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Meloni con Musk e Schlein con Prodi, qualcosa non va

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(@francesco-cundari)
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Elly Schlein doveva incarnare la via del rinnovamento e della rottura, l’azzardo ma anche la scossa salutare, il vento nuovo di una leadership giovane e finalmente femminile, lontanissima dalle vecchie correnti e dalle vecchie logiche del Partito democratico (talmente lontana da non averne neppure la tessera, fino a un minuto prima di candidarsi a guidarlo).

Per tutti questi motivi, la candidata bocciata dagli iscritti ma promossa dai gazebo doveva essere la risposta più forte a Giorgia Meloni. Anche, se non soprattutto, sul piano dell’immagine e della comunicazione.

Ebbene, partendo proprio da questo punto di vista, come vogliamo giudicare la scelta di controprogrammare la festa di Atreju con l’iniziativa del Partito democratico sull’Europa con Romano Prodi quale ospite d’onore e principale protagonista? A proposito di immagine e comunicazione, come vogliamo commentare il fatto che l’indomani su giornali e siti internet campeggiassero, da un lato, le foto di Meloni con Elon Musk, dall’altro, quelle di Schlein con Prodi (senza dimenticare la scappata della segretaria alla mostra su Enrico Berlinguer, per fare una foto pure con lui)?

È mai possibile che il centrosinistra debba sempre ricominciare da capo, con il leader di turno che va a cercare la benedizione del Professore con la p maiuscola, e a farsi fare la lezione, sempre la stessa, dall’«unico leader di centrosinistra che abbia sconfitto due volte Silvio Berlusconi», come scrivono ogni volta i giornali di area, dimenticando quello che i loro stessi editorialisti scrivevano regolarmente dei suoi governi dal giorno dopo? Possibile che ogni santissima volta, anche i leader più giovani e iconoclasti, o presentati come tali, debbano ricominciare dallo stesso elenco di luoghi comuni e frasi fatte, dallo stesso polveroso pantheon di santini e santoni?

Nessuna nostalgia per la rottamazione di Matteo Renzi, che anzi è stata probabilmente una delle cause di una simile regressione (direi per reazione). Ma anche a voler approfondire questa tesi, il renzismo come causa di tutti i mali, bisognerebbe essere coerenti e dirsi chiaro e tondo che il problema era il meccanismo delle primarie, meccanismo che Renzi ha solo sfruttato a suo vantaggio, e che ora il Partito democratico sembra deciso a mettere da parte, ovviamente senza dirlo e senza trarne alcuna conseguenza politica. Anche perché dovrebbe rivolgersi prima di tutto all’attuale segretaria, eletta contro il parere della maggioranza degli iscritti, e poi allo stesso Prodi, che delle primarie all’italiana è il padre legittimo.

A questo punto, in verità, una sola domanda mi attanaglia: ma per farsi incoronare da Prodi e benedire dall’immagine di Berlinguer, non era meglio Stefano Bonaccini (che peraltro aveva già fatto, più volte, entrambe le cose)?

 
Pubblicato : 18 Dicembre 2023 05:45