forum

A cosa serve l’estr...
 
Notifiche
Cancella tutti

A cosa serve l’estratto di ruolo?

1 Post
1 Utenti
0 Reactions
63 Visualizzazioni
(@paolo-remer)
Post: 1015
Famed Member Registered
Topic starter
 

Qual è l’utilità pratica del documento rilasciato da Agenzia Entrate Riscossione: come richiederlo, consultarlo e sfruttarlo al meglio.

Se hai cartelle esattoriali non pagate, o che non hai ricevuto ma per le quali è arrivata un’intimazione di pagamento o, peggio ancora, un pignoramento, con ogni probabilità gli esperti con i quali ti sei consultato – commercialisti, Caf e difensori tributari – ti avranno chiesto di fagli vedere anche l’estratto di ruolo, o ti avranno chiesto l’autorizzazione e la delega per acquisirlo a tuo nome.

Ma a cosa serve l’estratto di ruolo? In estrema sintesi, questo importante documento serve ad esaminare la situazione debitoria complessiva, evidenziando quali sono i carichi affidati all’Agente di riscossione dai vari Enti impositori per il recupero coattivo: in estrema sintesi, i debiti tributari e di altro genere (come le multe per infrazioni al Codice della strada e le sanzioni amministrative) non saldati entro i termini.

Da qui è facile desumere che l’estratto di ruolo possa servire anche per contestare ed impugnare alcune voci debitorie che si ritengono non dovute, o delle quali, magari, non si è mai avuto conoscenza prima di trovarle riportate sul documento, perché la notifica non era andata a buon fine; ma purtroppo non è così, perché dal 2021 sono state varate norme restrittive, che hanno limitato fortemente la possibilità di fondare l’impugnazione sull’estratto di ruolo.

Estratto di ruolo: cos’è?

L’estratto di ruolo è un documento che contiene informazioni su tutti i debiti iscritti a ruolo, ossia affidati dai vari Enti impositori e creditori delle somme dovute (Agenzia Entrate, Inps, Regioni, Comuni, Prefetture, ecc.) all’Agenzia Entrate Riscossione, in quanto è mancato il pagamento spontaneo entro le scadenze previste, nonostante gli avvisi bonari o di accertamento inviati al contribuente debitore.

L’estratto di ruolo è una sintesi delle iscrizioni a ruolo compiute nei confronti di un determinato soggetto e, pur essendo un atto interno, equivale a una fedele riproduzione dei vari ruoli emessi a carico del contribuente; quindi ha piena validità ai fini dell’attestazione dell’esistenza dei debiti, come risultanti negli archivi dell’Esattore. La data di notifica indicata nell’estratto, invece, non ha valore assoluto, perché non prova la corretta effettuazione della stessa.

Estratto di ruolo: cosa contiene?

L’estratto di ruolo contiene le seguenti informazioni:

  • cognome, nome e codice fiscale del contribuente (o, se società, denominazione sociale e numero di partita Iva);
  • tipo ed importo di ciascun debito iscritto a ruolo, distinto per Ente impositore, e totale complessivo maturato alla data di elaborazione del documento;
  • data di iscrizione a ruolo e numero della cartella esattoriale di riferimento;
  • data di notifica della cartella (o dell’avviso di accertamento esecutivo) e di scadenza del pagamento non eseguito;
  • denominazione dell’Ente creditore e della tipologia di debito (ad esempio: Agenzia Entrate, IRPEF anno 2022).

È fondamentale conoscere questi dati, perché la legge [1] stabilisce che il ruolo costituisce «titolo esecutivo», in forza del quale «per la riscossione delle somme non pagate il concessionario procede ad espropriazione forzata» – dunque può effettuare i pignoramenti – ed inoltre può «promuovere azioni cautelari e conservative, nonché ogni altra azione prevista dalle norme ordinarie a tutela del creditore».

Estratto di ruolo: perché è utile?

L’estratto di ruolo è utile perché consente di conoscere in modo esatto ed analitico la propria situazione debitoria. Nella sezione “debiti da saldare” sono indicati tutti gli importi dovuti, con ammontare maturato alla data di rilascio del documento, e l’indicazione delle sanzioni, degli interessi e delle altre spese dovute per la riscossione.

C’è anche una sezione relativa ai debiti saldati, che costituisce lo “storico” delle somme già pagate. L’estratto di ruolo contiene anche la distinzione tra il carico inizialmente iscritto a ruolo e il debito residuo a data attuale: questa cifra potrà essere minore se nel frattempo il debitore ha eseguito pagamenti parziali (anche mediante rateazione o rottamazione in corso) o maggiore, se al primo importo si sono aggiunti gli interessi di mora e le eventuali spese esecutive.

Dunque l’estratto di ruolo è necessario per verificare se si hanno attualmente debiti pendenti con l’Agenzia Entrate Riscossione. Conoscendo l’esatto importo e le scadenze ci si può regolare meglio con i pagamenti da eseguire, o da dilazionare chiedendo la rateizzazione delle somme dovute fino a 72 rate mensili, o anche fino a 120 rate in situazioni di oggettiva e comprovata difficoltà economica.

Inoltre, l’estratto di ruolo può servire per verificare se ci sono voci debitorie, o intere cartelle, cadute in prescrizione o per le quali è intervenuta decadenza dal potere di accertamento: lo si può evincere dalle date di iscrizione a ruolo e di avvenuta notifica. Ti ricordiamo che i tributi erariali (come l’Iva, l’Irpef e altre imposte di competenza dell’Agenzia delle Entrate) si prescrivono in 10 anni, quelli locali (come l’Imu e la Tari) e le sanzioni amministrative (comprese le multe stradali) in 5 anni e il bollo auto in 3 anni, ma la prescrizione si interrompe – e i termini ricominciano a decorrere da capo – se c’è un atto interruttivo, come un’intimazione di pagamento.

Estratto di ruolo: come ottenerlo

L’estratto di ruolo può essere richiesto in qualsiasi momento, direttamente dal contribuente o tramite gli intermediari abilitati, come i commercialisti ed i Centri di assistenza fiscale, presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate Riscossione oppure con la procedura online.

Ci si autentica con Spid (Sistema pubblico di identità digitale), Cie (Carta di identità elettronica), Cns (Carta nazionale dei servizi) o con le credenziali Fisconline ed Entratel. Con la procedura online si ottiene un documento in formato pdf che si può salvare, scaricare e stampare.

Estratto di ruolo: si può impugnare?

A volte capita di venire a conoscenza di una cartella esattoriale proprio dalla consultazione dell’estratto di ruolo: compare anche la data di asserita notifica, che però il contribuente potrebbe non aver ricevuto. Il più delle volte i termini utili per impugnare quella cartella (60 giorni dalla ricezione) sono abbondantemente scaduti: ad esempio, nel 2023 si scopre l’esistenza di una cartella notificata due anni prima.

Sorge, allora, la necessità di impugnare l’estratto di ruolo, ma dal 2021 è possibile farlo solo in presenza di una delle seguenti situazioni, che riguardano, essenzialmente, alcune tipologie di imprenditori e non i privati cittadini:

  • pregiudizio per la partecipazione a gare di appalto;
  • blocco dei pagamenti da parte di una Pubblica Amministrazione;
  • perdita di benefici nei rapporti con una Pubblica Amministrazione.

In tutti gli altri casi, l’estratto di ruolo non è più autonomamente impugnabile, nemmeno se la cartella sottesa è illegittima o se la notifica non si era perfezionata: bisogna attendere l’arrivo di un successivo atto di riscossione, come, ad esempio, un’intimazione di pagamento o un pignoramento di beni, crediti, somme, conti correnti bancari o immobili. Ti spieghiamo in dettaglio il meccanismo nell’articolo “Cartella non ricevuta: si può impugnare l’estratto di ruolo?“.

Approfondimenti

Per maggiori informazioni leggi anche questi articoli:

 
Pubblicato : 16 Novembre 2023 15:00