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Account social disabilitato: quali diritti?

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(@salvatore-cirilla)
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Per oltre un decennio, ho utilizzato un account Facebook a mio nome. Recentemente, ho lanciato una pagina collegata al mio account personale, con l’intento di promuovere le mie idee attraverso il mio blog. Tuttavia, il mio account è stato disabilitato senza preavviso. Facebook ha suggerito che ho il diritto di impugnare la loro decisione in tribunale. Cosa faccio?

Da quanto ho capito, Lei ha ricevuto solo una motivazione generica, senza alcuna possibilità di chiarire i reali motivi del blocco dell’account e della perdita delle relative informazioni, che ad oggi sono più che altro congelate.

Certo è che ogni limitazione nell’uso dei social network comprime inevitabilmente la libertà di espressione, con riflessi ulteriori quando oggetto di “censura” siano idee politiche.

Il fatto che Facebook abbia eliminato l’account senza valido motivo, comporta, a tutti gli effetti, una violazione del rapporto contrattuale, ai sensi dell’articolo 1218 del Codice civile, in quanto ha interrotto il predetto rapporto contrattuale, non riuscendo neanche ad imbastire valide giustificazioni per spiegare tale comportamento, onere che invece risultava essere a suo carico.

Decisione inspiegabile soprattutto quando nelle caratteristiche del profilo non pare si possano individuare dei profili di violazione da parte dell’utente delle condizioni generali di utilizzo di Facebook che potrebbero aver fondato tale decisione.

Tra l’altro, condizioni generali della Community Facebook si legge che, anche qualora il social si veda costretto a sospendere e/o eliminare un profilo di un utente – ovviamente per validi motivi – sarà in ogni caso tenuto a comunicarlo preventivamente al soggetto interessato, obbligo che non si può dire rispettato da parte del social nel caso di specie.

Inoltre, se effettivamente i dati dell’account fossero stati cancellati, Facebook avrebbe violato la legge sulla privacy.

Infatti, nonostante vi sia un espresso diritto dell’utente alla cancellazione dei propri dati (articolo 17 del GDPR), qualora ovviamente lo stesso ne manifesti la volontà, vi è un parallelo, ma altrettanto fondamentale diritto alla portabilità degli stessi.

Per tali ragioni, il mio consiglio è quello di procedere innanzitutto con una lettera-diffida a firma di un legale, con la quale chiedere spiegazioni sulla decisione e avvertendo Facebook del fatto che, in mancanza di valido riscontro, sarebbe costretta ad agire in giudizio, per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

In questo modo, si potrà costatare la collaborazione del social nella fattispecie.

Certo è che, in mancanza, si potrà valutare concretamente un’azione giudiziaria in tal senso.

Articolo tratto dalla consulenza resa dall’avv. Salvatore Cirilla

 
Pubblicato : 9 Dicembre 2023 08:30