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Assegno di divorzio all’ex moglie che non ha lavorato: cosa sapere

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(@angelo-greco)
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L’ex moglie casalinga che si è dedicata alla famiglia non ha necessariamente diritto all’assegno di divorzio. È necessario che provi la rinuncia a concrete opportunità professionali.

Il diritto all’assegno di divorzio non scatta in automatico solo perché uno dei due coniugi si è dedicato alla famiglia e ai figli. È necessario dimostrare la rinuncia a concrete opportunità professionali. La Corte di Cassazione ha di recente trattato il tema dell’assegno di divorzio all’ex moglie che non ha lavorato stabilendo nuovi limiti al diritto al mantenimento. Vediamo nel dettaglio quali sono le implicazioni di questa sentenza.

Quali sono le condizioni per ottenere l’assegno di divorzio?

Le Sezioni Unite della Cassazione, nel 2018, hanno stabilito che l’assegno di divorzio spetta all’ex coniuge che abbia un reddito insufficiente a garantirgli l’autosufficienza e sempre che tale situazione non dipenda da un suo comportamento colpevole (come nel caso di chi non voglia lavorare). 

La misura dell’assegno di divorzio non deve ripristinare lo stesso tenore di vita che si aveva quando si era ancora sposati, ma deve mirare solo a garantire l’indipendenza economica: quel minimo necessario ad andare avanti in modo decoroso, in relazione alle situazioni ambientali. 

Tuttavia, viene prevista un’eccezione: il coniuge che, durante il matrimonio, ha rinunciato (in tutto o in parte) alla propria carriera o al lavoro per dedicarsi alla famiglia, così consentendo all’ex di dedicarsi maggiormente al lavoro e di arricchirsi, ha diritto a un assegno proporzionale a tale ricchezza. Il riferimento è chiaramente alle casalinghe che hanno sacrificato la propria carriera in ragione del bene della famiglia.

Tuttavia, la Cassazione [1] ha anche detto che il riconoscimento dell’assegno divorzile non si basa unicamente sul fatto che uno dei coniugi si sia dedicato alle cure della casa e dei figli, né sull’esistenza di uno squilibrio reddituale tra gli ex coniugi. Per ottenere l’assegno di divorzio, è necessario dimostrare che la scelta di dedicarsi all’attività familiare sia stata condivisa con l’altro coniuge e abbia comportato la rinuncia a realistiche occasioni professionali reddituali.

Quali sono gli oneri del coniuge che richiede l’assegno di divorzio?

Il coniuge che richiede l’assegno di divorzio ha l’onere di dimostrare, nel giudizio, che la scelta di dedicarsi prevalentemente all’attività familiare abbia comportato la rinuncia a realistiche occasioni professionali reddituali.

Qual è il ruolo della convivenza con un nuovo partner nel riconoscimento dell’assegno di divorzio?

Secondo la giurisprudenza, chi inizia una convivenza stabile con un nuovo partner, basata su tutti i presupposti di una famiglia, perde il diritto al mantenimento.

La Corte di Cassazione ha stabilito che la convivenza di fatto instaurata con un nuovo partner, intesa quale legame affettivo stabile e duraturo, anche in assenza di coabitazione, può essere presa in considerazione dal giudice nel valutare la richiesta di cancellazione del diritto all’assegno di divorzio.

Poniamo il caso di Tizio e Caia, una coppia in procinto di divorziare. Caia si è dedicata per anni alla cura della casa e dei figli, mentre Tizio lavorava fuori casa. Al momento della richiesta dell’assegno di divorzio, Caia deve dimostrare che la sua scelta di dedicarsi alla famiglia abbia comportato la rinuncia a concrete opportunità professionali. Se Caia non riesce a provare la rinuncia a tali opportunità, il giudice potrebbe decidere di non riconoscere l’assegno di divorzio. Inoltre, se Caia avesse instaurato una convivenza di fatto con un nuovo partner, questo elemento potrebbe influire negativamente sulla decisione del giudice riguardo all’assegno di divorzio.

Se ti trovi in una situazione simile a quella di Tizio e Caia, è importante raccogliere tutte le prove possibili che dimostrino la rinuncia a concrete opportunità professionali. Questo potrebbe includere documenti che attestano la partecipazione a corsi di formazione, offerte di lavoro ricevute e non accettate, o eventuali altre situazioni che possano dimostrare l’effettiva rinuncia a opportunità lavorative.

Inoltre, se hai instaurato una convivenza di fatto con un nuovo partner, è opportuno essere consapevole del fatto che questo elemento potrebbe influire sulla decisione del giudice riguardo all’assegno di divorzio. Pertanto, potrebbe essere utile discuterne con un avvocato esperto in diritto di famiglia, che potrà guidarti nella raccolta delle prove e nella presentazione del tuo caso al giudice.

 
Pubblicato : 15 Aprile 2023 10:00