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Arresti domiciliari: regole per i conviventi

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(@mariano-acquaviva)
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In cosa consistono gli arresti domiciliari? I familiari e le persone che vivono insieme all’indagato possono comunicare con lui?

La Costituzione dice che tutti devono considerarsi innocenti fino alla sentenza definitiva di condanna. Allo stesso tempo, però, la legge ammette la possibilità che una persona solamente indagata o imputata sia sottoposta a misure restrittive della propria libertà. Una di queste è rappresentata dagli arresti domiciliari. Con questo articolo ci soffermeremo sulle regole per i conviventi.

In altre parole, vedremo come devono comportarsi i familiari della persona che si trova ristretta in casa oppure in un altro luogo di privata dimora. Approfondiamo la questione.

Cosa sono gli arresti domiciliari?

Gli arresti domiciliari sono una misura cautelare inflitta dal giudice tutte le volte in cui si ritiene necessario limitare la libertà personale della persona fortemente sospettata di aver commesso un grave reato.

Per la precisione, gli arresti domiciliari obbligano l’indagato (o l’imputato) a stare a casa oppure in un altro luogo di privata dimora senza poter uscire da essa.

Quando si applicano i domiciliari?

Il giudice può applicare i domiciliari soltanto se:

  • sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, nel senso che la sua responsabilità penale, a un primo vaglio, sembra fondata;
  • ricorre il concreto pericolo che, se lasciato in libertà, l’indagato possa fuggire, inquinare le prove oppure commettere un nuovo crimine.

Come anticipato, i domiciliari sono una misura cautelare: non c’è bisogno quindi che il soggetto sia condannato in via definitiva perché il giudice possa disporli.

Arresti domiciliari: in cosa consistono?

Gli arresti domiciliari comportano l’obbligo di stare a casa senza poter uscire, salvo permesso del giudice. Chi non ha una casa propria può indicare qualsiasi luogo di privata dimora, anche un’abitazione in affitto o l’appartamento dei familiari, purché ovviamente vi sia il consenso di chi può disporre legittimamente di tali immobili.

La legge consente anche di poter scontare i domiciliari in un luogo pubblico di cura o di assistenza, ovvero in una casa famiglia [1].

La misura cautelare degli arresti domiciliari non può essere eseguita presso un immobile occupato abusivamente.

La legge dispone che, se l’indagato/imputato non può altrimenti provvedere alle sue indispensabili esigenze di vita ovvero versa in situazione di assoluta indigenza, il giudice può autorizzarlo ad assentarsi nel corso della giornata dal luogo di arresto per il tempo strettamente necessario per provvedere alle suddette esigenze ovvero per esercitare una attività lavorativa.

Ciò significa che anche chi si trova agli arresti domiciliari può temporaneamente uscire di casa, ad esempio per andare a fare la spesa oppure per recarsi al lavoro (se il soggetto non ha altre fonti di sostentamento), sempreché vi sia l’autorizzazione del giudice.

La legge precisa infine che il pubblico ministero o la polizia giudiziaria, anche di propria iniziativa, possono controllare in ogni momento l’osservanza delle prescrizioni imposte, recandosi ad esempio a casa per verificare il rispetto della misura.

Arresti domiciliari: come devono comportarsi i conviventi?

Il giudice non può impedire alle persone conviventi di avere contatti con chi si trova agli arresti domiciliari nello stesso luogo.

Tale obiettivo non potrebbe essere raggiunto nemmeno con l’applicazione del braccialetto elettronico, il quale consente solo di monitorare gli spostamenti.

Nemmeno il giudice potrebbe costringere il destinatario della misura cautelare a stare ristretto in una sola stanza dell’abitazione, impedendo così contatti con gli alti conviventi.

Quanto appena detto è confermato dal fatto che la legge prevede espressamente soltanto che il giudice possa imporre limiti o divieti alla facoltà dell’imputato di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitano.

Come visto, quindi, nulla viene detto sulla possibilità di comunicare con i conviventi, che deve quindi ritenersi sempre possibile.

D’altronde, se il giudice ritenesse pericolosa la convivenza dell’indagato con una delle persone che si trovano in casa, vieterebbe sin dall’inizio la permanenza in quel luogo, stabilendo che gli arresti si svolgano presso altra abitazione.

Ad esempio, il giudice difficilmente accorderà all’indagato la possibilità di scontare i domiciliari nella stessa casa in cui c’è una persona che potrebbe eseguire i propri ordini criminali.

Si pensi al boss della malavita che sconta i domiciliari con un proprio “sottoposto” che agisce da mandatario, cioè da esecutore degli ordini che gli vengono impartiti: è chiaro che in tale circostanza il giudice non acconsentirebbe ai domiciliari nello stesso luogo.

Chi sta ai domiciliari può ricevere visite?

Non è possibile ricevere visite da amici e parenti al di fuori delle persone che convivono nell’abitazione o che gli offrono assistenza.

È il giudice che stabilisce chi può interloquire con l’indagato: nel caso specifico, quindi, di norma solo coloro che convivono con il soggetto o il suo avvocato.

Pertanto, regola fondamentale da rispettare nel caso di arresti domiciliari è costituita dal divieto di incontrare o far entrare nell’abitazione in cui si esegue la misura cautelare soggetti diversi dai propri familiari conviventi o dalle persone che normalmente assistono l’arrestato.

Per tutti gli altri soggetti in linea di massima vi sarà bisogno di una preventiva autorizzazione all’ingresso, che il giudice potrà concedere o negare in base alla persona per la quale si chiede il permesso, alla tipologia del reato contestato nonché in base alle specifiche esigenze cautelari da tutelare.

Chi sta ai domiciliari può telefonare?

Come detto, il giudice potrebbe vietare a chi si trova agli arresti domiciliari di comunicare con persone diverse dai conviventi. Ciò significa che, se espressamente indicato nell’ordinanza, all’indagato potrebbe essere proibito sia di telefonare che di utilizzare mezzi telematici, come ad esempio chat e videochiamate.

Questo divieto, volto a isolare del tutto il soggetto ai domiciliari, deve però essere esplicitamente menzionato nel provvedimento del giudice: in mancanza, la restrizione riguarderà solo la libertà di movimento, cioè l’impossibilità di uscire di casa e di ricevere visite da persone non conviventi.

 
Pubblicato : 16 Agosto 2023 11:45