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Agevolazione abbattimento barriere architettoniche: come funziona

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(@angelo-greco)
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Bonus ristrutturazioni edilizie: gli interventi per aiutare i disabili, massimali di spesa, detrazioni, vantaggi e svantaggi.

La legge prevede un bonus del 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche: si tratta di un’agevolazione fiscale concessa per tutti gli interventi edili che servono per rendere più facile la vita ai portatori di handicap. Del bonus possono usufruire tanto i condomini che i proprietari di abitazioni monofamiliari (villette), indipendentemente dal fatto che, all’interno, vi viva un disabile. Difatti lo sconto scatta per il semplice fatto che venga effettuato l’intervento edile; beneficiari quindi possono essere anche terzi estranei (ad esempio i parenti dei condomini o i clienti di un’attività commerciale situata all’interno dello stabile). 

Vediamo dunque come funziona l’agevolazione per abbattimento delle barriere architettoniche, quali sono i tetti di spesa e quali le detrazioni spettanti al titolare dell’immobile.

Cosa sono le barriere architettoniche?

Le barriere architettoniche sono elementi fisici presenti in un edificio o in una struttura che impediscono o rendono difficoltosa l’accessibilità o la circolazione di persone con disabilità o di persone anziane o con difficoltà motorie. Possono includere scale senza corrimano, porte troppo strette o con maniglie difficili da afferrare, bagni inaccessibili o senza elementi di sostegno, o superfici scivolose o irregolari.

Gli interventi volti a eliminare le barriere architettoniche possono essere di vario tipo: ad esempio le rampe per le carrozzine, montacarichi, ascensori esterni o interni, apertura di varchi per consentire il passaggio a chi è su una sedia a rotelle, ecc. Ne parleremo meglio in seguito.

L’eliminazione delle barriere architettoniche è un importante obiettivo dell’ingegneria e della progettazione architettonica, poiché consente di garantire l’accessibilità e l’inclusione di tutti i membri della comunità. In molti paesi, esistono normative e leggi che impongono l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e in quelli privati che sono aperti al pubblico, al fine di garantire l’accesso a tutti indipendentemente dalle loro abilità o dalle loro disabilità.

Cos’è l’agevolazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche?

La legge prevede una detrazione fiscale del 75% su tutti gli interventi effettuati in edifici pubblici o privati rivolti a eliminare le barriere architettoniche e quindi a beneficio di tutte le persone in difficoltà. 

Il funzionamento è abbastanza semplice: si possono detrarre in dichiarazione dei redditi le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025 (salvo successive proroghe) per opere agevolative dell’accessibilità in abitazioni private e condomini, solo in stabili già esistenti.

La detrazione non può essere utilizzata in un unico anno ma va spalmata in cinque anni, secondo rate di pari importo. Oppure, si può accedere direttamente allo sconto in fattura o alla cessione del credito. 

Gli interventi agevolabili riguardano l’abbattimento delle barriere architettoniche e sono molteplici: sono elencati nella Circolare 19/E del 2020 dell’agenzia delle Entrate. Dalla costruzione di rampe esterne ed interne alle abitazioni all’adattamento dell’ascensore per renderlo idoneo a contenere una carrozzella fino ad interventi per la fruibilità dei servizi igienici all’interno delle abitazioni.

La stessa Agenzia delle Entrate ha specificato che rientrano nella categoria degli interventi agevolati:

  • quelli effettuati per l’eliminazione delle barriere architettoniche (per esempio, ascensori e montacarichi)
  • i lavori eseguiti per la realizzazione di strumenti che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, siano idonei a favorire la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992.

Tra gli interventi che danno diritto alla detrazione rientrano:

  • la realizzazione di un ascensore esterno all’abitazione;
  • la sostituzione di gradini con rampe, sia negli edifici che nelle singole unità immobiliari, se conformi alle prescrizioni tecniche previste dalla legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche.

Per accedere all’agevolazione è necessario che gli interventi rispettino i requisiti tecnici previsti dal Dm 236/89 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche). 

Massimali di spesa per il bonus sull’abbattimento delle barriere architettoniche

I massimali riferiti al bonus 75% per l’eliminazione delle barriere architettoniche sono:

  • 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti o dispongano di uno o più accessi esterni autonomi;
  • 40.000 euro per unità immobiliare nel caso di edifici composti da 2 a 8 unità immobiliari;
  • 30.000 euro per unità immobiliare nel caso di edifici composti da più di 8 unità immobiliari.

L’agenzia delle Entrate ha specificato che, in caso di interventi eseguiti contemporaneamente in ambito comune e privato, i limiti di spesa si applicano in maniera disgiunta; i limiti di spesa del bonus 75% sono autonomi quindi rispetto agli interventi di cui all’articolo 16-bis del Tuir (bonus ristrutturazione, sismabonus e abbattimento barriere architettoniche trainate da superbonus 110%).

Inoltre, è possibile ottenere contributi o finanziamenti pubblici (regionali) per l’abbattimento delle barriere architettoniche, attraverso appositi fondi. Per saperne di più, è possibile consultare il sito web del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali o rivolgersi ad un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) o ad un patronato.

Chi può usufruire del bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche?

Il bonus 75% riguarda opere di abbattimento barriere architettoniche all’interno di tutti gli edifici pubblici o privati, non solo abitazioni o condomìni. Non è necessario essere una persona con disabilità o avere più di 65 anni: è l’intervento che conta. Per cui possono accedere all’agevolazione anche gli immobili al cui interno non vivono persone con handicap (quale ad esempio l’Alzheimer).

 

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Pubblicato : 29 Dicembre 2022 07:00