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Affitti brevi, nuove regole: durata minima 2 notti e codice identificativo

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(@angelo-greco)
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Il decreto legge Santanchè introduce regole per gli affitti turistici, richiedendo una durata minima di 2 notti. Con più di due appartamenti l’attività diventa impresa.

Il disegno di legge Santanchè sarà approvato dal Governo con Decreto legge già all’inizio della settimana che viene. Sono previsti importanti cambiamenti nel mondo degli affitti brevi in Italia. Le nuove regole mirano a garantire una disciplina uniforme a livello nazionale, a contrastare l’abusivismo e a garantire la sicurezza degli immobili utilizzati per affitti turistici. Tra le norme più contestate quella che vieta gli affitti per una sola notte e che impone una serie di obblighi per chi gestisce più di due appartamenti.

In questo articolo, esamineremo le principali disposizioni del decreto e forniremo esempi pratici per comprendere come queste regole influenzeranno gli affitti brevi in Italia.

Cosa si intende per affitto breve?

Il decreto legge chiarisce la definizione di affitto breve come contratto di locazione turistica avente come scopo il godimento di un’unità immobiliare ad uso abitativo in un luogo diverso dalla residenza della parte conduttrice. Questa definizione mira a distinguere gli affitti brevi da quelli tradizionali.

Questo tipo di contratto può essere stipulato direttamente dal proprietario o tramite soggetti che svolgono attività di intermediazione immobiliare o gestiscono portali telematici.

Qual è la durata minima per un affitto breve?

Una delle principali novità introdotte dal decreto legge Santanchè è la durata minima degli affitti breviche non può essere inferiore a due notti consecutive, a meno che la parte conduttrice sia una famiglia con almeno tre figli. In pratica, questo implica che i soggiorni brevi, spesso preferiti dai turisti, non potranno più avvenire per una sola notte, a pena di nullità del contratto e dell’applicazione di una sanzione pecuniaria da 1.000 a 5mila euro.

Cosa sono i Codici Identificativi Nazionali (CIN)?

Il decreto legge introduce l’assegnazione di Codici Identificativi Nazionali (CIN) a ogni unità immobiliare ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche. Questi codici saranno assegnati dal Ministero del Turismo tramite una procedura automatizzata e dovranno essere esposti all’ingresso dell’unità immobiliare. Inoltre, i soggetti che intermediano gli affitti brevi e i portali telematici dovranno indicare il CIN nell’annuncio online.

La mancata esposizione del CIN all’ingresso dell’unità immobiliare può portare a una sanzione da 500 a 5.000 euro per ogni unità. L’assenza di un CIN può costare al proprietario da 800 a 8.000 euro.

Requisiti di sicurezza e prevenzione incendi

L’articolo 4 del decreto legge stabilisce che gli immobili destinati all’affitto breve devono rispettare precisi requisiti di sicurezza. Questi requisiti includono l’obbligo di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio, oltre all’installazione di estintori portatili conformi alla legge e facilmente accessibili.

Inoltre, se il proprietario ha più di 25 posti letto, sono previsti obblighi aggiuntivi per la prevenzione incendi.

L’assenza di dispositivi di sicurezza può portare a una multa da 600 a 6.000 euro.

Obblighi per i proprietari di più di due alloggi

Il decreto legge impone obblighi specifici ai proprietari che possiedono più di due alloggi destinati agli affitti brevi. Questi proprietari devono attenersi alla disciplina generale degli imprenditori e presentare una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) come richiesto dalla legge.

 
Pubblicato : 23 Settembre 2023 08:23