Studio di Cassa Forense rivela una notevole percentuale di avvocati dipendenti in Italia.

Una recente indagine condotta da Cassa Forense, in collaborazione con la Fondazione Luigi Einaudi, ha rivelato che il 5,63% degli avvocati italiani, ovvero 13.518 su un totale di 240.019 iscritti all’albo nel 2022, ottiene la maggior parte del proprio reddito (dal 90 al 100%) lavorando per un altro avvocato. Questi dati emergono dallo studio sulla “Monocommittenza” che sarà presentato il 22 novembre alle 16.30 presso l’Auditorium dell’Istituto di previdenza.

L’evento vedrà la partecipazione del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e di altre figure di spicco del settore legale. L’obiettivo dello studio è quello di esplorare questa tendenza in crescita tra gli avvocati italiani, non più limitata ai professionisti all’inizio della loro carriera, come evidenziato dall’età media dei professionisti monocommittenti, che si attesta a 39,21 anni.

Un’altra scoperta interessante è che il 20,4% dei grandi studi legali (con più di 5 dipendenti) ha aumentato il proprio personale nel 2022, a fronte di una situazione stabile nel settore in termini di personale e fatturato.

La ricerca mira a confrontare la situazione italiana con quella di altri Paesi europei per una riflessione approfondita sull’evoluzione della professione legale in Italia. Inoltre, dati di bilancio 2022 di Cassa Forense evidenziano un aumento del reddito medio annuo degli avvocati, passando da 37.785 euro nel 2020 a 42.386 euro nel 2021.

Tuttavia, permane una notevole disparità di reddito tra avvocati di diverse regioni italiane e tra generi, con un gap significativo tra il reddito degli avvocati maschi e quello delle loro colleghe femmine.