Anno sabbatico: cos’è e come funziona
Le regole per poter chiedere ed ottenere un congedo. Quanto può durare e a quali condizioni può essere concesso. Il datore può respingere la domanda?
Prendersi un anno sabbatico non significa soltanto smettere di lavorare per un periodo di tempo in attesa che torni la voglia o l’ispirazione di tornare in ufficio. E non è un diritto di qualsiasi lavoratore, a meno che decida di dimettersi, di prendersi una pausa ne suo percorso professionale e di trovarsi un’altra occupazione più avanti. L’anno sabbatico, cos’è e come funziona?
Formalmente, e fuori da ogni luogo comune, l’anno sabbatico è una forma di congedo che deve essere motivato: il datore avrà diritto a capire perché il dipendente si vuole fermare costringendolo a modificare l’organizzazione del reparto e del lavoro.
Il congedo, introdotto dalla legge Turco, [1], riconosce la possibilità di assentarsi dal lavoro per:
- congedi parentali;
- maternità;
- formazione;
- gravi motivi familiari, tra cui la malattia di un familiare.
Nel caso dell’assistenza a un parente con grave handicap è sempre possibile avvalersi dei permessi contenuti nella legge 104/92.
In ogni caso, questo congedo consente di mantenere il proprio posto di lavoro, tenendo sempre conto di quanto stabilito dal contratto nazionale di categoria.
Il lavoratore che voglia chiedere un anno sabbatico deve avere almeno cinque anni di anzianità di servizio presso la stessa azienda o ente pubblico. Il congedo non è retribuito, tranne che per i docenti universitari.
L’anno sabbatico mantiene il posto di lavoro?
L’anno sabbatico congela il rapporto di lavoro per un periodo massimo di 11 mesi continuativi o frazionati, nell’arco di tutta la vita lavorativa. Significa che non è possibile assentarsi per 11 mesi in un’azienda, poi cambiare lavoro e prendersi il congedo per altri 11 mesi.
In questo modo, il dipendente ha diritto a mantenere il posto di lavoro durante il congedo.
Altro importante requisito è quello di avere l’approvazione del datore di lavoro. Il dipendente, quindi, deve fare una richiesta scritta e motivata, spiegando:
- perché si vuole fermare;
- le attività che intende fare in quel periodo di pausa;
- il guadagno che l’azienda può ricavare dallo stop dell’attività in termini professionali.
Il dipendente, dunque, conserva il posto di lavoro ma non ha diritto:
- alla retribuzione;
- agli scatti di anzianità;
- alle ferie;
- ai contributi;
- alla malattia;
- ad altri congedi.
Tuttavia, il lavoratore può versare i contributi volontari ai fini pensionistici.
Come chiedere un anno sabbatico al lavoro?
Per ottenere un anno sabbatico, il dipendente di un’azienda pubblica o privata (ad esclusione di Scuola e Università), deve fare domanda al responsabile del personale oppure al dirigente in forma scritta, dichiarando di non aver mai usufruito dello stesso periodo di congedo.
La domanda deve essere presentata almeno 30 giorni prima dell’inizio del periodo per il quale si richiede la sospensione. In aggiunta alla domanda (in carta semplice), il dipendente dovrà aggiungere anche una relazione sulle attività che intende svolgere durante l’anno (formazione, esperienza nel sociale, ecc.) e motivare come queste attività potranno tornare utili all’azienda.
Il datore di lavoro potrà controllare la veridicità di quanto dichiarato.
Gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado devono invece fare domanda al dirigente scolastico, oppure se si tratta del dirigente stesso, all’Ufficio Scolastico (Provveditorato). In questi casi, non è necessario motivare la scelta e la richiesta non è sottoposta alla discrezionalità del superiore. Inoltre, per questa categoria di lavoratori l’anno sabbatico non è frazionabile.
Il datore può rifiutare di concedere l’anno sabbatico?
Il datore di lavoro può respingere la richiesta del dipendente che presenta domanda per avere un anno sabbatico: l’accettazione della domanda di congedo, infatti, è facoltà esclusiva dell’azienda. Basta che alluda ad esigenze organizzative per poter rifiutare l’istanza.
In ogni caso, i contratti collettivi è stabiliscono:
- le modalità di fruizione del congedo;
- le percentuali dei lavoratori che possono ottenerlo;
- le motivazioni per cui accogliere o rifiutare la richiesta;
- i termini di preavviso, che non sarà mai inferiore a 30 giorni.
Si può fare un altro lavoro durante l’anno sabbatico?
Chi fruisce dell’anno sabbatico non può lavorare altrove. Anche perché, come detto, il rapporto di lavoro con l’azienda resta in atto e, di conseguenza, anche tutti gli obblighi di lealtà, buona fede e correttezza.
Resta esclusa da questa norma l’attività di formazione per la quale il lavoratore può chiedere un anticipo del Tfr al fine di pagare la spesa per corsi o master. In ogni caso, la regola non viene applicata se il dipendente dimostra durante l’anno sabbatico di dedicarsi a quello per cui ha chiesto il congedo.
Il datore può chiedere al lavoratore in ogni momento – e non solo quando viene presentata la domanda – la documentazione necessaria a comprovare la legittimità del congedo concesso.
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