forum

Annunci di affitti ...
 
Notifiche
Cancella tutti

Annunci di affitti rivolti solo a una categoria di persone: è legale?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
41 Visualizzazioni
(@angelo-greco)
Post: 3141
Illustrious Member Registered
Topic starter
 

Dalle mie parti, in numerosi annunci di affitto si specifica che l’appartamento non viene concesso a studenti universitari e immigrati extracomunitari o, comunque, stranieri: sono leciti questi divieti? La Costituzione non dovrebbe tutelarci nel sancire il principio di uguaglianza?

Il nostro ordinamento riconosce il principio di «autonomia negoziale», principio che lascia ai privati la facoltà di scegliere come, quando, con chi e se contrarre un accordo. Nessuno può essere obbligato a scegliere la propria controparte contrattuale, neanche dallo Stato o dalla Costituzione. Sarebbe un’illegittima invadenza nell’autonomia economica privata, che è uno dei cardini di ogni Stato moderno. Allo stesso modo, quindi, il proprietario di un appartamento è libero di dare in affitto l’immobile a una o più categorie determinate di persone.

L’obbligo di contrarre con tutti e indistintamente esiste solo per la Pubblica Amministrazione o per i servizi pubblici o di pubblico interesse: ad esempio, il gestore di un’azienda di trasporti (treni, aerei, pullman, ecc.) non può impedire l’acquisto del biglietto alle persone di colore; il titolare di un cinema non può vietare l’ingresso agli immigrati; la società che gestisce una rete autostradale non può scegliere quali auto far entrare e quali no (salvo vi siano ragioni di pubblica sicurezza che prescindono, quindi, dalla persona in sé). Lo stesso principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione al famoso articolo 3, secondo cui tutte le persone sono uguali senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, si rivolge solo alla Pubblica Amministrazione (ossia allo Stato) e al legislatore. Significa, in termini pratici, che se è vero che un privato può scegliere con chi concludere i propri affari (ad esempio, sarebbe legittimo il cartello apposto all’entrata di un negozio che vieti l’ingresso a tutte le persone non appartenenti a una determinata cerchia politica), questo non vale per un ente pubblico. Inoltre, l’articolo 3 della Costituzione è indirizzato espressamente al legislatore (Parlamento e Governo) affinché questi non scrivano mai leggi che possano pregiudicare il principio fondamentale dello Stato democratico, che è appunto il principio di uguaglianza.

Risultato: è legale pubblicare annunci di affitti rivolti solo a una categoria di persone, in quanto il locatore – proprietario dell’appartamento – è libero di scegliere se e a chi dare il proprio appartamento.

Tuttavia, un’ordinanza della Cassazione, la n. 7415 del 7 marzo 2022, ha chiarito che negare un contratto di locazione a una persona transgender costituisce discriminazione e quindi un comportamento vietato dalla legge. In tal caso, i giudici hanno riconosciuto  il diritto al risarcimento per danni se lo scarto del candidato conduttore avviene esclusivamente per motivi legati all’orientamento sessuale.

Secondo la Cassazione «la disciplina antidiscriminatoria per ragioni di sesso nell’accesso a beni e servizi va estesa all’ipotesi, quale quella in esame, in cui il soggetto che denuncia la discriminazione sia una persona “transgender”, in quanto l’identità di genere è compresa in quella di sesso prevista dalla Direttiva UE 2004/113 e dalla normativa italiana di attuazione. Affinché si verifichi una “discriminazione diretta”, occorre che la condotta antidiscriminatoria abbia dato luogo a un trattamento svantaggioso per una persona. Essa si configura quando, sulla base di uno dei motivi vietati, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una posizione analoga».

Non si dimentichi poi che, come è legittimo lasciare piena autonomia di scelta al padrone di casa, è ben possibile che lo stesso regolamento di condominio contenga degli espliciti limiti. Ad esempio, l’assemblea – purché  all’unanimità – può imporre ai proprietari degli appartamenti di non dare l’immobile in affitto a studenti universitari (per via del chiasso che questi potrebbero produrre) o a soggetti stranieri ed extracomunitari. Sono limiti che valgono anche per i successivi acquirenti dell’abitazione, sempre che il limite contenuto nel regolamento – approvato, come detto, con il consenso unanime di tutti i condomini – venga reso conoscibile all’acquirente tramite richiamo nel rogito oppure trascrizione nei pubblici registri immobiliari.

 
Pubblicato : 8 Luglio 2024 16:25