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Autovelox mobili: si può contestare la multa?

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(@angelo-greco)
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Analisi dell’ordinanza della Cassazione n. 22627/2023 sulla validità delle multe da autovelox mobili su strade secondarie senza decreto prefettizio.

In caso di autovelox mobili è più difficile contestare la multa. Difatti, secondo la Cassazione è possibile la contestazione non immediata dell’infrazione (ossia con notifica direttamente a casa del trasgressore) anche se l’installazione dello strumento di controllo non è stata previamente autorizzata dal Prefetto. È quanto si evince da dall’ordinanza n. 22627/2023 della Suprema Corte, che merita di essere commentata per gli effetti pratici che avrà. Partiamo dunque da principio.

È valida la multa per eccesso di velocità non contestata subito?

Il codice della strada prevede, quale regola generale, la contestazione immediata dell’infrazione. La polizia deve cioè fermare l’automobilista al momento della violazione per consentirgli di difendersi nell’immediatezza. Non è dovere di quest’ultimo accettare il verbale e firmare “per ricevuta”, ma tale comportamento – lungi dall’invalidare la sanzione – ha come unica conseguenza il fatto che la multa viene notificata a casa con l’aggiunta delle spese postali.

Il codice della strada prevede delle eccezioni, tra cui il passaggio col rosso o il rilevamento elettronico della velocità tramite tutor o autovelox. In questi casi è possibile la contestazione differita, ossia con notifica a casa del proprietario dell’auto.

Quando è valida la contestazione differita della multa?

La contestazione differita dell’eccesso di velocità verificato tramite tutor o autovelox è ammessa sempre su strade extraurbane principali e autostrade.

Su strade extraurbane secondarie e strade urbane, la rilevazione automatica è possibile solo se l’installazione dell’autovelox è stata previamente autorizzata dal Prefetto. L’ordinanza prefettizia deve riportare l’indicazione della chilometrica precisa in cui l’autovelox viene posizionato e il senso di marcia (se quest’ultimo non è indicato, si considerano entrambi i sensi di marcia).

Senonché, secondo la Cassazione, l’ordinanza del Prefetto è necessaria solo per gli autovelox fissi, quelli cioè installati nei gabbiotti e sempre presenti ai margini della strada. Viceversa, per gli autovelox mobili, quelli cioè che vengono montati sui treppiedi di volta in volta dal personale della polizia, non è necessaria alcuna ordinanza. Sicché la multa è valida anche senza l’autorizzazione del Prefetto.

Autovelox mobili: che cosa dice la legge?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 22627/2023, ha chiarito pertanto che la polizia municipale dotata di un autovelox mobile può elevare contravvenzioni anche su strade secondarie, senza necessità di un decreto prefettizio. Questo significa che, in caso di violazione rilevata, non è obbligatorio effettuare una contestazione immediata né richiamare un decreto prefettizio nel verbale di accertamento.

Cosa significa “contestazione differita”?

La contestazione differita permette alle autorità di notificare la multa all’automobilista in un momento successivo al rilevamento dell’infrazione. Nel caso specifico, la Corte ha stabilito che questa forma di contestazione è legittima anche per le multe rilevate da un autovelox mobile su strade urbane o extraurbane secondarie.

Che ruolo ha il decreto prefettizio?

In teoria, il decreto prefettizio serve a definire dove possono essere installati i dispositivi di rilevamento della velocità. Tuttavia, secondo l’ordinanza in questione, non è necessario citare tale decreto nel verbale di accertamento se l’infrazione è stata rilevata da un autovelox mobile.

La sentenza cambia le regole del gioco?

Sì, questa sentenza stabilisce un importante precedente. In sostanza, essa afferma che non è necessario un decreto prefettizio per legittimare l’uso di autovelox mobili. Questo complica notevolmente la possibilità per gli automobilisti di contestare le sanzioni ricevute.

Cosa si può fare in caso di multa da autovelox mobile?

Pur in presenza di questa ordinanza, gli automobilisti possono comunque contestare le multe, facendo valere eventuali irregolarità nell’uso dell’autovelox o nel procedimento di notifica. Ad esempio possono contestare:

  • l’omessa taratura (che deve essere effettuata almeno una volta all’anno);
  • la mancanza del cartello con l’avviso preventivo (“Attenzione: controllo elettronico della velocità”);
  • l’assenza di omologazione;
  • errori di notifica;
  • notifica tardiva (ossia oltre i 90 giorni dall’infrazione).
 
Pubblicato : 1 Agosto 2023 05:45