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Assegno unico 2023: come si rinnova?

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(@paolo-remer)
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Le istruzioni Inps per l’erogazione automatica: dal 2023 in poi vale la precedente domanda già accolta, salve le variazioni da comunicare a cura dell’interessato.

Chi dal 2022 percepisce il nuovo assegno unico e universale, che si chiama così perché ha sostituito i vecchi assegni familiari e la maggior parte delle detrazioni per carichi di famiglia, sa bene qual è la trafila che ha dovuto fare per avere il riconoscimento iniziale dell’emolumento; può essere stata più o meno complicata, a seconda dei casi e dei vari fattori (datore di lavoro, composizione del nucleo familiare, redditi percepiti dai vari membri, ecc.).

Alla scadenza dell’anno, si ricomincia da capo con il consueto iter di domanda, valutazione e accoglimento, o valgono ancora le condizioni precedenti, se nel frattempo nulla è cambiato nella situazione familiare o reddituale? E se invece ci sono state delle variazioni? In tutti i casi, parecchi milioni di italiani vogliono sapere come si rinnova l’assegno unico per il 2023, e quali adempimenti bisogna compiere per ottenere la conferma del beneficio economico.

Vediamo subito qual è la procedura per il rinnovo dell’assegno unico 2023: ti anticipiamo che nella maggior parte dei casi c’è il rinnovo automatico, quindi se si è già percettori non bisogna rifare la domanda. Ma bisogna fare attenzione alle scadenze: ad esempio, il 28 febbraio 2023 è una data importante.

Rinnovo assegno unico: le istruzioni Inps

L’Inps ha emanato una circolare in cui detta le modalità per ottenere il rinnovo dell’assegno unico e universale per le annualità successive a quella di iniziale accoglimento [1]. Ricordiamo che l’assegno unico universale ha carattere annuale, e la sua decorrenza va dal mese di marzo a quello di febbraio dell’anno seguente (se ancora non conosci, o non ricordi più, le modalità di erogazione e l’ammontare spettante per ogni nucleo familiare, leggi qui come funziona l’assegno unico per i figli).

La norma di legge che alla fine del 2021 aveva introdotto l’assegno unico e universale [2] si era concentrata sulle modalità del riconoscimento iniziale; non specificava cosa sarebbe successo al momento del rinnovo e quali adempimenti sarebbero stati necessari da parte dei cittadini.

Così nel frattempo l’Inps – che cura le pratiche ed eroga l’assegno agli aventi diritto – è intervenuto per colmare questa grave lacuna con una disciplina che, per certi versi, costituisce una rivoluzione nel panorama burocratico italiano, in cui la regola base è che ogni prestazione previdenziale o assistenziale deve essere chiesta con un’apposita e specifica domanda.

Nel caso dell’assegno unico le cose sono cambiate grazie all’automazione delle procedure di erogazione introdotte con il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Rinnovo assegno unico: quando è automatico

Ecco quali sono i risultati della nuova procedura di rinnovo dell’assegno unico per il 2023: chi nel 2022 aveva visto accolta la iniziale domanda per l’assegno unico e universale – e dunque sta già percependo l’emolumento mensile – non è tenuto a ripresentare l’istanza per il 2023, perché il rinnovo sarà fatto d’ufficio dall’Inps.

L’Istituto verificherà automaticamente nei propri archivi se è presente, alla data del 28 febbraio 2023, una precedente domanda accolta e ancora in corso di validità. Questo significa che la prestazione sarà erogata agli aventi diritto senza nessun bisogno di presentare nuova domanda, salve le eventuali variazioni intervenute nel frattempo, che ti illustreremo tra poco.

Assegno unico: chi deve ancora fare domanda

Per coloro, invece, che nel corso del 2022 (o sino al 28 febbraio 2023) si erano visti respinta la domanda di erogazione dell’assegno unico e universale, ed anche per coloro che non lo avevano ancora richiesto per la prima volta, rimane necessario presentare l’apposita istanza all’Inps, personalmente o tramite un patronato.

È necessario allegare alla richiesta la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) riferita al 2023: serve per il calcolo dell’Isee, il cui valore stabilisce la spettanza e l’importo dell’assegno. Senza il valore Isee relativo al nucleo familiare per l’annualità di riferimento, l’assegno unico viene erogato nell’importo minimo (che per il 2022 era pari a 50 euro per ciascun figlio, anziché arrivare a 175 euro e più, per i nuclei familiari a basso reddito) e si perdono anche le varie maggiorazioni cui si potrebbe avere diritto, come quella per i figli disabili, per le famiglie numerose e per le madri giovani).

Assegno unico e arretrati

Chi presenta la Dsu entro giugno 2023 potrà recuperare anche gli arretrati spettanti da marzo dello stesso anno, mentre chi la presenta successivamente – cioè da luglio in poi – non si vedrà riconosciute le maggiorazioni pregresse. Sono le stesse modalità già adottate nel corso del 2022, con la previsione di un periodo “ponte” da marzo a giugno per consentire a chi aveva presentato tardivamente la domanda di ottenere gli arretrati, senza penalizzazioni.

L’Inps nella nuova circolare ricorda che adesso si può scegliere tra la Dsu ordinaria e quella precompilata: questa modalità “fai da te” proprio dal 2022 ha ottenuto numerose facilitazioni e incentivi (leggi come si fa l’Isee senza Caf e Isee precompilato: guida per fare la dichiarazione da soli).

Quando l’erogazione dell’assegno unico si blocca

L’Inps ha precisato che l’erogazione dell’assegno unico per il 2023 proseguirà in continuità con quello già riconosciuto nel 2022, perciò senza alcuna interruzione, se la domanda risulta accolta alla data del 28 febbraio 2023, mentre se la pratica è bloccata per una delle seguenti causali: ‘In istruttoria’; ‘In evidenza al cittadino’; ‘Sospesa’, l’erogazione dell’assegno inizierà soltanto quando i controlli si concluderanno con esito positivo per il richiedente e, dunque, solo a partire dal momento in cui la domanda sarà effettivamente accolta.

Assegno unico in caso di variazioni familiari

In tutti i casi in cui si sono verificate variazioni rispetto alla situazione già rappresentata nella precedente domanda – ad esempio, perché nel frattempo è nato un altro figlio – l’istanza già inviata per ottenere l’assegno unico dovrà essere integrata, per comunicare all’Inps le modifiche intervenute.

Le principali variazioni familiari che devono essere rappresentate all’Inps in quanto incidono sull’importo dell’assegno o sulle condizioni per il suo riconoscimento sono:

  • nascita di figli;
  • stato di disabilità di un figlio;
  • figli che diventano studenti universitari (fino a 21 anni, perché oltre tale età l’assegno unico non viene più riconosciuto);
  • separazione coniugale dei genitori (leggi qui le istruzioni per genitori separati o divorziati);
  • variazione delle modalità di pagamento (ad esempio, l’Iban di un nuovo conto corrente su cui ricevere le somme).

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Pubblicato : 3 Febbraio 2023 16:00