tatuaggio di chiara adesione politica a un partito estremista.

Tatuaggi e concorsi pubblici

Alla luce di quanto detto sinora possiamo affermare che il problema della presenza di un tatuaggio non si pone per qualsiasi tipo di concorso nella pubblica amministrazione, ma solo per quei posti caratterizzati da funzioni particolarmente delicate come quelle rivolte a far rispettare la legge e a garantire l’ordine e la sicurezza dei cittadini.

La presenza di tatuaggi, tuttavia, non può essere di per sé causa di esclusione dai concorsi pubblici.

L’ultima sentenza sopra citata afferma che «sebbene, quindi, la presenza di un tatuaggio su una parte del corpo non coperta dall’uniforme sia rilevante al fine della valutazione di idoneità, si deve escludere l’automatismo tra la visibilità del tatuaggio e l’esclusione dal concorso per l’accesso al Corpo di polizia penitenziaria, essendo necessario che la Commissione di concorso, esercitando la propria discrezionalità tecnica, valuti se il tatuaggio, oltre che visibile, costituisca causa di non idoneità in quanto deturpante o contrario al decoro per le istituzioni ovvero in quanto indicatore di personalità abnorme».

Per ulteriori approfondimenti, si legga l’articolo dedicato a Tatuaggi e concorsi.

 
Pubblicato : 15 Novembre 2023 19:00