Annunci di lavoro: diventa obbligatorio indicare lo stipendio
L’indicazione dello stipendio diventa obbligatoria prima del colloquio di lavoro grazie all’articolo 5 della direttiva europea sulla parità retributiva tra uomini e donne.
La trasparenza retributiva sta per diventare una realtà nel mondo del lavoro grazie alla nuova direttiva europea dedicata alla parità salariale tra uomini e donne. In essa si stabilisce una novità che farà certamente discutere i recruiter e gli uffici di HR: l’obbligo di comunicare, prima del colloquio di lavoro, quale sarà la posizione lavorativa e lo stipendio offerto al candidato in modo da non costringere quest’ultimo – specie con non poco imbarazzo – a dover chiedere informazioni a riguardo.
Scopriamo insieme quali saranno gli obblighi per i datori di lavoro e come cambieranno gli annunci di lavoro.
Cos’è la direttiva europea sulla parità retributiva e perché è importante?
La direttiva europea sulla parità retributiva tra uomini e donne è stata approvata dal Parlamento europeo con l’obiettivo di garantire una maggiore trasparenza salariale e ridurre il divario retributivo di genere. Tra le principali novità, l’articolo 5 della direttiva impone ai datori di lavoro di indicare il livello retributivo iniziale o la RAL (Retribuzione Annuale Lorda), prima del colloquio e senza costringere il candidato a richiederlo.
Poniamo il caso di Tizio che cerca lavoro. Grazie alla nuova direttiva, negli annunci di lavoro che consulterà, troverà già indicato lo stipendio previsto per ogni posizione, permettendogli di fare una scelta più informata.
Quali sono le principali novità introdotte dalla direttiva?
La direttiva introduce diverse misure volte a garantire la parità retributiva tra uomini e donne e a promuovere la trasparenza salariale:
- indicazione obbligatoria del livello retributivo iniziale negli annunci di lavoro;
- divieto di chiedere ai candidati informazioni sulla retribuzione percepita nel precedente rapporto di lavoro;
- accesso garantito ai dati aggregati per genere sulle retribuzioni e conoscenza dei criteri usati per definire stipendi e aumenti, che dovranno essere neutrali rispetto al genere;
- sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per i datori di lavoro che violano le norme.
Quando entrerà in vigore la direttiva?
La direttiva dovrà essere formalmente adottata dai paesi membri e recepita nel diritto nazionale entro tre anni. A partire da quel momento, le aziende dovranno adeguarsi alle nuove norme sulla trasparenza retributiva e parità salariale.
Cosa cambierà per i lavoratori?
Per i lavoratori, la direttiva rappresenta un importante passo avanti nella lotta al divario salariale di genere e nella promozione della trasparenza retributiva. Grazie alla nuova normativa, i candidati potranno conoscere fin dall’inizio lo stipendio previsto per una determinata posizione e valutare se l’offerta sia in linea con le proprie aspettative e competenze.
I lavoratori che ritengono di essere vittime di discriminazioni salariali o di mancata trasparenza retributiva potranno inoltre chiedere un risarcimento.
Caio, che lavora presso un’azienda, scopre che la sua collega Sempronia, con le stesse mansioni e responsabilità, guadagna di più di lui. Grazie alla direttiva, Caio avrà diritto a un risarcimento e l’azienda potrebbe essere sanzionata.
Cosa cambierà per i datori di lavoro?
I datori di lavoro dovranno adeguarsi alle nuove norme e garantire una maggiore trasparenza nelle proprie offerte di lavoro. Inoltre, dovranno:
- assicurarsi di rispettare i principi di parità retributiva tra uomini e donne;
- utilizzare criteri neutrali rispetto al genere nella determinazione degli stipendi e degli aumenti.
Cosa significa la direttiva per i lavoratori non binari?
La direttiva sulla parità salariale e la trasparenza presta attenzione anche alle persone non binarie, garantendo loro uguali diritti e considerando eventuali discriminazioni intersettoriali come un’aggravante per i datori di lavoro.
Qual è stato il sostegno politico alla direttiva?
La direttiva ha ricevuto un ampio sostegno da parte degli eurodeputati dei partiti progressisti di sinistra, come i Socialisti e Democratici, e anche da quelli della destra liberale e moderata come il Partito Popolare Europeo, con più di 400 voti a sostegno della direttiva. Tuttavia, alcuni parlamentari europei di destra ed estrema destra hanno votato per respingere la proposta o si sono astenuti.
Conclusioni
In conclusione, la direttiva europea sulla parità retributiva tra uomini e donne segna una svolta importante nella lotta al divario salariale di genere e nella promozione della trasparenza retributiva nel mercato del lavoro. D’ora in poi, i datori di lavoro dovranno indicare lo stipendio previsto negli annunci di lavoro e i lavoratori potranno beneficiare di una maggiore chiarezza e parità nelle opportunità lavorative.
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