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Per colpa del caldo eccessivo, abbiamo già perso 490 miliardi di ore di lavoro

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(@lidia-baratta)
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Rieccoci. Settembre è iniziato, l’estate sta finendo, ma il caldo record no. È stata https://tr.linkiesta.it/e/tr?q%3D8%253dMXJbO%2526H%253dB%2526I%253dIaHW%25265%253dZJa%2526A%253dD5O6O_3viv_Df_8wdu_Hl_3viv_CkCS8.RqOsD4C5J4LzN0.9zH_8wdu_Hl80qPs08_Nbxf_XQWPXE_Mgya_WVfI_Mgya_WVXJ_Mgya_WVNp85No-CAIt9yP0-P4E50t-O560A4-0qN5C_8wdu_Hl%2526o%253d%2526D9%253deFWNa%25265N%253dHfCYPeKWGWDYPY%2526s%253d6MZq6GfFVq6q7lbE9H7n8venYNWp7t0lAqdH8vfn8MWqXPYocKfGdL9FXtemWJfD8tAK%26mupckp%3DmupAtu4m8OiX0wt&source=gmail&ust=1725365550868000&usg=AOvVaw20yRfJ3eLHvsgI9I3OB_j u">l’estate più umida da quando raccogliamo i dati. Le lamentele sulle temperature eccessive hanno accompagnato i giorni di vacanza. Figuriamoci le giornate di quelli che sotto il sole hanno lavorato.

Delle conseguenze del caldo estremo sul lavoro si parla da un po’. Ma ormai la questione non si può più ignorare, soprattutto alle nostre latitudini. Il 13 per cento dei lavoratori in Europa e negli Stati Uniti, secondo l’Ocse, segnala disagi legati al caldo per almeno la metà dell’orario lavorativo.

L’Ocse, in un recente policy brief, ha mostrato come l’esposizione al caldo eccessivo non solo mette a rischio la salute, soprattutto di quelli che lavorano all’aperto e nelle industrie pesanti, ma riduce anche la produttività, aumenta l’assenteismo, fa crescere il rischio di incidenti e compromette pure il funzionamento dei macchinari nelle fabbriche. https://tr.linkiesta.it/e/tr?q%3D8%253dFYEbH%2526I%253d7%2526I%253dBbCW%2526x%253daEa%25264%253dEzOyP_xvbw_9f_1xYu_Am_xvbw_8k6T3.OqBr6w0kO.lLs_MZzV_WOGuP1KgG2_OWxY_YLGjKi03_OWxY_YL61Qo8uB_xvbw_8kYpOxIX0e-Ed9a_1xYu_Ae8X_1xYu_AfFVGbE-b_1xYu_Amg72Qx6lQ%2526j%253d%2526D2%253dfAWGb%2526zN%253dAg8YIfFW0X9YIZ%2526n%253dcH8AdF6j8gCBAmdAYlY76ACh0HYBXABg0FdjWlgDXjbibDchA0BC9E0FWj9BcFfkAIZ7%26mupckp%3DmupAtu4m8OiX0wt&source=gmail&ust=1725365550868000&usg=AOvVaw2M4g0ZXrX4ufy8WBOkPwF 8">È stato calcolato che già nel 2022 in tutto il mondo le alte temperature hanno causato la perdita di 490 miliardi di ore di lavoro.

Il problema principale è lo «stress da calore», che può causare affaticamento, ridotta vigilanza e concentrazione, scarsa qualità di elaborazione delle informazioni, aumento dei tempi di reazione, visione offuscata, irritabilità e cambiamenti di umore. Il calore interferisce con l’esecuzione dei compiti fisici, ma anche su attività complesse e cognitivamente impegnative che richiedono particolare attenzione.

Il https://tr.linkiesta.it/e/tr?q%3D9%253dQZUcS%2526J%253dM%2526J%253dMcSX%25269%253dbUb%2526E%253dFFP0Q_Dwmx_Og_Byov_Ln_Dwmx_NlCJwPy.AAI_Byov_LnFAwF0K6M3U_Byov_LnNfLb_Dwmx_NlTf_Dwmx_Nl2CwP-G9HAC-QGI7CD-NyAANx-R1I0CD7DSDA-wJ5IuR1-9290Cy-F176R4.DDK8%25260%253d%25263Q%253dUaLfQ%2526PC%253dZVXNhUfLYMYNhO%2526D%253dLAyBxbTcMA7u9wPXTDwWLeycyYxAyg27OaydK0Oawdw0wdQ8OcN7zhNWLaR0Lfy7yYU9%26mupckp%3DmupAtu4m8OiX0wt&source=gmail&ust=1725365550868000&usg=AOvVaw2vDYUIs_v5jwiEpA5pt4m 3">Bureau of Labor Statistics americano stima che tra il 2011 e il 2020 si siano verificati quasi 34mila infortuni e malattie legate al caldo che hanno richiesto un periodo di assenza dal lavoro. Ma si tratta probabilmente di cifre sottostimate, visto che in molti casi i problemi fisici non vengono direttamente correlati alle temperature. I lavoratori all’aperto hanno riferito nausea, vomito, mal di testa, vertigini. E se non trattati, i sintomi possono degenerare in colpi di calore, disidratazione o persino attacchi di cuore.

Ma l’effetto del caldo estremo non è uguale per tutti i lavoratori. Molto dipende dalla posizione geografica e dalla situazione professionale.

– Se la media dei lavoratori che segnalano disagi legati al caldo è del 13 per cento, l’Ocse registra punte del 26 per cento in Turchia, del 25 per cento in Spagna e del 22 per cento in Grecia. E anche all’interno dei singoli Paesi, si registrano notevoli variazioni tra le regioni. L ’Ocse segnala la Sicilia e la Puglia tra le regioni del Sud Italia, in cui una parte significativa dei lavoratori già oggi sperimenta disagi legati al calore e dove si prevede che lo stress termico aumenterà ancora entro il 2050.

– Le occupazioni più esposte al disagio termico sono prevalentemente quelle medio-basse. I più colpiti dal caldo sono i lavoratori all’aperto: venditori ambulanti, operai edili, agricoltori, pescatori, autisti delle consegne, addetti alle piste aeroportuali ecc. Ma a soffrire molto sono anche gli operai delle industrie pesanti. E poiché gli uomini sono maggiormente concentrati in queste professioni, sono anche più esposti rispetto alle donne. I lavoratori meno interessati sono invece gli impiegati in uffici ed edifici, dove è possibile accendere l’aria condizionata.

– L’Ocse fa notare anche come alcune professioni, come i vigili del fuoco o gli operatori sanitari, saranno esposti a un peso doppio: non solo devono subire le temperature in aumento, perché svolgono un lavoro fisico intenso per lo più all’aperto e indossano divise che contribuiscono allo stress da calore, ma saranno anche chiamati a rispondere a eventi meteorologici estremi e incendi sempre più frequenti e a far fronte a un maggiore afflusso di richieste e pazienti durante le ondate di caldo, portando a un carico di lavoro più elevato a condizioni stressanti e fisicamente impegnative.

Le regioni che subiranno un maggiore stress da caldo nei prossimi anni sono quelle meridionali dell’Europa, Italia compresa. Per cui è soprattutto qui che occorrono maggiori investimenti e nuove norme per migliorare le condizioni di lavoro legate alle alte temperature.

Alcuni Paesi si stanno già muovendo.

In Grecia, il ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, in collaborazione con le parti sociali, ha sviluppato un quadro integrato ad hoc. Anche la Spagna ha sottoscritto una nuova strategia per la salute e la sicurezza 2023-27, prevedendo che durante un’allerta arancione o rossa sia obbligatorio ridurre o modificare l’orario di lavoro, fornire aree d’ombra per i lavoratori all’aperto e garantire l’accesso all’acqua fresca.

La Francia ha adottato un nuovo piano di salute sul lavoro del 2023 (Plan de santé au travail), che riconosce esplicitamente le ondate di caldo più frequenti come uno dei principali rischi professionali.

Il Belgio dal 2019 ha introdotto il globotermometro, che consente di misurare l’indice di stress termico combinando l’umidità con la temperatura, la corrente d’aria e il calore irradiato. Oltre determinate soglie, che variano a seconda della professione, il datore di lavoro deve adottare misure per proteggere i lavoratori.

Pure la Lituania ha aggiunto norme specifiche al Codice del lavoro nel 2017 che prevedono pause speciali di almeno quaranta minuti per gli addetti che lavorano all’aperto con temperature inferiori a -10°C o superiori a 28°C.

E per regolamentare questo aspetto, vengono sempre più utilizzati anche i contratti collettivi a livello aziendale e settoriale.

In Italia, l’Inail stima che ogni anno siano oltre quattromila gli infortuni legati al caldo. Esiste la https://tr.linkiesta.it/e/tr?q%3DA%253dFXIeH%2526H%253dA%2526L%253dBaGZ%2526x%253dZId%25264%253dD4RyO_2ybv_Ci_1wcx_Al_2ybv_Bn6S7.JjRyPxOs.G3_Na1Y_XPN1A3RjVsMwE-zPnRsBnJ0GjHs_PZyZ_ZOExRnC299EyLr-OkJjNs9uE_2ybv_BnrJzQ-vA3Q-w-XGaE-0oJ-AbJeAfBb-l7vBx-AmAnO3G5K-sL3AqPjPo-Jn-E3R1Q0GxJs-NnN-v9-l73Qj-ExRn_Na1Y_XP%2526B%253d%2526rO%253dIcAdE%2526R2%253dXJZCfIhAWAaCfC%2526F%253dE9mCHaIgBapeFYkY0em9FeJaIfCaoalZH0H0keIcC9j7kXCbjXpfjaC9IZm9GYAgEXnB%26mupckp%3DmupAtu4m8OiX0wt&source=gmail&ust=1725365550868000&usg=AOvVaw1YEbJDz41P5cHH7CLoChP -">cassa integrazione per caldo eccessivo, ma non è estesa agli https://tr.linkiesta.it/e/tr?q%3D4%253dRTQXT%2526D%253dI%2526E%253dNWOS%25260%253dVQW%2526F%253d0BKAK_0rnr_Kb_Cskq_Mh_0rnr_JgHOE.6yABFCAsCz67DvF1.0E_Jitk_TX6xG6F8As_Iluh_Sa5sCyG-42GG0F-zKB2E7-s8CAuF7LCIv-7v07AH0v-J15zJ-u2DKs-09Lw8C3H00Fw-449-v6xJwK0-I3NDADVK%25266%253d%25261J%253dTWJYP%2526LA%253dSUTLaTbJRLULaN2v3s%25260%253dPTz6LZQVJZyTRS1TI7P5sXTXsXT4OZv4w6wUIWvUM5S3MTN6LW16K5TZuaRUQ6Sa%26mupckp%3DmupAtu4m8OiX0wt&source=gmail&ust=1725365550868000&usg=AOvVaw2BDWnKtSX4p-zs4RS8Lpa 3">stagionali nei campi agricoli. Quest’anno le regioni si sono mosse in ordine sparso emettendo https://tr.linkiesta.it/e/tr?q%3D8%253d0UNbB%2526E%253dF%2526I%253d6XLW%2526r%253dWNa%2526x%253dA9OsL_7vVs_Hf_uthu_5i_7vVs_GkwN9OrEpQrK4W7.B9_MTve_WIUOW7_KfxS_UUeB_KfxS_UUe4_KfxS_UU8dEsJ-wH7Ml74-Nl-41-GdO4Mr-7pGo8-FW6c-pGo8-FaCc-8OrI-pD-gBADhMx-Mh0xJq41D_uthu_5i%2526s%253d%2526Dv%253dbJWAX%25269N%253d5cGYCbOW4T6d4pHYCV%2526w%253dVC4uZ05M6B8OdhYpd7aJXeaI6C4t00WGd69r954r895OVi7N97YMYfULc7crb7cI%26mupckp%3DmupAtu4m8OiX0wt&source=gmail&ust=1725365550868000&usg=AOvVaw3JqwEAhp-NmT5x3ghiFj0 O">ordinanze che vietano il lavoro all’aperto oltre una certa temperatura. Ma i sindacati criticano l’assenza di un protocollo dettagliato per lavoratori e aziende.

Nell’Unione europea, intanto, il comitato consultivo per la sicurezza e la salute sul lavoro sta elaborando un parere sul caldo estremo, che includerà raccomandazioni per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori, compresa la necessità di adattare gli edifici per mitigare le temperature dei lavoratori che operano al chiuso.

La questione paradossale, dicono dall’Ocse, è che le conseguenze di un ambiente di lavoro sempre più caldo ricadranno non solo sui lavoratori che vivono nelle zone rurali, che sono anche più esposte ai rischi di eventi estremi causati dal riscaldamento globale, ma anche su quelli delle industrie pesanti che sono occupati nelle attività a più alta intensità di emissioni che causano i cambiamenti climatici e che per questo rischiano a loro volta di perdere il lavoro nella transizione.

I costi sociali ed economici della transizione e quelli dell’inazione nella lotta al cambiamento climatico andrebbero quantomeno misurati e bilanciati.

 

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Pubblicato : 2 Settembre 2024 14:19